Ne ho parlato episodio dopo episodio, divertendomi a stilare mini classifiche, a lamentarmi per quanto di insensato, veloce, contro i miei gusti vedevo.
Criticare negativamente e demolire, si dice, è sempre più facile e divertente rispetto agli elogi, rispetto a costruire qualcosa.
E allora ci provo in questo post senza punti e senza classifiche, a salvare una stagione non certo eccellente, non certo soddisfacente come un finale di una serie ormai così popolare, così amata e seguita, meritava.
Salvo prima di tutto un comparto tecnico da applausi, a partire da una colonna sonora sempre suggestiva, con temi e sigle loro sì epiche.
Salvo una fotografia che anche quando buia pesta (8x03) è potente. Potranno essere metaforoni, potranno essere omaggi e richiami, ma quei draghi in volo sopra la battaglia, Arya che trova un cavallo in mezzo a una città devastata, un drago che esce dal buio o che manda in cenere un trono, sono momenti così ben resi da lasciare a bocca aperta.
Salvo le scenografie, poi, da sempre ammirate per le location in cui si è deciso di girare, sempre invidiate quando si tratta di castelli, stanze riccamente decorate in quel di Approdo del Re.
In questi anni, anche grazie a questi aspetti tecnici si è creato un intero universo, le pagine di George R. R. Martin han preso vita, e se il destino dei personaggi può non aver accontentato, ci si toglie il cappello di fronte a una crew che ha lavorato al meglio.
Veniamo ai personaggi ora.
E se dobbiamo salvare qualcuno, salviamo Sansa.
Sansa che a inizio serie si rendeva insopportabile, un'oca giuliva che mirava al trono e che la vita ha colpito più e più volte, finché non è riuscita a resistere, alzarsi, camminare e infine governare. Quando Tyrion ha iniziato a parlare di storie che colpiscono, da tramandare, pensavo si riferisse a lei, ai matrimoni con cui è rimasta incastrata, le sevizie subite, il Nord a cui è ritornata. Invece, si parlava di Bran di cui ammettiamolo, poco è sempre interessato. Le sue parentesi al di là della barriera erano le più soporifere, il suo percorso e la sua utilità francamente non incisive.
Ma si era detto, cerchiamo di essere positivi, di ringraziare per la lezione politica ancora una volta, da una parte Tyrion che spezza finalmente la ruota del potere, cercando di evitare guerre con una decisione che chissà se reggerà davvero in un mondo di voltafaccia e accaparratori, dall'altra il drago Drogon che sembra capirne più di tutti gli umani, incenerendo quel trono, quella sete di potere, che l'ha lasciato orfano.
Potrei sfogarmi ancora sulla velocità del tutto, sulla trasformazione di Daenerys che si poteva gestire meglio, sul destino amaro che è spettato a Cersei, Varys, Jon (ma, sarà che mai ho tifato per lui, sarà che Kit Harington era alquanto poco credibile, sarà l'ignoranza galoppante dimostrata in quest'ultima stagione, me ne dispiaccio fin là), sull'aver relegato in un angolo personaggi e storie con del potenziale (Gendry? Aryn? Yara? Dorne?) o dimenticandosi profezie, segreti, eredi e pure Nymeria chissà dove.
Con battaglie invertite rispetto al loro ordine di importanza e risoltesi fin troppo velocemente pure loro.
Ma preferisco accettare questa fine, con tutta l'amarezza e la delusione che ha comportato, comunque felice di vedere regnare gli Stark sui 6 regni, sul Nord, oltre la Barriera e oltre le mappe.
È stato un viaggio iniziato 7 anni fa per me, con la paura di entrare in un territorio strano, diverso dal solito. Mi ci sono invece sentita a casa, finendo per parlare, commentare, tifare e condannare assieme al giovine e agli amici. È stato un viaggio che ho voluto ripetere questo Natale, tornando a Grande Inverno, rivivendo con occhi nuovi e attenti avventure che già conoscevo ma che non smettevano di entusiasmarmi o addolorarmi.
La sensazione, ora che tutto è finito, è che la parola fine non sia davvero stata scritta.
Se ne continuerà a parlare, proprio come il tanto criticato Lost che rivisto oggi (o quei 3 anni fa) non è affatto deludente come tanti dicono.
Magari ci vuole della distanza maggiore, o una rassegnazione che faccia dimenticare teorie, aspettative, ipotesi varie.
Di certo, avrò una saga su carta con cui colmare buchi e disappunto, cronache in cui immergermi e risentirmi a casa.
E allora questa fine è per me un nuovo inizio, alla ricerca di soddisfazione, Vediamola così, rimanendo positivi.
Voto: ☕☕/5
Ebbrava, bel post per chiudere con una nota positiva Game of thrones! ☺
RispondiEliminaC'ho provato a guardare il bicchiere mezzo pieno, ma a una settimana di distanza la delusione la sento ancora...
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