7 febbraio 2017

Vikings - Stagione 4

Mondo Serial
presenti SPOILER

Anno numero quattro, l'anno della svolta.
Vikings non solo raddoppia, dividendosi in due parti, ma è ormai chiaro che non è più una serie tappabuchi, una serie per gli orfani di Game of Thrones.
Due parti si diceva, belle pregne.
Di storyline, di conquiste, di cambiamenti, soprattutto.
Nella prima si ricerca ancora e ancora la conquista di una Parigi diventata inespugnabile, vera e propria ossessione, soprattutto ora che un vichingo la governa.
Un vichingo come Rollo, fratello del re, suo nemico giurato, che sfrutta tutte le sue conoscenza per bloccare gli attacchi, per fermare i suoi simili che s'ingegnano in modo portentoso, con navi che si sollevano nell'aria e viaggiano per terra, mentre a casa, le donne crescono i loro figli, anche quelli storpi, non voluti, e con un destino segnato nel sangue.
O le donne a casa ci tornano, come Lagertha, che vuole governare sola, che il suo cuore non lo concede a nessuno.
A casa, poi, dopo la sconfitta, ci si mette alla prova contro se stessi, contro la natura, e Bjorn ci regala uno scontro alla Revenant niente male.
Ma il più, ovviamente, avviene in una seconda parte ancora più pregna.



Sì, perché a dimostrare la coerenza di Vikings anche lì dove i salti temporali la fanno da padrone lasciandoci esterrefatti di fronte ad attori che non invecchiano di una ruga, di figli che lievitano dall'oggi al domani, e di espressioni, linguaggio e pure costumi non certo al sapore filologico, Vikings prende il coraggio a due mani e sacrifica quanto ha di meglio.
Sacrifica il suo protagonista, prendendo una scelta coraggiosa alla luce di un re-casting quasi completo, di figli che ritroviamo cresciuti (e bene), che a quel padre assomigliano.
La scelta, non sarebbe accettabile se questi figli non avessero di che offrire, ma basta lo sguardo, folle e carismatico, di Ivar, per capire che sì, Vikings può andare avanti anche senza Ragnar, che passati ormai chissà quanti anni da quando l'abbiamo conosciuto, semplice contadino, marito fedele e padre giocoso.


Vikings va avanti, quindi, vendicandolo, soprattutto, preparando un esercito imponente, una battaglia sanguinolenta e vittoriosa.
In questa seconda parte, così, si rimaneggia tutto, con coerenza, giustamente, lasciando spazio al nuovo: tante, tantissime le fuoriuscite di peso, non solo in terra inglese ma nella stessa Kattegat ora città di valore e città femminista, poche -in effetti, solo i 4 figli- le new entry.
Come andrà avanti, il nuovo Vikings, il Vikings 2.0?
Un nuovo ciclo di 20 episodi è stato confermato, un nuovo nemico, notevole in tutti i sensi (Jonathan Rhys-Meyers) ha già fatto la sua comparsa, non resta che aspettare e giudicare, consapevoli che se Travis Fimmel ci mancherà, Alex Høgh saprà come consolarci.


4 commenti:

  1. Dallo scorso mese ho cominciato grazie a Sky a vedere la prima, e niente, sicuramente continuerò a vederla, per cui non ho letto il post, però secondo me t'è piaciuta anche la quarta ;)

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    1. Esatto, nonostante cambiamenti decisamente importanti. Buon recupero, merita e regge fin qui :)

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  2. Io i Vikings, per quanto mi piaciucchiassero anche, li ho abbandonati alla seconda stagione.
    Quest'annata però a quanto pare non dev'essere stata niente male...

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    1. Affatto davvero, un recasting di quelli importantissimi e che non ti aspetti. Scelta coraggiosa, e finora sembra tenere.

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