30 aprile 2020

Vivarium

È già Ieri -2019-

- Cosa c'è di peggio di restare chiusi in casa e non riuscire più ad uscirne?


Ok, domanda sbagliata visto il momento.


- Cosa c'è di peggio di non avere altra interazione per giorni, mesi, se non con il/la proprio/a compagno/a? Che per quanto il rapporto sia stabile, felice e dal futuro roseo, il rischio è che si deteriori?


Ho sbagliato ancora, maledetti giorni nostri...

- Allora proviamo con questa domanda: cosa c'è di peggio di non poter uscire dal proprio quartiere, solo per pochi passi, che finiscono per ripetersi all'infinito, che non permettono ad altri di entrare, a noi di uscire?
La spesa, beh, quella ci viene consegnata direttamente a casa.
Ma nessun contatto con il fattorino, sia mai!


Ok, va bene, ho capito: Vivarium non è il film adatto alla quarantena che stiamo vivendo.
O forse sì.

29 aprile 2020

The Hunt

Andiamo al Cinema su Chili

In America ancora prima di uscire ha scatenato l'inferno.
Con lo stesso Trump che non avendo di meglio da fare, non pensando di avere un Paese da governare, ha voluto dire la sua:


Si parla di The Hunt, uscito dalla penna del quanto mai prolifico -ultimamente- Damon Lindelof e di Nick Cuse, che schiera sul suo campo rossi contro blu.

28 aprile 2020

The Plot Against America

Mondo Serial

Tutti prima o poi si cimentano con i what if della storia.
Lo ha fatto anche Philip Roth immaginando un'America che non scende in campo contro i nazisti, ma anzi ci si allea.
Immaginando la scalata al potere del pilota di aviazione Charles Lindbergh, capace grazie alla sua fama e al non-interventismo (Vota Lindbergh o Vota la guerra!) di sconfiggere Roosevelt alle elezioni, di far valere le sue simpatie tedesche ma soprattutto il suo odio contro gli ebrei.
HBO ha deciso di fare di The Plot Against America una miniserie: 6 episodi per raccontare questa storia alternativa ma tragicamente attuale.
Tutta raccontata dal punto di vista della famiglia Levin, il grande alter ergo della famiglia Roth.

27 aprile 2020

Il Lunedì Leggo - Il Tempo Invecchia in Fretta di Antonio Tabucchi

Abbiamo anche troppo tempo per pensare al tempo che passa.
O forse, in realtà, sempre lo facciamo.
Rimuginiamo, ricordiamo, riviviamo.
Lo fanno anche i protagonisti di questi 9 racconti, in cui il tempo per loro si ferma, si riavvolge, cambia, rivive, appunto.
Piccole storie, piene di Storia.

26 aprile 2020

La Domenica Scrivo - Better Call Saul (di un recupero dovuto, di una quinta stagione incredibile)

Saul si meritava una Domenica tutta per sé.
Gliela dovevo per com'è iniziato il nostro rapporto.
Tentennante.
Decisamente.
Uno spin-off da una serie osannata e consacrata, nel mio podio delle migliori serie TV di sempre (al secondo gradino, però, superata da Mad Men, seguita ex aequo da Sons of Anarchy e Halt and Catch Fire, se siete curiosi) che partiva svantaggiato ma allo stesso tempo forte di due characters come Saul e Mike da poter sviluppare e conoscere meglio nelle loro origini.
La sensazione, in quel 2015 dopo tanta curiosità e tante paure, è che si iniziasse piano, lentamente, per poter poi esplodere.
Un po' com'era stato con Breaking Bad.
Che solo dalla terza stagione mi aveva vista persa e coinvolta.
Il beneficio del dubbio restava, allora, ma l'anno dopo, con la seconda stagione, quel qualcosa non è esploso: la bellezza c'era, gli ingredienti pure ma a dominare erano ancora quei ritmi dilatati e la sensazione dilagante di non essere nel mood, di non avere la pazienza di aspettare ancora.
E mollai il colpo.

25 aprile 2020

Tigertail

Andiamo al Cinema su Netflix

Il tempo che passa.
Le decisioni prese che non sembrano più così giuste.
L'ostinazione ad andare avanti.
I rimorsi che non possono che essere rimuginati in solitudine, nel silenzio.
Sono le cose che fanno più male.
L'orgoglio, il rimpianto.


Si parte da un passato lontano, fatto di distese verdi immense, di libertà pur sotto i controlli militari di Taiwan, che se sei un bambino non capisci.
Ma quel verde lo si abbandona a favore della città.
Dove c'è lavoro, ma dove ci sono anche meno soldi.
Si vive lo stesso, si sta stretti in una casa dove c'è comunque amore e si cresce con la voglia di rifarsi, di rivalersi, sognando quell'America lontana che promette grandi cose, che regala grande musica.
Di mezzo, l'amore.
Di mezzo, sempre lei: Yuah-Lee compagna di avventure fra quelle risaie d'infanzia, ora fidanzata a cui non si mostra la povertà, con cui ridere, amarsi, scherzare, scappare da ristoranti troppo pretenziosi.
Ma il tarlo è lì, e continua a rodere Pin-Jui.
Che vuole di più, sogna l'America.

24 aprile 2020

Bombshell - La Voce dello Scandalo

Andiamo al Cinema  su Prime Video

Era ovviamente solo questione di tempo.
Il ciclone #MeToo doveva abbattersi nel mondo del cinema in un altro modo: non solo tra indagini giornalistiche e tribunali, ma in film che lo raccontassero.
In attesa di capire quando arriverà un titolo riguardante il lavoro svolto da Ronan Farrow e la sua equipe di giornalisti su Harvey Weinstein, si parla di Roger Ailes.
Lo si fa con un film che doveva uscire in sala con estremo ritardo in marzo, che dopo essere passato per i Golden Globe e gli Oscar (uscendone a mani vuote), è approdato su Prime Video.
Il cast -il titolo richiede questa battuta- è una bomba.
Sotto sedute di trucco impressionanti ci sono Nicole Kidman e Charlize Theron, c'è poi una naturale Margot Robbie, c'è un viscido John Lithgow e c'è praticamente qualunque volto visto sul piccolo schermo ultimamente: Alison Janney, Kate McKinnon, Rob Delaney, Mark Duplass, Liv Hewson, Connie Britton, Jennifer Morrison tanto da poter passare il tempo a riconoscerli e cercare di incasellarli.

23 aprile 2020

Never Rarely Sometimes Always

A volte non serve essere parte di una comunità religiosa per essere tagliati fuori dal mondo.
Basta essere una donna, una ragazza, parte di quei paesini rurali e di provincia, dove niente succede, dove tutto succede dietro tante facciate.
Dove la birra non manca mai nel frigo di casa, dove fischiare, lasciarsi andare a commenti e comportamenti pesanti non viene visto come offensivo.
È qui che abita Autumn, qui che deve fare i conti con una gravidanza non desiderata, non voluta.
Sola, con una situazione familiare inquadrabile in pochi sguardi, in poche battute, trova il coraggio di andare in un consultorio dove l'aborto non è contemplato, è quanto mai sconsigliato.
A 17 anni, con il mondo contro e una pelle dura da scalfire, che fare?

22 aprile 2020

Confessions of a Teenage Jesus Jerk

È già Ieri -2017-

Dagli ebrei ultra-ortodossi ai Testimoni di Geova, ma la sostanza non cambia.
Non ci sono violenze fisiche, solo una continua tortura psicologica che va a limitare la libertà, che va a condizionare una vita intera.
Come fare nei tumulti dell'adolescenza a non pensare al sesso?
A non volerlo fare?
A non poter toccare le varie basi, a non poter nemmeno stringere la mano di quella ragazza che ha accettato di stare insieme?
E come non mentire, poi, ai genitori come ai capi della congregazione, con il rischio di deluderli, di essere escluso per sempre e cacciato di casa?
Sono pesi che un adolescente non dovrebbe portare, ma Gabe vive la sua vita cercando di essere retto e onesto, pur non riuscendo a scivolare, a concedersi pensieri e atti impuri.

21 aprile 2020

Unorthodox

Mondo Serial

Siamo a New York, siamo nel quartiere di Williamsburg tanto amato dai graffittari, ma sembra di essere in un'altra epoca.
Senza internet, senza comunicazioni con il mondo esterno, un solo obiettivo: non dimenticare quei 6 milioni di ebrei uccisi durante l'Olocausto, continuarne la dinastia, sposandosi giovani, dando alla luce più figli possibili.
Chi non si allea, chi non sta alle regole, non è il benvenuto.
È la chiusa comunità chassidica, ebrei ultra-ortodossi che sopravvissuti dopo la II Guerra Mondiale si sono riuniti nelle coste americane.
Di questa comunità fa parte Esty.

20 aprile 2020

Il Lunedì Leggo - Il Curriculum di Dio di Jean-Louis Fournier

Non hai idea di chi si è presentato oggi all'ufficio di collocamento!
Dio!
Dico, Dio in persona!
Si annoiava, diceva, fatto l'Universo, popolata la Terra non sapeva più che farsene del suo tempo eterno ed è sceso a cercare lavoro.
Le comiche!
Di questi tempi, un lavoro!
C'è da dire che il suo curriculum era strabiliante, una creatività pari a pochi, pensa agli animali, in tutta la loro varietà. Gli uccelli, in particolare, si è divertito a farne di diversi modelli. O al senso del colore... che tramonti che ha fatto, e ci prende pure i diritti!
Gliel'abbiamo chiesto, ovvio.
Che bisogno c'è di lavorare se può tranquillamente vivere di rendita?
La noia, ancora una volta, un figlio scapestrato e dalle mani bucate (concedetemela)...

19 aprile 2020

#LaPromessa2020 - L'altro Uomo o Delitto per Delitto

Da quando ho iniziato a stipulare La Promessa, Hitchcock non è mai mancato.
Sarà che ho visto troppo poco del Maestro del brivido, o semplicemente che certi vecchi classici sono... beh, dei classici.
In questo strano 2020, anche se La Promessa l'ha fatta il migliore amico, un film di Hitchcock c'è, chiesto espressamente dalle regole di casa.
La scelta è stata meno scontata del previsto, con un titolo fra i meno noti.

18 aprile 2020

The Innocence Project

Settimana Crime

Neanche a farlo apposta, Netflix copre l'ultimo giorno di questa settimana dedicata al Crime con una nuova docuserie uscita di fresco mercoledì.
Una serie che va a presentare più casi, tutti sostenuti, portati avanti, difesi da The Innocence Project:
lo studio legale con sedi in tutta l'America (e anche nel mondo, Italia compresa) partito per scagionare attraverso il test del DNA chi ingiustamente in carcere e sempre alla difesa di chi si proclama innocente.
Il progetto fondato da Barry Scheck e Peter Neufeld si era già visto al fianco di Steven Avery e negli omicidi di Ada di cui si è parlato ieri.
Qui vengono analizzati altri 8 casi in 9 episodi dalla durata variabile, dividendoli in tre diverse variabili che non dovrebbero più essere accettate dal Sistema Giustizia: i testimoni oculari, le prove scientifiche opinabili, la condotta spregevole di poliziotti e procuratori.

17 aprile 2020

Innocente

Settimana Crime

C'è stato un periodo della mia vita in cui mi immaginavo fare arringhe in un'aula di tribunale, difendere gli innocenti, perorare cause.
Il merito va ad Ally McBeal e allo studio più prestigioso e divertente in cui voler lavorare e a John Grisham, i cui romanzi erano ovviamente parte della libreria di famiglia.
Ne esisterà una in Italia senza?
Scopro solo grazie a Netflix che fra tutti i (40) romanzi che Grisham ha scritto, solo uno si discosta dalla fiction e abbraccia il genere saggistico: The Innocent Man - Murder and Injustice in a Small Town.

16 aprile 2020

The Case Against Adnan Syed

Settimana Crime

Serial è stato il primo podcast che ho ascoltato nella mia vita.
E probabilmente è stato così per molti.
Un podcast crime, che ha visto i numeri degli ascoltatori crescere di giorno in giorno, di settimana in settimana. Ha visto persone finalmente venire a conoscenza del mondo dei podcast e i podcast di per sé esplodere, segnando un nuovo modo (seppur vecchio) di informare e intrattenere.
Serial non faceva altro che scavare in un vecchio caso di omicidio, risolto, ma con il colpevole che continua a dichiararsi innocente.
Adnan Syed, in carcere da quasi 15 anni, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata, Hae Min Lee.
Il tutto alla fine degli anni '90, nella caotica, sanguinolenta, Baltimora.

15 aprile 2020

Don't F**k with Cats - Giù le mani dai gatti

Settimana Crime

Dalle tigri ai gatti, ma questa storia è molto più cupa, molto più sinistra di quella di Joe Exotic.
Produce sempre Netflix, che se non si è capito punta forte sul crime accontentando chi -come me- non riesce a farne a meno.

Parte tutto da un macabro video che spunta all'improvviso in rete, viene visto, viene condiviso, e i commenti sono tutti unanimi: chi è quel mostro che uccide così, a sangue freddo, due gattini?!?
Chi osa tanto?!?
Perché su internet puoi insultare chiunque, dal vicino di casa al VIP di turno, puoi sfogarti contro il governo, contro il meteo, contro te stesso, ma se tocchi gli animali, bé, non c'è via di scampo.
Così, fra i tanti indignati, qualcuno decide di passare all'azione: di identificarlo questo mostro, di localizzarlo.
Come fare?
Passando a setaccio ogni più piccolo dettaglio di quel video, dalle prese al muro agli oggetti presenti nella stanza, dall'indirizzo IP -ovviamente nascosto- agli abiti indossati.
Questa caccia ha però due conseguenze negative:
- attrae l'attenzione di altri, che convinti di aver individuato il colpevole lo ricoprono di insulti e minacce,
- alimenta la fame di fama che il killer di gatti ha, portandolo a realizzare un secondo e poi un terzo, orribile video.

14 aprile 2020

Tiger King

Settimana Crime

È il fenomeno del momento.
Che sia grazie alla quarantena, che sia per l'innata propensione al trash che ci contraddistingue, che sia semplicemente per una storia così ricca di personaggi strampalati, di colpi di scena imprevedibili, di sottotrame su sottotrame tutte -dico TUTTE- che lasciano letteralmente a bocca aperta.
È Tiger King, signore e signori.
Sbarcato su Netflix in un venerdì qualunque, capace di conquistare orde di fan, di addicted anche tra le star di Hollywood che ora fanno a gara  per poter partecipare ad un eventuale film basato sulla vita di Joe Exotic.

13 aprile 2020

Il Lunedì Leggo - Notte di Stelle di Margherita Hack e Viviano Domenici

Ho una confessione da fare: non sono mai riuscita a capire dov'è il Grande Carro.
"Non lo vedi? E lì, segui il mio dito, conta, ecco... è quello".
No, non l'ho mai visto.
Non fino a quest'estate però, sotto il cielo più bello della mia vita, in riva ad un lago che sembrava un mare, nel bel mezzo del Kirghizistan.
Fuori dalla nostra yurta, alzato lo sguardo, si veniva travolti dalla bellezza e dalla quantità di stelle in cielo.
La Via Lattea lì, come una strada di glitter, il Grande Carro lì, preciso, perfetto, finalmente distinguibile anche al mio occhio.
E poter, finalmente, perdermici dentro.

La costellazione a cui sono più legata, però, è Orione.
La sua cintura per la precisione, quella sì sono sempre stata capace di individuarla: tre stelle precise, in fila, immutabili.
Mi davano la Buonanotte tutte le sere nella mia seconda casa.
Salivo le scale, le cercavo, le trovavo, entravo in casa.
Un piccolo rituale.


Di stelle, però, ne so pochissimo.
Non mi sarà mai chiaro quanto dura un anno luce, ci sarà sempre a prevalere la parte poetica di me, quella alla Simba ("Una volta qualcuno mi ha detto che i grandi Re del passato ci guardano e proteggono da lassù") rispetto alla più scientifica di Pumba ("Io ho sempre pensato che fossero masse gassose che bruciano a miliardi di chilometri di distanza!") -su quella di Timon ("Sono delle lucciole. Lucciole che sono rimaste attaccate a quella grande cosa nero-bluastra!") stendiamo un velo di risate.

Ma quando mesi e mesi fa ho trovato questo libro al mercatino dell'usato mi son detta: perché no, perché non tentare di capirci di più, di appassionarmi. A quella gattara della Hack ho sempre voluto bene!
Ora, non posso dire di aver capito tutto tutto, non credo di riuscire a ripetere correttamente le evoluzioni di una stella, come si forma una galassia, come la si studia.
Ma ne sono rimasta affascinata, sono soprattutto riuscita a seguire i ragionamenti, le spiegazioni, e un po' mi illudo di saperne di più.
Per fortuna, Notte di Stelle non è fatto solo di spiegazioni scientifiche che partono da una costellazione precisa per poi ampliare il loro raggio (e il più delle volte, si parte dagli studi, da stelle, tanto care alla Hack).
Ci sono i miti di come queste costellazioni hanno ricevuto una forma e un nome, ci sono i "fattarelli storici", ovvero quelle curiosità su astrologi che per farsi ben volere da re e principi ed elettori li hanno messi nel cielo, ci sono leggende antiche dei maya, degli egizi, ripresi poi dai greci e dai romani.
Per non parlare di quei fatti straordinari, di racconti che sono vagati per anni e anni, per chilometri e chilometri, di stelle studiate e riportate su sassi prima che su carta.
Un turbinio di storie in cui non mancano mai il sangue e il sesso, in cui alla fine tutti, da sempre, ci siamo ritrovati con il naso all'insù.
A cercare di dare un senso e un ordine alla bellezza che ci travolgeva.

Il cielo prima del buio, fori dalla yurta.
(che diciamolo, nessuna foto da smatphone avrebbe potuto rendere giustizia alla magia che ho visto)

12 aprile 2020

Pasqua con... Bruce, Taylor e Gaga [Tre speciali Netflix da vedere]

Tutti in coro: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!".
E con chi passarla se la quarantena impone di non uscire di casa?
Le mie proposte sono tre, sono tutte su Netflix, tutte musicali, e sono tutte (o quasi) da non perdere:

Sprigsteen in Broadway

Non sono una vera e propria fan di Bruce.
Conosco poche canzoni, le più famose (quindi, in realtà, parecchie), ma l'ho sempre ammirato.
Trovandolo autentico, solido, una certezza.
Ruvido come solo certi americani sanno essere, bello a modo suo, come quelle canzoni capaci di esaltare o commuovere.
L'ho riscoperto da poco, qualche anno, dopo un'intervista molto bella, cogliendo le sue canzoni in film che mi piacevano, trovandone pure una del cuore assieme al giovine e infine entusiasmandomi come Javed per i suoi testi.
Ci siamo promessi, prima o poi, di farla la pazzia di andare ad un suo concerto.
In mancanza di fondi e possibilità, c'ha pensato Netflix.
Producendo uno speciale del suo spettacolo a Broadway, dove doveva rimanere in cartellone poco più di un mese, ma vista la richiesta di biglietti le serate in totale sono state 236.
Lo speciale è nel catalogo da un po', ma come per i concerti di Bruce la pecca è di durare un tantino tanto: 153 minuti, e quindi solo ora, solo in una quarantena che il tempo lo dilata, ci siamo messi comodi, ad ascoltarlo.

11 aprile 2020

Berlin, I Love You

Siamo stati nella città d'amore per eccellenza, Parigi.
Siamo stati in una città romantica come New York, in una colorata come Rio de Janeiro e ora, per l'ultima tappa, Cities of Love decide di fermarsi a Berlino.
A Berlino?
Che sarà tante cose -culla di una rinascita culturale, giovane e scattante- ma romantica... non è un aggettivo che gli accosterei.


A questo giro (uscito appena lo scorso anno) prendono parte poche star (Keira Knightley, Helen Mirren, Mickey Rourke e Diego Luna, quelle più di grido) lasciando posto ai tedeschi.
Purtroppo, com'era prevedibile, le storie sono meno poetiche e meno sognanti, con tentativi di farsi denuncia che non convincono troppo.
In questo tour virtuale, allora, la capitale francese regna incontrastata.
Berlino deve accontentarsi di questa classifica:

10. Transitions - Josef Rusnak


Mixare storie cercando di dargli un senso attraverso un'altra non funziona nemmeno questa volta.
Anche perché le vicende di due artisti di strada (un angelo che ricalca quello che vegliava sopra Berlino e una cantante) oltre all'inevitabile amore che scoccherà hanno solo una canzone da regalarci, su cui scorrono i titoli di coda.
Troppo poco.

9. Love is in the air - Til Schweiger


Un sempre più plasticoso Mickey Rourke riesce a rimorchiare la bellissima Toni Garrn.
Fantascienza?
No. 
Lui si gioca la carta della figlia mai conosciuta, lei del padre che l'ha abbandonata.
Passeranno una notte insieme, ma non come previsto.
Il tutto, compresa la faccia di Rourke, sa di artefatto.

8. Under Your Feet - Massy Tadjedin


Hai a disposizione due grandi attrici come Helen Mirren e Keira Knightley e decidi di parlare del problema dell'immigrazione e degli ostacoli burocratici che la regolano.
Bene.
Peccato che in pochi minuti non riesci a costruire personaggi concreti e a far aderire alle loro convinzioni, perché chi non si porterebbe a casa un orfano e poi uscirebbe per un appuntamento?
Le intenzioni erano buone, ma la scrittura non è credibile.

7. Me Three - Stephanie Martin & Claus Clause


Parlare di femminismo?
Di amori sbagliati, di amori violenti, di donne che si uniscono, 
si consolano, trovano forza nello stare assieme?
Il tutto in una lavanderia a gettoni, dove anche il bruto di Hollywood non è ammesso. 
La festa, quella per liberarsi dal dolore, sì.
Peccato la discontinuità e la poca incisione delle parole, perché come soggetto, aveva le carte in regola giuste.

6. Lucinda in Berlin - Dianna Agron


Un regista in crisi creativa: accettare il compromesso e vendersi per i soldi per fare un sequel non necessario?
Troverà una nuova dimensione in un semplice spettacolo di marionette per bambini, e in una burattinaia luminosa.
Luke Wilson come sempre brilla per antipatia.

5. Berlin Ride - Peter Chelsom


Negli anni '80 c'era Kit, oggi c'è Vanessa.
Un auto che sceglie a chi donarsi, e che trova in Jim Sturgess che si strugge d'amore, il proprietario perfetto.
Vedere Berlino con occhi nuovi, cambierà la sua vita.
A tratti anche troppo assurdo, ma lo si accetta.

4. Hidden - Dani Levy
(immagine non trovata)

Azione all'interno di un bordello.
Si parla ancora di immigrazione e di crimini d'odio. 
Con un sospettato che difficilmente si può appellare alla legittima difesa 
che trova rifugio e insperato aiuto in un bordello.

3. Embassy - Dennis Gansel


Un thriller dal ritmo serrato, con tanto di inseguimento a bordo di un taxi anni '70.
Segreti da consegnare ad un'ambasciata e il destino di un burocrate timido si scontra con una giornalista in erba vessata dalla compagnia di taxi per cui lavora.
Iwan Rheon torna a farsi ben volere.

2. Berlin Dance - Justin Franklin


La La Land in salsa berlinese?
Con tutti i limiti del caso, quasi.
Bastano pochi dialoghi, un solo sguardo, e il ritrovarsi come Alice in un Paese delle Meraviglie, con il vestito delle feste e balli romantici.
Funziona.

1. Sunday Morning - Fernando Eimbcke


Quando dico che basta poco per costruire delle belle storie, basta poco.
Basta un pezzo di fiume, una birra da condividere, due personaggi.
Un giovane che aspetta invano il padre nel giorno del suo compleanno.
Un* ragazz* che ha litigato con il fidanzato.
Si sfogano, si confessano, stringono un'improbabile amicizia.
Diego Luna versione trans, fa il resto.

10 aprile 2020

Rio, Eu Te Amo

Dopo Parigi, dopo New York: Rio de Janeiro.
Scelta piuttosto bizzarra e che non porterà fortuna al progetto ormai denominato Cities of Love.
Il problema sta nel raccontare una città complicata come Rio, i suoi amori, la sua facciata, cercando di andare a fondo.
Il problema sta nell'occhio da turisti che i registi continuano a tenere e nel cercare di affrontare temi spinosi con un ottimismo che sembra eccessivo.
Tenendo un'estetica che non regge al tempo, che sembra pacchiana e ingrigita a distanza di soli 6 anni.


Se i nomi noti sono soprattutto dietro la macchina da presa (Sorrentino, Arriaga, Meirelles e Turturro) mancano attori di grido e a ben guardare anche storie davvero belle.
Pure per il Brasile si sceglie di mixare i vari cortometraggi, di raccontarli e mostrarli legati tra loro creando però una confusione a tratti eccessiva.
Poco si salva, va detto, e la classifica di questi 10 episodi, se confrontata con le altre città, sarebbe tutta da bocciare:

9 aprile 2020

New York, I Love You

Dopo Parigi, New York.
L'esperimento riuscito del primo film ad episodi ha permesso di allungare il tiro e andare a coprire un'altra capitale, un'altra meta romantica.
Questa volta i nomi che contano sono quelli di Fatih Akin, Ethan Hawke, Julie Christie e una doppia Natalie Portman al suo esordio dietro la macchina da presa.
Ma anche future star come Anton Yelchin, Rachel Bilson e per la prima volta protagonista, Bradley Cooper.


Si cambia però la modalità del racconto: 11 episodi (uno, in realtà, fa da legame agli altri) non sistematicamente divisi come in Francia ma mescolati fra loro, riprendendoli e mixandoli.
Una scelta azzardata che non premia l'omogeneità del tutto, purtroppo.
Ma di episodi belli ce ne sono, e non resta che scoprirli in quest'altra classifica:

11. Allen Hughes

8 aprile 2020

Paris, Je t'aime

Chiusi in casa da più di un mese?
Viaggiare sembra un sogno ormai irrealizzabile?
Ci pensano i film, allora, a portarci a scoprire capitali in giro per il mondo e a farcene innamorare.
O almeno, ci provano.
Un progetto ambizioso, di fare quei film ad episodi che andavano un tempo, richiamando grandi registi, grandi attori, per raccontare quartiere per quartiere una città.


Tutto è partito nel 2006 con Parigi, riuscendo a convincere gente come i Coen, Wes Craven, Cuaròn, Alexander Payne e Gus Van Sant assieme a Natalie Portman, Juliette Binoche, Nick Nolte, Maggie Gyllenhaal e tanti altri.
Il risultato?
Diciotto episodi da 5 minuti l'uno, diligentemente divisi e presentati, in cui ovviamente non sempre tutto funziona ma che ci provano: a raccontare di passioni, sentimenti e matrimoni.
Le prossime tappe saranno New York, Rio de Janeiro e Berlino.
Ma partiamo dalla città dall'amore per antonomasia e per rendere più divertente questo viaggio per il mondo, cosa c'è di meglio che non farne una classifica?
Mais oui, et alors... allons-y!

18. Montmartre - Bruno Podalydes

7 aprile 2020

Doctor Who - Stagione 12

Mondo Serial

È forse questa la peggior stagione di sempre per il Dottore?
Diciamo che i numeri parlano chiaro: mai visti ascolti così bassi dal reboot della serie nel 2005.
Io non posso che accodarmi alle critiche e alla delusione, perché davvero c'è poco da salvare.
Tanto che questo post è stato in pausa un mese, vista la poca voglia di parlarne.
Il problema non è il primo Dottore donna, che doveva portare una ventata di novità già nella stagione 11, quanto il fatto che poco importa se il Dottore ora ha un genere diverso se le storie e le avventure a cui prende parte sono così mal scritte.


Nessuna colpa allora alla Whittaker, quindi, che è ora entrata nel personaggio e tra smorfie e parlatina si fa ben volere.
La colpa la addossiamo alla gestione di Chris Chibnall.
Che né negli episodi singoli né in quelli in cui cerca di rifarsi richiamando vecchi nemici e un passato da riscoprire, si salva.
Per non parlare della scelta dei companion, che restano sempre Graham, Ryan e Yasmin, e che pur in tre non fanno un solo cervello utile all'azione. Anzi.
Inutili marmittoni, come direbbe Cassidy che ha coperto la stagione settimanalmente.
Farne un post in cui continuare le critiche non ha senso, cerco allora di fare ordine a quanto visto, con una classifica delle puntate in cui è stato quasi impossibile intravedere un podio degno:

9. Praxeus (12x06)

6 aprile 2020

Il Lunedì Leggo - Quattro etti d'amore, grazie di Chiara Gamberale

In questi giorni di quarantena fare la spesa è diventata la nuova evasione.
Per molti l'unico momento per poter uscire di casa senza incorrere a sanzioni.
Ci si avventura fra scaffali, si cerca di fare provviste, di fare acquisti saggi, di poter durare almeno due settimane.
Così, almeno, faccio io.
Il bello di fare la spesa, prima che il mondo cambiasse, era poter sbirciare le vite degli altri. Cercare di capire in base ai loro acquisti la loro personalità, il loro stile, le cene che avrebbero preparato, le feste che avevano in programma.
L'ho sempre fatto. 
Sempre lo farò.
Lo fanno anche Erica e Tea, senza saperlo, confrontandosi l'una con l'altra.

4 aprile 2020

Comedy e Lacrime da Quarantena: Miracle Workers-The Dark Ages | Feel Good | Catastrophe s05 | This is Us s04

Miracle Workers - Dark Ages

In breve: Dimentichiamo pure la prima stagione ambientata in Paradiso con un Dio fannullone pronto a distruggere il nostro mondo, questa volta siamo nel Medioevo e i lavoratori miracolosi sono due: da una parte un principe debole e sfortunato, mai all'altezza del sanguinolento padre; dall'altra una donzella che sogna Parigi e l'Università e si ritrova invece a spurgare le case dei paesani assieme al padre, degna tradizione della famiglia Shitshovel.
Ci sono poi la migliore amica Maggie che ripiega in Convento, un fratello non così sveglio, un consigliere del re che ci vede lungo, da sempre.
Sono tempi oscuri, e bisogna arrangiarsi per sopravvivere.

3 aprile 2020

We Have Always Lived in the Castle [Mistero al castello Blackwood]

Andiamo al Cinema su Prime Video

Merricat e Constance hanno sempre vissuto in un castello.
A Blackwood per la precisione.
Ci vivono ancora, ora, che sono malviste dall'intera cittadina sottostante, che le sbeffeggia, le bullizza, le evita.
Il fatto è che i genitori delle sorelle Blackwood sono morti avvelenati in un'infausta cena sei anni fa, lo zio è sopravvissuto rimanendo paralizzato e degli omicidi è stata accusata Constance, poi rilasciata per mancanza di prove.
Ma poco importa: la colpevole, la strega, per tutti è lei.

2 aprile 2020

Ladies in Black

Andiamo al Cinema su Youtube

Un film di Natale ad aprile?
E che è, un pesce d'aprile?
No, quello è già passato.
Sì, ma... dico: un film di Natale ad aprile?
Che mondo è questo?
Beh, direi che è un mondo chiuso in quarantena nella propria casa, e se gli americani hanno ritirato fuori le loro decorazioni delle feste, perché vietarsi un film di Natale?
Che poi... qui c'è spazio anche per il pre-Natale, per il Capodanno e per le settimane dopo il Capodanno, non si bada a spese!
A ulteriore giustifica, se c'è una cosa meno natalizia di un film di Natale ad aprile, è un Natale senza neve, senza freddo e con il sole estivo.
Perché sì, questo film di Natale atipico in una stagione atipica, è australiano ed è ambientato a Sidney, dove il Natale casca in piena estate.
Ricapitolando: Ladies in Black è un film natalizio ma non solo, australiano ambientato a Sidney e soprattutto collocato negli anni '60.

1 aprile 2020

Emma.

Andiamo al Cinema su Youtube

Se con i romanzi di Jane Austen ho sempre avuto un rapporto difficile, ho sempre amato i suoi adattamenti al cinema.
Sono la prima a chiedermi come sia possibile, incolpando da una parte la professoressa del liceo, e rendendo merito dall'altra ai registi alle prese con il romanticismo delle varie messe in scena.
Non me ne si voglia.
Perché da Orgoglio a Pregiudizio fino all'Austenland dedicato a tutte le janeites, un posto nel mio cuore alla Austen l'ho trovato.
La seconda domanda che viene da farsi è come sia possibile che altri adattamenti siano necessari, oggi.
Ma se già Piccole Donne -anno domini 2019 e adattamento numero 12- ha dimostrato che qualcosa di nuovo, che un nuovo pubblico può essere attirato, ben venga questo adattamento numero 4 di Emma.
Emma con il punto.


Sì, Emma. con il punto, perché di period drama, parola di regista.
Il cast è centratissimo, a partire da quella strana bellezza che è Anya Taylor-Joy apparentemente distante dai canoni classici, in realtà capace di essere una Emma Woodhouse perfetta: una saputella che pensa di sapere tutto, di capire gli animi degli altri, di poter ordire i suoi intrecci di cuore lasciando freddo il suo.
La guarda diffidente il vicino di casa Knightley, che a certi intrighi non ci sta, che certi atteggiamenti superficiali, vanesi, di Emma non sopporta.
Ora c'è una nuova migliore amica da sistemare, c'è un reverendo che lancia sguardi languidi, c'è una nipote tanto chiacchierata che arriva in città e un misterioso signor Churchill che si aspetta da sempre di poter conoscere.
Come si muoverà la giostra degli accoppiamenti?
Quali coppie si formeranno e quali cuori verranno spezzati?
Per capirlo, ci sono balli da organizzare, picnic da tenere, feste e banchetti a cui assistere.


Sì, il frizzante della trama ha già il suo perché, nonostante i tanti equivoci sulla carta evitabili qui resi irresistibili dalle punte di humour che spezzano pure il romanticismo.
Ma non facciamo le bizze a una storia che fila liscia e dà godimento, anche perché in questo adattamento c'è la variabile che più conta: l'occhio di Autumn de Wilde.
Un occhio votato alla geometria, alla perfezione, ai colori pastello che fanno gioire gli occhi più indie, più wesandersiani, semplicemente più romantici.
Cosa preferire tra una scenografia in cui tutto è studiato alla perfezione e gli abiti che Emma indossa?
Per cosa tifare: per i paesaggi brulli in cui voler essere trasportati o per quelle tenute in cui poter vivere?
Guardate:


Se c'è una cosa, poi, che unisce geometria, occhio e colori, sono le coreografie di quei balli dell'800, e qui, davvero, ci si perde la testa.
Sono brividi veri quelli che Emma e Knightley sanno dare, con la macchina da presa che si sofferma sul loro sguardo che cambia, sulle mani che si sfiorano, si intrecciano, finalmente si toccano.
Guardate:


E quindi, va così anche questa volta: si sospira per amori che sembravano impossibili, per coppie perfette, per un romanticismo di quelli che fanno sognare.
Per quel che mi riguardo il merito non è solo di Autumn de Wilde e del suo occhio, ma va anche al cast in cui trovano posto comprimari di un certo calibro (da segnalare Bill Nighy, Mia Goth, Josh O'Connor), ma in cui svetta quella mia cotta mai sopita per Johnny Flynn, che con la sua solita timidezza, con la sua voce così particolare gioca facilissimo nel farmi cadere ai suoi piedi.
Qui poi trova modo di sfruttare la sua voce appieno, anche nei momenti musicali del film pieni di ironia, e soprattutto nei titoli di coda in cui parte la sua Queen Bee.
Ah, Jane Austen, mi hai fregato anche questa volta!

Voto: ☕☕½/5