Le piccole sette, o comunità libere hanno da sempre avuto presa facile negli Stati Uniti. Vuoi la mancanza di una base religiosa millenaria come -purtroppo- è presente in Europa, vuoi per la disparata origine della popolazione, pare che questi nuovi guru spuntino come funghi.
Paul Thomas Anderson ha saputo nello scorso anno raccontare il rapporto tra maestro e adepto in modo eccelso in The Master, e grazie alle interpretazioni straordinarie di Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman farne un ritratto dell'uno e dell'altro pazzesco.
La fuga di Martha si sofferma invece più sull'adepta di turno, anche in questo caso reticente e, come si evince dal titolo, in fuga. A dare certezza e forma alla ragazza è una grande interpretazione da parte della giovanissima e praticamente esordiente Elizabeth Olsen (ebbene sì, sorella delle famose gemelle) che dona corpo e anima a Martha.
Martha -o Marcy May o Marlene- la conosciamo all'interno di una comunità mista, di uomini e di donne, dove i ruoli sono ben definiti. A tavola ci si alterna in turni, le donne poi si specializzano tra coltivazione, cucina e pulizie in quella che a prima vista sembra una vita rurale basilare. A vegliare su tutti è però Patrick, un inquietante John Hawkes, che dispone di un carisma tale da esser padrone della mente e del corpo delle ragazze.
In una mattina come tante, Martha scappa. Rincorsa dai suoi compagni trova la forza di telefonare alla sorella (Sarah Paulson) che non sentiva da 2 anni e di tornare con lei alla normalità. Nella sua casa lussuosa e radical chic, assieme al marito, trovare un equilibrio sarà parecchio difficile, tra crisi, apatia latente e abitudini non considerate "normali" in una società che quasi a priori la emargina.
Queste due diverse condizioni di vita non ci vengono però mostrate separate, ma mescolate sapientemente tra loro grazie ad un montaggio intuitivo e intelligente e che solo poco a poco e lentamente ci porta a conoscere le consuetudini della comunità e il motivo che spinge la ragazza alla fuga. L'immersione nella psiche sempre più fragile di Martha è quasi totale e la sensazione di ansia e di inquietudine cresce assieme alla sua: la presenza della setta non sembra infatti allontanarsi mai, in un crescendo di paure sull'incursione improvvisa di questa nella tranquillità della casa. Ma assieme a queste angosce si fa strada anche un altro dubbio: il tutto può essere solo frutto dell'immaginazione di Martha? Le sue paranoie, le sue allucinazioni, sono reali o appunto solo visioni.
Il finale lascia in sospeso la questione, così come il destino stesso della ragazza e il nostro giudizio su di lei.
beeello!
RispondiEliminaa me è piaciuto parecchio ed elizabeth olsen è davvero una rivelazione
Vista la famiglia da cui proviene poi...
EliminaNon male visto, qualche tempo fa...
RispondiEliminaPer niente male!
Eliminabellissimo film:crudo,realistico,dolente,sofferto.Ne ho parlato anche sul mio blog,se interessa...
RispondiEliminahttp://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2013/04/la-fuga-di-marta-di-sean-durkin.html
ciao
D'accordissimoo sulla tua analisi!
EliminaQuesto mi manca, mi ispira un sacco... provvedo a recuperare! grazie del consiglio!!
RispondiEliminaE poi c'è "Lana-Banana di American Horror Story (:-P)!!
E' stato distribuito abbastanza male ma va' visto... strano e un po' angosciante ma con grandi attrici (Lana Banana compresa)!
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