28 febbraio 2013

Silenzio in Sala

Dopo la scorpacciata preOscar delle scorse settimane, questo weekend vede poche uscite in sala degne di nota. Direi che solo 3 sono quelle consigliatissime, ecco quali:

Educazione Siberiana 
Gabriele Salvatores porta su schermo il romanzo di Lilin Nicolai. Ambientato nella fredda Russia mostra una comunità di ragazzi alla deriva, con un proprio codice d'onore che non disdegna ruberie e omicidi ma solo ai più forti, polizia e stato in primis. Con gli anni che passano cresceranno anche i problemi però.







Upside Down 
Fantascienza appassionante sul filone di successo di In Time. L'amore è infatti protagonista ma a creare problemi è il fatto che i due giovani protagonisti della storia appartengono a due mondi diversi ma speculari, con un opposta forza di gravità, tra cui è vietato il contatto. La loro infrazione delle regole non passa inosservata e hanno inizio gli inseguimenti.
Racconto e immagini efficaci già dal trailer, Kirsten Dunst e Jim Sturgess promettono scintille!




Tutti contro tutti 
Sulla carta una commedia italiana di quelle ben fatte che riflettono sul periodo della crisi di oggi. Una famiglia al ritorno della comunione del figlio trova il suo appartamento occupato. Riaverlo non sarà così semplice. Kasia Smutniak, Marco Giallini e Rolando Ravello (anche regista) nel cast.

27 febbraio 2013

Shameless - Seconda Stagione

Quando i film si fanno ad episodi.


La famiglia Gallagher torna più scatenata che mai. Abbandonati nell'armadio sciarpe e cappotti, a Chicago è arrivata l'estate e con lei i corpi si fanno più bollenti.
Sempre più spregiudicati, gli adolescenti della famiglia continuano nelle loro scorribande quotidiane con in prima linea Lip che dovrà affrontare una gravidanza inaspettata, che sconvolge i suoi piani portandolo a prendere le distanze dal resto dei fratelli. Considerato il suo quoziente intellettivo infatti, la famiglia vede in Karen un ostacolo alla carriera scolastica e non del ragazzo. Ian non è da meno, e trova lì dove nessuno poteva sospettarlo un amante che si fa man mano sempre meno occasionale.
E se anche Debbie inizia a provare i primi turbamenti dell'età, la vera protagonista è ancora una volta Fiona, alla ricerca dell'equilibrio dopo l'abbandono di Steve. La sua mancanza si fa sentire dal primo episodio e con il tempo si fatica, come la ragazza, ad accettare la sua assenza fino a ché, così come è partito, così improvvisamente torna. Ma non sarà facile riconquistare la fiducia e l'amore di Fiona, soprattutto visto il bagaglio speciale che Steve si porta dal Brasile!
Con i ragazzi in preda agli ormoni, Frank e Monica sono da tenere d'occhio, con la madre che torna a sconvolgere vita ed economia dei suoi figli e una nonna del tutto particolare che fa la sua entrata arricchendo ancora di più le avventure che sembrano non finire mai in questa bollente estate!


Insomma, c'è ancora tanta carne al fuoco per i Gallagher in questa stagione, e nonostante qualche passo falso a livello di ripetizione, alcune idee (vedi Vi e Kev che si improvvisano genitori adottivi)  risultano allo stesso tempo geniali e folli.
La musica è come sempre grande protagonista degli episodi, dando quel ritmo scanzonato e indie al tutto, e accompagnando nelle scorribande -dalla fuga dall'ospedale psichiatrico alla distruzione di una piantagione di cannabis- la famiglia più pazza del piccolo schermo!

26 febbraio 2013

Frankenweenie

Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).

Signori e signore, Tim Burton è tornato!
Dopo il flop di Alice in Wonderland e il discutibile Dark Shadows, il maestro è tornato ad essere quel genio gotico che in passato è sempre stato.
Quando uscì la notizia che il regista voleva riprendere il soggetto del suo primo cortometraggio del 1984 per farne un film a tutti gli effetti, in molti gioirono. Alla notizia che casa Disney avrebbe prodotto il progetto, qualcosa iniziò a tremare. Visti infatti gli imperdonabili passi falsi fatti assieme al padron Topolino, l'idea che anche quel piccolo gioiello di creatività potesse ora venire distrutto c'era da disperarsi.
Grazie al cielo ogni timore è stato dissolto.


Frankenweenie è infatti una favola un po' dark un po' surreale il cui protagonista è Victor Frankenstein, ragazzino strano e regista in erba che vive nell'altrettanto strana New Holland.
Il suo migliore amico è Sparky, un cagnolino vivace e buffo che lo segue ovunque. Un mal capitato giorno, però, Sparky viene investito lasciando Victor solo e disperato. Ma il caso vuole che il nuovo maestro di scienze ispiri in Victor un modo per riportare in vita il suo cane e complice tanta inventiva e una dose di magia di cui New Holland sembra circondata, l'esperimento riesce nonostante qualche cucitura e qualche pezza improvvisata. Di lì in poi però, causa compagni di classe in gara per il concorso di scienze, la città viene letteralmente invasa da esperimenti di ogni tipo.


Il tocco alla Burton lo si sente già dalla trama. Così assurda, così poetica e così nerd. Un po' come il protagonista stesso, questa favola vive di particolari decisamente deliranti: dai vari abitanti della città con in prima linea i compagni di scuola di Victor -veri e propri tipi da horror (su cui primeggia indiscutibilmente la folle Stranella con il suo Mister Baffino)- fino al bianco e nero magistrale che rende ancora più speciale la visione, in mezzo, l'ormai inossidabile collaborazione con Danny Elfman per le musiche che donano il tocco in più alla pellicola.
Sparky conquista così il suo pubblico e fino all'ultimo si è sperato che anche l'Accademy premiasse questo perfetto mix, perché Sparky sa come entrarti nel cuore, con la sua dolcezza e la sua tenerosità!
Insomma, Frankenweenie è tutto quello che ci si aspetta da un vecchio lavoro di Tim Burton: tanta genialità, tanto umorismo e tanta poesia! Ben tornato!



25 febbraio 2013

Oscar 2013 - I Vincitori

In una serata ricca di sorprese sul palco e tra i premiati, con vestiti elegantissimi e altri più discutibili, gli Oscar sono stati consegnati. Seth MacFarlane non ha brillato troppo nella sua conduzione ma non è stato nemmeno troppo malvagio.
Ricorderemo Michelle Obama che presenta con Jack Nicholson il miglior film, Barbra e la sua splendida voce, l'omaggio emozionante a James Bond nel suo cinquantesimo anniversario... la caduta di Jennifer Lawrence, l'apatia di Kirsten Steward, il fascino di Jean Dujardin e il bellissimo discorso di Daniel Day-Lewis.


Passando ai premi, se Life of Pi ha stupito portando a casa il maggior numero di statuette, grande deluso è Re della terra selvaggia che non ne ha intascata nemmeno una. Meglio è andata a Lincoln, Les Miserables e Argo, i favoriti dalla partenza. Anche Tarantino non si è lasciato sfuggire una doppietta mentre la Bigelow si deve accontentare di poco.
Ecco, categoria per categoria, i premi:

MIGLIOR FILM
Lincoln
Silver Linings Playbook
Argo
Amour
Django Unchained
Beasts of the Southern Wild
Life of Pi
Zero Dark Thirty
Les Miserables

Lincoln resta deluso, Argo fa incetta di premi in giro per il mondo! E va bene così perchè Ben Affleck ha fatto davvero un bel lavoro!



MIGLIOR REGISTA
David O. Russell - Silver Linings Playbook
Ang Lee - Life of Pi
Steven Speilberg - Lincoln
Michael Haneke - Amour
Behn Zeitlin - Beasts of the Southern Wild

Mi trovavo in disaccordo già nel vedere Tarantino, Affleck e la Bigelow fuori da questa categoria. Vederla vincere da Ang Lee mi rende ancora più di cattivo umore. Haneke? Zeitlin? Che è successo?

MIGLIOR ATTORE
Bradley Cooper - Silver Linings Playbook
Daniel Day-Lewis - Lincoln
Hugh Jackman -Les Misérables
Joaquin Phoenix -The Master
Denzel Washington - Flight

Daniel entra nella storia conquistando 3 statuette come miglior attore. La sua vittoria era scontata e, pur non avendo la forza di Joaquin, la sua bravura in Lincoln è indiscutibile!


MIGLIOR ATTRICE
Jessica Chastain - Zero Dark Thirty
Jennifer Lawrence - Silver Linings Playbook
Emmanuelle Riva - Amour
Quvenzhané Wallis - Beasts of the Southern Wild
Naomi Watts - The Impossible

A sorpresa non vince la storia di Emmanuelle, la forza di Jessica o la freschezza di Quvenzhané ma la bravura di Jennifer.
La commedia sorpresa dell'anno si porta a casa un premio, e non uno di quelli indifferenti!


MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Alan Arkin - Argo
Robert De Niro - Silver Linings Playbook
Philip Seymour Hoffman - The Master
Tommy Lee Jones - Lincoln
Christoph Waltz - Django Unchained

Waltz continua il sodalizio con Quentin e con la statuetta! Dopo quella vinta con Bastardi senza gloria bissa giustamente, passando in pochi anni dall'anonimato alle stelle. La concorrenza poco agguerrita non aveva speranze.


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Amy Adams - The Master
Sally Field - Lincoln
Anne Hathaway - Les Misérables
Helen Hunt -The Sessions
Jacki Weaver - Silver Linings Playbook

C'ho sperato fino all'ultimo che Helen Hunt la spuntasse ma la scontatissima Hathaway si è imposta anche qui dopo i Golden. Che dire, brava è brava ma la sua recitazione era un po' troppo forzata, meglio la naturalezza spiazzante della Hunt.


MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Brave - Mark Andrews and Brenda Chapman
Frankenweenie - Tim Burton
ParaNorman - Sam Fell and Chris Butler
The Pirates! Band of Misfits - Peter Lord
Wreck-It Ralph - Rich Moore

Tim Burton meritava tutto questo premio. Non solo per essere tornato al gran cinema ma anche perchè la Pixar quest'anno non aveva convinto del tutto. La tradizione vince, comunque, e va bene così.

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DI ANIMAZIONE
Paperman
Maggie Simpson in “The Longest Daycare”
Adam and Dog
Fresh Guacamole
Head over Heels

Paperman è un gioiellino da scoprire e da amare perchè è romanticismo puro! Giustamente vince in questa categoria dove gli avversari erano sotto molti aspetti minori.

FILM STRANIERO
Amour
Kon-Tiki
No
A Royal Affair
War Witch

Meritatissimo. Haneke e il suo doloroso film sbaragliano la concorrenza. Uno dei premi più scontati ma non per questo ingiusto.


SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Argo
Beasts of the Southern Wild
Life of Pi
Lincoln
Silver Linings Playbook

Un film fake diventa soggetto di un film vero. Ovvio che Argo si merita il premio per la sceneggiatura, la sua solidità parte dalla scrittura!

SCENEGGIATURA ORIGINALE
Amour
Django Unchained
Flight
Moonrise Kingdom
Zero Dark Thirty

Quentin in quanto a sceneggiatura è imbattibile! La sua genialità, la sua bravura si vede anche sul piano della scrittura quindi, vista la mancata nomination come regista, accontentiamoci di questa vittoria!


FOTOGRAFIA
Anna Karenina
Django Unchained
Life of Pi
Lincoln
Skyfall

Anche premi tecnici per la sorpresa di Ang Lee. Lincoln qui meritava, la maestria di Spielberg non viene premiata, e questa volta dispiace perchè la fotografia di Lincoln era davvero notevole!

COSTUMI
Anna Karenina
Les Misérables
Lincoln
Mirror Mirror
Snow White and the Huntsman

Tra i film in costume la spunta Anna Karenina, a secco le due Biancanevi.

MONTAGGIO
Argo
Life of Pi
Lincoln
Silver Linings Playbook
Zero Dark Thirty

Anche qui la scelta non era facile. I finali adrenalinici di Zero Dark e Argo valevano il montaggio di tutto il film. A spuntarla è però quest'ultimo, e va benissimo così!

TRUCCO
Hitchcock
The Hobbit: An Unexpected Journey
Les Misérables

Categoria povera di nomination. Qui Lo hobbit aveva qualche chance ma gli si è preferito un più classico Les Miserables.

EFFETTI SPECIALI
The Hobbit: An Unexpected Journey
Life of Pi
Marvel's The Avengers
Prometheus
Snow White and the Huntsman

Sfuma per lo Hobbit anche questa possibilità. Life of Pi fa incetta di premi tecnici.

SCENOGRAFIA
Sarah Greenwood and Katie Spencer (Anna Karenina)
Eve Stewart (Les Miserables)
Rick Carter, Jim Erickson & Peter T. Frank (Lincoln)
Dan Hennah, Ra Vincent e Simon Bright (Lo Hobbit)
David Gropman, Anna Pinnock (Vita di Pi)

A sorpresa vince Lincoln che per quanto avesse curati nei minimi dettagli la sua scenografia non era all'altezza dell'originalità di Anna Karenina e della bellezza de Les Miserables.

COLONNA SONORA
Anna Karenina
Argo
Life of Pi
Lincoln
Skyfall

A scatola chiusa tifavo Italia con Marianelli per Anna Karenina o un bel classico solido come Skyfall. Vince a sorpresa Life of Pi. Incetta di premi questa sera.

MIGLIOR CANZONE
"Before My Time" from Chasing Ice
"Everybody Needs A Best Friend" from Ted
"Pi's Lullaby" from Life of Pi
"Skyfall" from Skyfall
"Suddenly" from Les Misérables

Era una delle vittorie più sicure della serata. Skyfall è bella, emozionante e senza tempo e Adele è fantastica.



24 febbraio 2013

Animazione Pre-Oscar!

Ci siamo! Questa notte è la notte della nottataccia, questa è la notte degli Oscar!
Li seguirò rigorosamente in diretta, lieta di godere di tutti gli spot che gli americani ci inseriscono, commentando le varie mise delle varie star e starlette, aspettando con ansia i premi più importanti, i discorsi (non troppo preparati, si spera) e la conduzione tutta nuova di Mr. Griffin Seth McFarlane!

Per quel che mi riguarda, il cuore è diviso tra l'azione di Argo, la magia di Re della terra selvaggia e la potenza di Zero Dark Thirty e di Amour.
Ma anche Quentin deve portarsi a casa qualche statuetta (quella di miglior attore non protagonista, tanto per intenderci), e pure Helen Hunt (ma tanto la Hathaway è già lì che aspetta di versare le sue lacrimucce di gioia)...
Insomma, nonostante qualche strafalcione le nomination quest'anno sono ricche di grandi film, ora sta all'Accademy sorprenderci senza fare le solite scelte scontate e americane (sì, Lincoln, parlo di te...).

Intanto potete godere del bel montaggio di questo video che racchiude tutti i vincitori finora premiati nelle edizioni precedenti:


Academy Awards: Best Picture Oscar Winners from Nelson Carvajal on Vimeo.

Visto però il mio amore per il cinema di animazione, mi sbilancio sulla suddetta categoria: per quanto la Pixar sia la migliore casa di produzione del settore in circolazione, Brave è stata una piccola disneyana delusione quindi punto tutto Tim Burton. Il suo Frankenweenie -visto finalmente oggi pomeriggio- è davvero una meraviglia, un ritorno al gran cinema e un piccolo gioiello che chi ama e ha da sempre animali in casa apprezza ancora di più!
Sarà difficile per lui sbaragliare la concorrenza, ma almeno Sparky è già sul red carpet!


Detto ciò, in attesa di vedere sfilare sul tappeto rosso le prime star (e di ore ne mancano ancora) ecco 4 dei cortometraggi di animazione in nomination con cui riempire un po' di tempo!
Paperman ha rubato il mio cuore prima di Ralph Spaccattutto ma anche Maggie ha una marcia in più!









Ci si vede fra un po' per commentare tutto in diretta!

Silver Linings Playbook - Il Lato Positivo

Andiamo al Cinema.

In attesa di sapere gli attesissimi verdetti dell'Accademy questa notte, ecco un altro film in corsa per ben 8 categorie.
Nella mia personale maratona mancano ancora Vita di Pi (che continuerò ad evitare con piacere) e Anna Karenina (che vedrò di recuperare appena l'influenza se ne andrà dal mio corpo, perché credo che valga la pena di essere visto su grande schermo).
Ma bando alle ciance, parliamo di Silver Linings Playbook, tradotto in italiano con Il lato positivo, titolo non certo efficace ma rispettoso del significato letterale inglese.


Pat esce da un ospedale psichiatrico dopo 8 mesi di ricovero per aver pestato a sangue l'amante della moglie colto in flagranza di reato. Affetto da un bipolarismo tardamente diagnosticato, da tenere sotto controllo con farmaci, Pat una volta a casa vede come tutti intorno a lui siano anche più pazzi. Dal padre con le sue manie ossessive e rituali sul football, dall'amico che vive succube della moglie che accontenta in tutto e per tutto fino a Tiffany, la donna che da subito lo sconvolge.
Lei è bella, complicata e sopratutto affascinante. Il marito, un poliziotto, è morto in servizio lasciandola vedova e in preda ai sensi di colpa. Il suo modo di reagire è stato lasciandosi andare alla vita facile di prima del matrimonio, facendosi tutto l'ufficio e creando attorno a sé una fama tutt'altro che positiva.
Tra i due si instaura però un rapporto particolare: lui cerca ancora e disperatamente di riconquistare la moglie, lei lo sfrutta per partecipare ad una gara di ballo in cambio di consegnare alla donna le sue lettere.
Si sviluppa così la classica commedia sentimentale in cui l'iniziale diffidenza dei due protagonisti viene con il tempo superata per sfociare nell'ovvio happy end, ma Silver Linings Playbook non è la classica commedia sentimentale americana. A suo modo si interroga sui veri pazzi in questa società, con dei protagonisti così folli che finiscono poi per essere i più sani all'interno del caleidoscopico mondo che li circonda.


Ma quello che differenzia il film e lo rende così speciale da avere così tante nomination per questa notte sta negli interpreti. Bradley Cooper nonostante quella faccia un po così, si dimostra un ottimo interprete facendo dimenticare le sue scorribande da leone, Robert de Niro torna per un momento in carreggiata con un ruolo e un'interpretazione all'altezza del suo nome, Jacki Weaver, la madre, per quanto un po' sacrificata nel suo ruolo è assai convincente, ma su tutti troneggia Jennifer Lawrence. La giovane attrice dopo Hunger Games e Un gelido inverno continua a essere un'Attrice con la A maiuscola che avrà ancora molto da dire nei prossimi anni e che nonostante la giovane età è già alla seconda candidatura agli Oscar.
Sugli attori sembra quindi reggersi questa commedia, sulle loro brillanti intuizioni e sull'alchimia che tra loro si è creata. La regia di David O'Russel non è infatti memorabile e anche se alcune scene sono davvero interessanti, rischiano di apparire già viste. La scena del ballo, ad esempio, per quanto divertente risulterà sempre inferiore e già vista dopo il cult irraggiungibile di Pulp Fiction.
Insomma, Silver Linings Playbook si presenta come una classica commedia americana che non è poi classica, ben fatta, ben interpretata e piacevole. Ma niente di più e niente di meno.



23 febbraio 2013

Re della Terra Selvaggia

Andiamo al Cinema.

Nello spietato mondo di Hollywood può succedere che un piccolo film, con una piccola, grande attrice e un regista esordiente arrivi alla notte degli Oscar. Può succedere perché quel film racchiude in sé tanti piccoli elementi che lo rendono delizioso e che lo fanno entrare nel cuore di chi lo guarda: una storia surreale e originale, una protagonista splendida, una colonna sonora emozionante, una fotografia bellissima e degli effetti speciali tutt'altro che banali che si inseriscono alla perfezione nella trama.
Questo film è Re della terra selvaggia, in corsa con ben 4 nomination agli Oscar che si terranno finalmente domenica e che riporta a quel cinema indipendente e casereccio, girato in 16mm e con attori non professionisti.


Il film è una sorpresa e vede al suo esordio Benh Zeitlin che trae dall'opera teatrale Juicy and Delicious il materiale per costruire attorno all'attrice di 9 anni Quvenzhané Wallis il suo lavoro.
Protagonista assoluta è infatti Hushpuppy, bambina in una baraccopoli sulle coste della Lousiana, dove l'apparente povertà è sopperita dallo spirito unico della sua popolazione: festosa e unita più che mai. Il padre, irascibile ma dal cuore d'oro al tempo stesso, la educa fin da subito al cavarsela da sola, e quando un uragano spazzerà via gran parte degli abitanti mettendo a repentaglio la vita stessa a Bathtub, Hushpuppy dovrà mettere in pratica quanto imparato. Il suo coraggio, la sua determinazione sapranno accompagnarla nella ricerca della madre e nell'affrontare in modo superbo la perdita del padre, malato di cuore.
Accanto a questa storia, come una metafora, si intreccia la lunga corsa, dal disgelo alle prateria, di alcuni Aurochs, cinghiali preistorici, animali giganti, che aumentano la magia del film e che fanno emozionare quando, inaspettato, incontrano Hushpuppy.
La magia in Re della terra selvaggia si incontra però ad ogni scena: il disordine, la sporcizia e la precarietà delle case di Bathtub creano un'ambiente unico che produce un sentimento tutt'altro che diffidente e restio nei suoi confronti. Così come la scena dell'incontro con la madre, che avviene in un atmosfera sognante e luminosa, e fa vedere come la costruzione delle inquadrature non sia mai banale o lasciata a se stessa, ma riesce a provocare un piccolo tuffo al cuore per la bellezza che sa emanare.


Ma c'è poco su cui discutere, il centro incontrastato del film è Hushpuppy/Quvenzhané Wallis.
E' lei la vera regina del film. La sua naturalezza, la sua bellezza e la sua simpatia conquistano al primo sguardo, la sua voce che accompagna fin dall'inizio il film, scandisce tempi e riflessioni. E sarebbe davvero un sogno vederla, lei, la più giovane mai candidata, vincere l'ambita statuetta domani notte!




22 febbraio 2013

Flight

Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).

Denzel Washington non mi mai stato particolarmente simpatico. Non so bene per quale motivo, forse per la sua faccia da duro e puro, forse per i film che negli anni ha fatto, quasi mai entrati nelle mie grazie.
Ecco perché partivo particolarmente prevenuta rispetto a Flight.
Con l'arrivo della notte degli Oscar però, l'ho recuperato, per capire se davvero quella nomination al Denzel era giusta.
E lo è.


Sì, perché il suo William "Whip" Whitaker, è davvero un antieroe come pochi, capace di salvare 96 persone da un disastro aereo mantenendo la calma nonostante -o forse grazie- l'uso e l'abuso di alcool e droga.
L'inizio del film già ti prende al cuore. No, non l'inizio inizio in cui forse solo per far rifare gli occhi a Denzel e ai vari maschietti, una donna -hostess e collega di lavoro- gira ignuda per la sua stanza. L'inizio in cui quel disastro aereo prende piede, quando l'impensabile avviene in un volo di linea e di routine e l'aereo si ritrova a precipitare in discesa libera salvo poi rallentare perché Denzel ha la pensata di farlo capovolgere.
Se dovete prendere un aereo a breve eviterei di vederlo, l'effetto trauma è praticamente garantito e la tensione unita all'ansia che questa scena provoca è davvero da cardiopalma.
Tornando al film, nel momento in cui Whip si ritrova a dover fare un atterraggio di emergenza in un campo, Nicole, tossicodipendente in fase di ripulita, o quasi, finisce in overdose.
Il destino dei due si incrocia nell'ospedale nel quale finiscono ricoverati, con Denzel osannato a eroe da stampa e amici, ma con sulla coscienza quelle 6 vite che non è riuscito a salvare, tra cui quella della hostess iniziale.
Grazie al nuovo status acquisito, Whip sembra volersi dare una ripulita: va a vivere nella fattoria del nonno, getta droga e bottiglie varie, ma la NTSB, incaricata delle indagini sull'incidente, scopre che, quando era in servizio, Whip era sotto l'effetto dell'alcool e della cocaina. Whip diventa così il capro espiatorio ideale da incolpare per l'incidente e la lunga ed estenuante difesa che lo attende lo riporta nel girone infernale della dipendenza, proprio quando Nicole, trasferitasi con lui in campagna, inizia a frequentare gli alcolisti anonimi.


A rendere il film appassionante, al di là della tensione dello schianto aereo, è proprio Washington l'attore. Sì, la sua espressione sofferente, la sua capacità di essere un pilota veramente esperto capace di fare una manovra salvavite mentre intorno a lui si scatena il panico, è lo stesso uomo incapace di affrontare veramente la vita, chiuso in vizi e allontanato dalla famiglia e dagli amici che grazie a questa tragedia riesce a trovare la forza di riscattarsi, di rendersi, attraverso la punizione, migliore.
Se la storia di Nicole viene quindi sacrificata e persa da un certo punto in poi, è solo per favorire il percorso di redenzione di Whip, accompagnandolo tra cadute e colpi di testa fino alla libertà.
Quindi, cara la mia Accademy, anche se sappiamo entrambi che Denzel ha poche possibilità di vincere con Daniel Day-Lewis e Hugh Jackman a ostacolarlo, questa nomination è più che meritata!

(Dimenticavo: nota assolutamente positiva del regista Zemeckis è la colonna sonora: pezzi di culto del grande rock, resi di perfetto accompagnamento)

21 febbraio 2013

Silenzio in Sala

In attesa degli Oscar, la cui nottata sta finalmente per arrivare, al cinema continuano ad arrivare interessanti novità. Sono due i film che hanno qualche nomination, ma anche gli altri non sono da disdegnare!
Ecco cosa non perdere:

Anna Karenina 
Il nuovo adattamento del capolavoro di Tolstoj è affidato alla regia esperta di Joe Wright (Orgoglio e pregiudizio, Espiazione) e a una protagonista d'eccezione come Keira Knightley. Con loro Jude Law, a riproporre l'indimenticabile storia d'amore tra Anna e Aleksej, in un'ambientazione teatrale e una messa in scena che sapranno stupire.





The Sessions 
Mark, colpito dalla polio da bambino e capace di muovere solo la testa, decide di esplorare il mondo del sesso. Assieme a un terapista, inizia a scoprire il suo corpo, instaurando con la donna un rapporto che sembra andare oltre il lavoro. Una splendida Helen Hunt (candidata all'Oscar) e un meraviglioso John Hawkes a dar vita ad un film tenero e spiazzante che sa divertire e commuovere.
Qui la recensione.




Gambit 
Dalla sceneggiatura dei fratelli Coen, Michael Hoffman con Colin Firth, Cameron Diaz e Stanley Tucci ci porta nel mondo dell'arte. Protagonista è infatti un curatore di mostre che decide di aggirare un cliente vendendogli un falso Monet. Ovviamente, la truffa non sarà così semplice.






Gangster Squad
Los Angeles, fine anni '40. La città è nelle mani del malavitoso Mickey Cohen, pronto a sconfinare fino a Chicago. Un agente della polizia non è però parte del giro di corruzione che sembra infinito e mette insieme una squadra per sabotare le azioni del boss. Uno degli infiltrati finirà, inevitabilmente, per innamorarsi della donna di Cohen. Con un cast come Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Anthony Mackie, Josh Brolin ci si aspetta tanto, ma il rischio "frasi ad effetto/tanta azione/nulla di più" c'è.




Beautiful Creatures
In un paesino d'America un ragazzo in lutto si innamora di una strega malvagia e osteggiata dal resto degli abitanti. Il loro amore si nutre della passione comune per la lettura, ma farlo sopravvivere non sarà così semplice. Jeremy Irons, Viola Davis, Emmy Rossum tra i protagonisti per un film che bussa alle porte della fantasia.





Captive
2001. Un manipolo di terroristi fa ingresso in un hotel in un'isola delle Filippine, prendendo i turisti presenti come ostaggi. Le trattative per avere favori politici e militari si arenano dopo poco mentre i sopravvissuti continuano ad essere tenuti in scacco nella giungla filippina. Saranno liberati dopo un anno di perenne fuga. Brillante Mendoza con Isabelle Huppert dà vita a fatti realmente accaduti.

20 febbraio 2013

The Sessions

Andiamo al Cinema.

Fare film con protagonisti disabili è sempre rischioso.
Da un lato si può finire per essere ruffiani, sfruttando la facile commozione del "caso umano", dall'altro si può essere troppo superficiali, troppo insolenti nel trattare la malattia.
Dopo il successo strepitoso di Quasi amici il rischio si fa ancora più grosso. Il film francese riusciva infatti a mescolare sapientemente ironia e momenti toccanti, senza mai scadere nel ridicolo.
The sessions fa di più. Immerso nel magico universo indie americano (non a caso ha vinto il premio del pubblico al Sundance) e con protagonisti di eccezionale bravura, regala non solo uno sguardo nuovo e disincantato sulla disabilità ma lo fa senza far pesare la situazione, facendoti divertire e piangere in modo del tutto naturale.



Mark O'Brien ha contrattato la polio all'età di 7 anni. Da allora è infermo, i suoi muscoli sono atrofizzati e riesce a muovere solo la testa. Profondamente cattolico vede il suo stato come una perenne colpa ma questo gli ha permesso comunque di laurearsi in lettere e di diventare un poeta ed uno scrittore. La sua vita prende una nuova svolta quando decide di licenziare la sua assistete assumendo la giovane e bella Amanda. Con lei si creerà da subito un'intesa particolare, ma quando Mark le dichiarerà il suo amore, la ragazza deciderà di andarsene. Vera, la sua sostituta, arriva nel momento stesso in cui Mark riceve da un giornale l'incarico di scrivere un articolo sul sesso per i disabili ("On Seeing a Sex Surrogate", da cui il film è tratto). Nelle numerose interviste che seguono, Mark capirà che persone con più problemi di lui hanno una vita sessuale appagante e decide così di rivolgersi a Cheryl, una professionista -una terapista del sesso- per iniziare a conoscere il suo corpo e a provare piacere. In un lungo percorso, travagliato ma appagante allo stesso tempo, tra Mark e Cheryl si instaurerà un rapporto profondo, che sembra andare oltre il lavoro.


Se John Hawkes è indiscutibilmente bravo a dare un'ironica e scanzonata voce a Mark (alcune battute sono assolutamente imperdibili), non da meno è Helen Hunt, il cui personaggio è volendo ancora più forte. La sua Cheryl è moglie e madre che lavora con il sesso, che insegna agli altri il piacere ma che non può rimanere indifferente al fascino e alla simpatia di Mark.La naturalezza con il qual mostra il suo corpo si contrappone a quello chiuso e da scoprire del suo paziente. Attorno a loro, gravitano una serie di personaggi che arricchiscono e rendono ancora più speciale il film: da padre Brendan (un inaspettato William H. Macy) capace di essere un amico prima di un confessore che da un volto diverso alla Chiesa che ci si aspetta, a Vera, assistente seria e protettiva.
Tutto questo rende The sessions una pellicola speciale e da scoprire, lasciando da parte stereotipi e ruffianerie, perché riporta una storia vera nel modo migliore possibile: facendo divertire e facendo riflettere, attraverso le parole e attraverso l'amore.

19 febbraio 2013

Zero Dark Thirty

Andiamo al Cinema.

Kathryn Bigelow ci riporta in guerra. Dopo lo splendido The hurt locker che mostrava la dura vita degli artificieri in Iraq, questa volta la regista premio Oscar fa luce sulla caccia all'uomo più importante della storia contemporanea: quella a Osama Bin Laden.
Catturato il 2 maggio 2011, con molti aloni di mistero a circondare l'accaduto, Zero Dark Thirty dà una sua versione dei fatti, perché nonostante si basi su fatti e testimonianze concrete, in America il lavoro è stato tacciato di falso storico.


Zero Dark Thirty è sicuramente meno di impatto del suo precedente, lì la tensione era palpabile ad ogni inquadratura, sottolineata da un sonoro perfetto, qui la storia da raccontare è invece decisamente più complessa, attraversando anni e Paesi.
Non aspettatevi però la classica americanata patriottica, perché, e questo è il punto di forza dell'intero film, si è di fronte ad un'ossessione, ad una caccia con un'unica preda ma anche con un'unica cacciatrice. Si tratta di Maya, ingaggiata dalla CIA subito dopo la scuola e con l'unica missione di fermare l'escalation degli attacchi terroristici partita dopo l'11 settembre.
Partendo dallo schermo nero, con le chiamate e i servizi televisivi sulla tragedia di New York a riempire il vuoto, si parte per una vera e propria escursione storica, dove si toccano l'esplosione nella metro di Londra, il camion bomba nell'hotel Marriot di Islamabad, l'attentato nella base della CIA in Afganistan. In tutti questi anni e in questi luoghi si muove Maya, agente in servizio che mette la sua intera vita al sevizio dell'agenzia. E' lei la protagonista assoluta del film, incarnata alla perfezione da Jessica Chastain che ne fa un personaggio scomodo, certo, ma risoluto e assolutamente dedito al lavoro. Nei suoi 12 anni di servizio, infatti, 9 saranno dedicati a trovare Bin Laden, e quando la possibilità concreta di averlo trovato si affaccia non saranno i capi né i colleghi a fermarla. Anzi, questi scontri e questi ostacoli non faranno altro che aumentare la sua tenacia e la sua forza di volontà.


Dopo le 2 ore trascorse, senza un filo di noia, il film subisce qui un'impennata con "I canarini" -la squadra speciale addestrata in incursioni flash- entra nel covo del terrorista. Zero Dark Thirty questo significa, agire in un orario dalla mezzanotte alle 4, con il buio come alleato. L'azione si fa dunque adrenalinica, la Chastain scompare dallo schermo per lasciar posto a una ricostruzione dell'accaduto che tiene inchiodati alla poltrona.
Dopo quest'ansia, questa tensione, tutto esplode nella gioia, nella soddisfazione. Ma non può finire qui. Perché la Bigelow non mostra la faccia dell'America patriottica e orgogliosa del suo operato, mostra invece le lacrime che affiorano dagli occhi di Maya, con la consapevolezza di aver fatto la storia a discapito della sua vita, che ora, solo ora, può iniziare.


18 febbraio 2013

John Travolta Day - Hairspray

Dalle menti che hanno creato il Nicolas Cage Day, ecco che oggi si celebra il giorno di John Travolta!
Sì, perché ben 59 anni fa, nasceva quella che è stata un'icona degli anni '80 e '90, che dopo i successi di pellicole come Pulp Fiction o Senti chi parla, si è lasciato un po' andare tra cibo e scandali privati...
Così ho deciso di celebrarlo con un film che ne ha sancito il ritorno, in abiti non convenzionali, nel magico mondo del musical!
Sì, perché John Travolta non è solo Grease e Staying Alive, è anche Hairspray!

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Partiamo dalla trama.


Baltimora, anni 1962. Il nostro John veste le ingombranti vesti di Edna Turnblad, casalinga agorafobica, sposata con l'affascinante e un po' imbranato Wilburn (Christopher Walken) e madre di Tracy, anch'essa giusto un po' in sovrappeso.

 La storia inizia quando Tracy, decide di partecipare ai casting per entrare a far parte del Corny Collins Show, programma televisivo che impazza in città, dove ragazzi e ragazze ballano e cantano al ritmo del beat anni '60, capitani dal rubacuori Link (Zac Efron) e dalla classica perfida Amber. La madre di lei, Velma (l'altrettanto arcigna e magra Michelle Pfeiffer), dirige baracca e burattini nella speranza di vedere trionfare la figlia come star dello show e come reginetta della città.
Tracy, grazie ad un maestro d'eccezione come l'amico di colore Seaweed, sbaraglia la concorrenza e riesce ad entrare nel cast e avvicinarsi  al suo idolo, mettendo in discussione la superiorità di Amber per la sua splendida voce.
Non va dimenticato, però, che ci si trova nel retrogrado e razzista sud, e infatti una volta al mese, viene organizzato il Negro Day, in cui ragazzi e ragazze di colore diventano i protagonisti dello show. Ma proprio perché Velma e gli altri dirigenti si sentono minacciati dal successo del Negro Day, questo viene chiuso, scatenando proteste e sommosse che vedono Tracy e Edna in prima linea per rivendicare i diritti di amici e conoscenti.

Tralasciando la trama che è di per sé già interessante mostrando il classico scontro tra generazioni e soprattutto tra stereotipi in età scolare, il bello di Hairspray sta non solo nel vedere la bellezza del grasso (così come recita il fantastico sottotitolo italiano "Grasso è bello") ma nelle musiche.
Divertenti, un po' retrò, e scatenate, le canzoni che compongono la colonna sonora sono un invito a lasciarsi andare e a ballare!
Ecco quindi che tra i protagonisti si staglia il nostro John, e non solo per la mole che lo circonda (per calarsi  nei panni di Edna ha dovuto indossare una panciera di 100 chili), ma per la caratterizzazione del suo personaggio. Visto che già in teatro Edna era interpretata da drag queen, Travolta non fa altro che omaggiare la tradizione rendendosi buffo, adorabile e quanto mai credibile come madre protettiva e chiusa in se stessa che trova la forza di lasciarsi andare spinta dall'irrefrenabile energia della figlia.
Tracy scuote la madre con la sua voglia di emergere nonostante il fisico non certo da pin up, grazie alle amicizie in cui il colore della pelle non centra, grazie ad una scatenata voglia di emergere. Travolta riesce così ad oscurare la stella di Zac Efron, che in Italia -ovviamente- lo aveva scalzato dal primo piano della locandina, proprio perché rispolvera con classe il suo passato di ballerino e cantante formidabile di Grease.
Il film non si regge solo sulle sue possenti spalle, certo, la vera protagonista resta Tracy/Nikki Blonsky con la sua splendida voce, ma il nostro festeggiato grazie al suo destreggiarsi con classe con i chili di troppo dà una mano alla riuscita del film.
Colorato, divertente e assolutamente immerso in quei pazzi anni '60, Hairspray non è solo un bel musical ma è anche un bel film che ha riportato l'attore alle sue origini!
Quale modo migliore di rendergli omaggio, quindi?



Come me, hanno deciso di celebrare il John Travolta Day:

17 febbraio 2013

From Anything to Reborn

Questa domenica, permettetemi di fare un po' di pubblicità!
Si tratta di un gruppo che adoro, che seguo da quando si e' formato e che sta crescendo!
Ecco i From Anything to Reborn, che hanno finalmente rilasciato il loro primo video.

Li trovate su facebook qui
E su youtube qui sotto:




(N.B. Il fatto che il batterista sia un bel giovine non influisce minimamente sul mio giudizio)


Rumors Has It

Notizie in Breve

Già la settimana scorsa si era parlato di How to catcht a monsters, l'esordio alla regia di Ryan Gosling. Il cast si amplia ancora e dopo i già confermati Matt Smith, Christina Hendricks ed Eva Mendes, arriva anche la sempre più promettente Saoirse Ronan! Il tutto si fa sempre più interessante, le riprese inizieranno a maggio!

E' da poco cominciata la seconda stagione, ma già Black Mirror aveva fatto parlare di sé. I tre episodi/cortometraggi che componevano la prima stagione della miniserie inglese sono arrivati ad interessare il mondo di Hollywood. Pare infatti che Robert Downey Jr. produrrà un intero film basato su The entire history of you (il terzo capitolo), un dramma ambientato in un mondo futuro ma allo stesso tempo retrò in cui grazie ad un congegno ogni cosa che vediamo viene registrata e può essere rivista all'infinito.

Manca poco all'uscita di Monsters University ma come già scritto, la Pixar non se ne sta con le mani in mano! Finalmente si sa il titolo di una delle prossime lavorazioni: The inside out, ambientato all'interno del corpo di una bambina dove si aggirano strani esseri che ne manovrano le reazioni. Alla regia Pete Docter (Monsters & Co., Up) alla sceneggiatura Michael Arndt (Little Miss Sunshine, Toy Story 3)... non serve dire che l'attesa è alle stelle!

Berlinale: I vincitori
Si è concluso ieri il Festival del cinema di Berlino. I film in concorso spaziavano per provenienza e genere anche se quelli che hanno fatto parlare più di sé sono stati quelli a tema erotico. Da Don Jon’s Addiction e Interior. Leather Bara a Lovelace, Berlino non si è fatto mancare nulla, ma ad essere premiati sono stati i seguenti titoli:


  • Orso d’Oro Miglior Film: Child’s Pose di Călin Peter Netzer


  • Orso d’Argento Gran Premio della Giuria: An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanovic


  • Orso d’Argento – Miglior Regia: David Gordon Green, Prince Avalanche


  • Orso d’Argento Miglior Attrice: Paulina Garcia in Gloria


  • Orso d’Argento Miglior Attore: Danis Tanovic in An Episode in the Life of an Iron Picker


  • Orso d’Argento Miglior Sceneggiatura: Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi


  • Orso d’Argento Miglior Contributo Artistico: Aziz Zahmbakyjev per la fotografia di Harmony Lessons


  • Miglior Opera Prima: The Rocket di Kim Mordaunt

16 febbraio 2013

Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà

Bond, James Bond - 50 anni e non sentirli.


In occasione dei 50 anni del più famoso agente segreto del mondo, In Central Perk ha deciso di buttarsi a capofitto in questo mondo di spie e doppi giochi! Siamo al numero 6.





Sean Connery lascia, per un solo capitolo, le vesti eleganti di 007. A sostituirlo arriva George Lazenby, attore australiano allora sconosciuto, che con ironia si cala nei panni di un James Bond a cui non siamo abituati.
Smaliziato, donnaiolo incallito ma senza quel fascino consapevole a cui lo scozzese ci aveva abituato. Sono molte le regole infrante in questo nuovo episodio: prima di tutto, cosa che sconvolge, James si sposa! Si, lui, la spia integerrima e sciupafemmine cede al fascino della bella e ricca contessa Di Vincenzo finendo per portarla all'altare dopo le numerose avventure che li vedono protagonisti. Secondo: il rapprto con l'MI6 si fa delicato, con 007 che chiede il licenziamento dop che il caso SPECTRE gli viene tolto.
Il nemico da battere è infatti ancora una volta la misteriosa organizzazione, rifugiatasi nelle innevate cime svizzere dove un manipolo di ragazze belle e disinibite viene curata a suon di ipnosi. Ovviamente dietro a tutto questo c'è lui, Ernst Stavro Blofeld, non più pelato, non più sotto le sembianze di Donald Pleasence ma in quelle di Telly Savalas, decisamente più capelluto e per questo poco riconoscibile. Il suo piano è quello di usare le ragazze per degli attacchi terroristici in giro per il mondo in modo da diffondere un virus di cui solo lui possiede la cura. Bond, dopo aver sedotto un paio di loro e compreso il pericolo, si lancerà a combattere Blofeld e poi verso una fuga contro il tempo per riuscire a fermarlo.
Tutto questo mal si accorda con l'inizio porteghese in cui James incontra Tracy Di Vicenzo, pregato dal padre di lei di distrarla e renderla sua sposa in cambio delle informazioni che lo portano a Berna.

Condito con molta più ironia del solito (si veda l'inizio con Lazenby che guarda in macchina esclamando "" intendo proprio Sean o lo stratagemma di Miss MoneyPenny per trattenere in servizio Bond), pecca per la mancanza di carisma del suo protagonista e per una trama complessa e scollegata. Non è certo uno dei migliori capitoli della saga, anzi, in molti lo ritengono uno dei peggiori, tra inseguimenti sempre più improvvisati questa volta a bordo di bob o di sci e dialoghi senza quella forza espressiva di un tempo.
Il finale, decisamente amaro e triste che promette vendetta, e i momenti ricordo al momento del presunto licenziamento di Bond dall'MI6, rendono più interessante il tutto. Fortuna, però, che Connery torna!


15 febbraio 2013

50 e 50

E' già Ieri. -2011-

Ultimamente si assiste ad un certo interesse da parte di Hollywood per il tema del cancro. Dalla serie televisiva The big C fino alla poesia di Gus Van Sant ne L'amore che resta. Questo perché, si sa, mettere in scena un argomento forte e più che mai attuale che ben sottolinea la lotta per la vita, fa  sì leva sui sentimenti e sull'identificazione del pubblico con la situazione ma è anche un modo per sensibilizzare questo pubblico, per affrontare la morte da un'altra prospettiva.
Così fa infatti Jonathan Levine in 50 e 50, una commedia dal sapore dolceamaro che vede per protagonista un giovane 30enne che si riscopre malato di una rara forma tumorale e che per combatterla dovrà ristabilire un equilibrio in una vita non perfetta.
La ragazza apprensiva ma non passionale che si scopre tradirlo è incapace di assisterlo, la madre è oppressiva e assillante, il padre è malato di Alzheimer e non capisce la situazione attorno a lui, il suo migliore amico lo usa come scusa per rimorchiare e sembra non prendere nulla, nemmeno la malattia, seriamente.
Per affrontare tutto questo turbinio di situazioni, Adam si affida all'aiuto di una psicologa che nonostante la giovane età e la poca esperienza (Adam è il suo terzo paziente) sarà il legame e il confronto necessario ad aiutarlo ad esternare la rabbia e la frustrazione, la paura per quelli che potrebbero essere i suoi ultimi mesi.

Il percorso non convenzionale della cura si può benissimo adattare all'intero film. Rendere ironicamente la malattia nei suoi alti e bassi, soffermandosi sul rapporto diverso con cui gli anziani si rapportano ad essa, ma soprattutto sdrammatizzando il malessere grazie ad un abbondante uso di grezza comicità ad opera di Kyle, il migliore amico di Adam, tanto scanzonato quanto dal cuore d'oro.
Joseph Gordon-Levitt si conferma come stella nascente nel firmamento hollywoodiano donando una nuova e splendida interpretazione dopo i successi di (500) giorni insieme e Inception, riuscendo ad essere bello e carismatico anche senza una folta capigliatura. Il suo Adam è fragile e alienato, ma per una volta grazie ad un amore che è universale (e comprende quella che potrebbe essere la donna giusta, il suo migliore amico, la famiglia e i nuovi amici) dona speranza e commozione in modo nuovo ed intenso.


14 febbraio 2013

Silenzio in Sala

Un classico di San Valentino? Cena+Cinema!
Ma viste le varie proposte non così allettanti in uscita da oggi, é meglio dare qualche consiglio. Per non deludere il partner e rovinare la serata, o per non sprecare i soldi nel weekend in film che non degno di nota, evitate i vari Siani & Ceccherini o l'ennesimo sequel targato Die Hard, buttatevi invece su questi titoli:


Noi siamo infinito 
Un film di formazione che già dal trailer ti conquista. Come? Personaggi belli e bravi, disegnati magnificamente, l'ambientazione scolastica che racconta le paure e l'angoscia dell'adolescenza con l'amicizia che si fa salvificante e una colonna sonora marchiata anni '80 perfetta.
Il romanzo del 1999 era già un cult oltreoceano, ora il suo scrittore, Stephen Chbosky, lo ha trasposto su grande schermo con Emma Watson, Ezra Miller e Logan Lerman come protagonisti.
Per nostalgici con un passato scolastico difficile.




Blue Valentine 
Arriva anche in Italia, con il colossale ritardo di due anni e più, un film che poco si adatta alla sera romantica di San Valentino perché racconta, con estrema realtà, la fine di un amore. Dal colpo di fulmine e il romanticismo degli inizi, alla apatia dell'oggi, Michelle Williams (per questa interpretazione nominata agli Oscar) e Ryan Gosling sono perfetti.
Astenersi romantici incalliti e sognatori, potreste ricevere un brutto colpo.
Qui la recensione.




Promised Land 
Dopo il piccolo capolavoro di Restless, Gus Van Sant torna al cinema impegnato. Lo fa con una storia sull'America di oggi, dove gli agricoltori colpiti dalla crisi vengono aggirati da una multinazionale pronta a comprare i loro campi e iniziare l'estrazione di gas naturale. Steve Butler è l'agente mandato per le trattative, ma si dovrà scontrare con un duro attivista ambientale che metterà le cose allo scoperto. Matt Damon e John Krasinski oltre ad essere i protagonisti sono anche gli sceneggiatori, con il primo che doveva -inizialmente- stare pure dietro la macchina da presa.




Viva la Libertà 
In tema con gli onnipresenti comizi politici, anche al cinema arriva la corsa alle elezioni. Questa campagna elettorale è però molto diversa e molto più significativa, con un politico alla sbando -tra valori, partito e famiglia in conflitto- che fugge a Parigi dove ritrova l'amante di un'estate. A sostituirlo in Italia ci pensa il fratello gemello, professore di filosofia bipolare, che inaspettatamente si dimostra degno se non migliore sostituto, smuovendo a dovere la coscienza dei cittadini.
Tony Servillo è una garanzia, con lui, Valerio Mastandrea e Valeria Bruni Tedeschi.

13 febbraio 2013

Blue Valentine

Andiamo al Cinema.


Sezionare un amore, dalla sua nascita alla sua fine. Capire cosa è andato storto, partendo dalla passione sfolgorante fino alle incomprensioni e alla quotidianità che uccide ogni emozione.
Blue Valentine fa questo, ci racconta non una storia d'amore splendida e sognante, ma una storia d'amore reale, che poco ha a che fare con le commedie zuccherose di Hollywood.
Protagonista  una coppia come tante, Cindy e Dean, divisa tra lavori non amati, una figlia da crescere e un'apatia latente. Ma il loro inizio era tutt'altro, un colpo di fulmine, una gravidanza che sconvolge entrambi ma che li unisce ancora di più contro le avversità che devono affrontare.
In un viaggio che dovrebbe tornare ad unirli, con lui mosso a recuperare i pezzi di un matrimonio sempre più frantumato, si ritrovano in un'asettica "stanza del futuro" in un motel per amanti. Ma lì né l'alcool né le liti furiose sembreranno far tornare il treno sui binari, facendoli invece deragliare nell'accecante consapevolezza di come tutto tra loro sia finito.
I ricordi di ognuno affiorano, le risate, la complicità e la passione sono passati. Così come la luce, i colori, che in Blue Valentine sembrano vivere solo nella memoria (e rappresentati con uno splendido 16mm), lasciando un grigiore e un'ombra sul presente.


Ad interpretare queste due anime in una deriva solitaria, due attori al meglio di sé che in questi anni continuano a mietere consensi: Ryan Gosling e Michelle Williams, con quest'ultima giustamente nominata agli Oscar due anni or sono.
Sì, perché nonostante questa nomination, nonostante la presentazione al 27esimo Sundance Festival e il plauso riscosso dalla critica, il film arriva nelle nostre sale con ben due anni di ritardo.
Come sempre la distribuzione italiana si lascia scappare perle come questa e anche quando riesce a recuperarle, decide di programmare un film amaro e vero, nel giorno di San Valentino, quando coppiette felici si aspetteranno la solita commedia zuccherosa americana. Troveranno invece la forza del regista Derek Cianfrance che racconta senza filtri la realtà così com'è, con una fotografia che la esalta e la rende ancora più intensa, ma che lascia ben poca speranza all'amore.