Si può rischiare la vita anche per un film.
E non per un qualche incidente sul set, no, ma per quello che il film mostra e racconta.
È quello che è successo a Nabil Ayouch e Loubna Abidar, rispettivamente regista e protagonista di Much Loved, pellicola presentata al Festival di Cannes lo scorso anno, e che per i contenuti ritenuti scabrosi e offensivi, sono stati minacciati di morte da gruppi salafiti, mentre il loro film veniva pubblicamente vietato in tutto il Marocco.
Il lato positivo, che almeno si può vedere, di questa polemica che fortunatamente non ha avuto vittime, è che il film in questione ne ha goduto di pubblicità, e di distribuzione, riuscendo anche ad arrivare -seppur in rassegne- in vari cinema nostrani.
Ed è un bene, non solo per quanto il film mostra e denuncia, ma per come ce lo mostra, per l'umanità che ne esce, per la bellezza e l'intensità delle donne che racconta.
La verità, la realtà che il governo marocchino vorrebbe mettere a tacere, è quella della prostituzione, una prostituzione che coinvolge uomini e donne, transessuali e purtroppo perfino bambini. Un giro di affari che permette a molte donne di poter essere indipendenti, di poter sopravvivere e mantenere i propri figli, un giro di affari che prevede anche molto turismo ad hoc, con festini privati organizzati da sauditi.
È così che sopravvive anche Noha, ancora bella seppur matura rispetto alla concorrenza, piena di difetti ma anche di pregi. Unica nel suo lavoro, che sembra fare con passione, unica nel suo essere protettiva con le sue colleghe, con le quali divide l'appartamento, con i figli che lascia crescere alla madre, che di lei si vergogna, che di lei non vorrebbe sapere, pur accettando i suoi soldi.
Ci si chiede spesso perchè non molli tutto, perchè la vita non la viva in modo diverso, in modo più libero, ma non ha molto tra cui scegliere Noha, in una città, in uno Stato, in cui anche la polizia vuole la sua parte, in cui è comunque l'uomo a dettare legge.
Così anche Randa, e Soukaina, le cui storie ci vengono raccontate, tra un'omosessualità latente, tenuta nascosta come il peggiore dei peccati, da entrambe le parti, tra cliente e prostituta.
Ci si muove tra le noti infinite di Marrakech, in espedienti e in trucchi ben consolidati, dove però non può che entrare il dramma, la stanchezza.
Quel che ne esce è un ritratto pieno di sfumature, di un'amicizia che ha i suoi momenti più duri come i più teneri, un'amicizia vera, che affronta tutto assieme.
La stessa Noha ha un carattere difficile da definire, interpretata in modo splendido e sentito da Loubna Abidar: schietto e rabbioso da un lato, materno e amorevole dall'altro, che prende sotto le sue ali protettive queste figlie diverse,
Il tocco battagliero della regia si sente così tutto, e va ben oltre lo scabroso e l'indecente che il suo governo denuncia, non risparmiandoci niente, nemmeno la Marrakech più sordida, è vero, ma mostrando uno spaccato probabilmente anche troppo edulcorato, dove i lati positivi, per quanto impensabile, si trovano.
Mescolando critica e racconto, reale e finzione, Much Loved ci prende e ci trascina, lasciandoci in riva ad un mare dove la speranza sembra non cedere, per fortuna.
Regia Nabil Ayouch
Sceneggiatura Nabil Ayouch
Cast Loubna Abidar, Asmaa Lazrak,
Halima Karaouane, Sara El Mhamdi Elaaloui
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Qui sei andata di cinema molto ricercato e, forse, quasi troppo radical-chic persino per me. :)
RispondiEliminaComunque me lo segno...
Sarà una settimana molto francese e molto radical chic da queste parti.
EliminaNon attira troppo all'inizio, ma questo ritratto al femminile ha il suo perchè, che potrebbe piacerti :)
Faro del mio meglio per recuperare questo film che mi sa di splendido
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