30 giugno 2015

Sense8

Quando i film si fanno ad episodi.

Ormai la TV è diventata un porto sicuro anche per i grandi nomi del cinema.
Perfino i fratelli Wachowskis sono approdati, e l'hanno fatto a modo loro: una storia corale, una condivisione di menti e pensieri, scienza che si fonde alla fantascienza, e una spruzzata di trash qua e là.
Il rischio era alto, visto che quel Cloud Atlas aveva già diviso il pubblico, visto che dal primo Matrix poco era andato a segno, visto che l'ultimo Jupiter non ho avuto il coraggio di affrontarlo.
Ma qui siamo in un altro campo, o meglio, siamo un po' in tutti questi campi, con lo spazio e il tempo dilatati che concede però una serie TV. E la garanzia che consente Netflix.


E infatti Sense8, partito un po' in sordina, partito nella confusione, è una di quelle serie che acchiappa.
Una storia corale in cui non sai qual è il tuo personaggio preferito, in cui non sai se ti importa più della storia del singolo o delle scoperte che permettono a questi 8 personaggi, così diversi e distanti tra loro, sparsi per il mondo, di comunicare, scambiarsi e sentirsi tra loro.
Senza bisogno di Skype, si badi bene, ma a collegarli è un filo sottile teso fin dal momento della nascita, all'unisono e con una melodia ad unirli, e che ora li fa ritrovare nel momento più duro del loro cammino.
C'è chi si deve sposare a Mumbai ma non ne è sicuro, c'è chi dovrebbe confessare la propria omosessualità in Messico rischiando di rovinare la sua carriera, c'è che dopo aver cambiato sesso rischia la lobotomizzazione per una famiglia che non la capisce, chi si sacrifica per quella famiglia che l'ha sempre data per scontata, chi rischia quotidianamente la vita tra le strade di Nairobi con la protezione di Jean-Claude Van Damme, chi la rischia tra le strade di Londra e chi deve proteggere quelle di Chicago, e infine c'è chi crea scompiglio nella malavita berlinese.
Tutti questi chi sono uniti, possono aiutarsi, ascoltarsi e venirsi in soccorso, ognuno con la propria peculiarità, ognuno con il proprio dono, che sia quello di guidare come un pazzo per evitare la polizia, o sconfiggere i nemici a suon di calci volanti, o hackerare password e computer.
Sullo sfondo, però, un'organizzazione segreta che dà loro la caccia, uno spietato scienziato senziente pure lui, che li vuole rintracciare e usare come evoluzione della nostra umanità, step successivo della nostra scala.


La forza della serie sta prima di tutto nell'aver costruito ogni personaggio a tutto tondo, di presentarcelo in ogni sfaccettatura del suo essere, nei suoi lati negativi e positivi, nel concedergli tempo di crescere, farsi conoscere e amare.
E nel farlo i temi della famiglia e dell'identità sono fondamentali, e il tema dell'omosessualità, del cambio di genere, sono affrontati con una delicatezza e una semplicità all'interno delle complicazioni davvero da applausi.
Nel farlo, le parole hanno un'importanza fondamentale, con quei dialoghi sopraffini che sanno essere carichi di significato tra Riley e Will, o profondi come pochi come quello tra Nomi e Lito, davanti all'arte che non ha paura, con i loro cuori che si aprono e si confessano.
Come detto non manca però una spruzzata di trash, che richiama le telenovelas messicane tutti spari e baci o i balletti alla Bollywood, e nemmeno una spruzzata di azione, con corse e fughe, calci e sparatorie.
Il tutto è però ben amalgamato per acchiappare quello spettatore, per farlo entrare in questo circolo di eletti, per fargli battere il cuore di fronte a storie d'amore che nascono e crescono e meritano di essere shippate. E nel darci la stoccata finale, i Wachowskis piazzano qua e là scene già cult, sulle note di una What's Up o in una connessione di corpi altamente eccitante.
Il finale arriva d'un fiato, un finale che ha dell'epico e che vede tutti uniti e tutti indispensabili.
Tutti che finiscono per mancarci già, in una serie che si beve e si gusta d'un fiato, come un cocktail in cui il tutto è più della somma delle singole parti.


4 commenti:

  1. Come sai, l'ho amato - ma io avevo anche amato Cloud Atlas, a dirla tutta.
    Questo, però, puà piacere di più. E' leggero, ironico, ma qui e lì ti piazza momenti da brividi e scene culto.
    Quanto è bella (e impressionante, perché a me certe cose fanno un po' senso), ad esempio, la sequenza dei parti? O il dialogo tra Lito e Nomi al museo, con Mad World in sottofondo? Per me, tra le serie di quest'anno. :)

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    1. Cloud Atlas lo avevo amato pure io, pur essendoci qualche difettuccio.
      Qui si va dal trash al cult, emozionando di continuo.. la serie dell'estate senza dubbi, e chissà, forse dell'anno!

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  2. Sei già la seconda persona che ne parla bene (la prima è una mia carissima amica che mi sta facendo un "pressing" asfissiante affinchè me la guardi). A questo punto devo almeno provarci... se avessi tempo!

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    1. Parlarne male è difficile, e tutti quelli che l'hanno vista l'hanno adorata. Anche se non sei molto seriale, prova a dirgli una chance, la struttura, come i contenuti, sono di altissimo livello :)

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