Tremate, tremate, le Notti Horror son tornate!
Sono cominciate come da tradizione per i martedì di luglio e proseguiranno per tutta l'estate e arrivati alla dodicesima edizione mi sono ritrovata a non sapere che film scegliere.
Di grandi cult ne ho affrontati, di piccoli cult pure, di incubi adolescenziali non ne parliamo, sono quelli con cui ho iniziato a fare i conti con l'horror, e quindi cosa mi resta?
Mi resta andare a scavare nella memoria per questo primo appuntamento.
Ad uno stage universitario nella redazione di Nocturno, proprio io, che sono una fifona, che i film horror, pulp, erotici, beh, non li metto certo ai primi posti dei generi prediletti.
Tra prime mansioni un filo imbarazzanti, interviste da sbobinare, refusi da cercare, finisco per lavorare a un dossier dedicato agli "horror con telecamerine", pardon, "horror mockumentary" facciamo valere lo stage fatto. Il compito è facile: cercare questi titoli, cercare immagini da passare ai grafici, segnare i dati fondamentali che poi al dossier non deve certo lavorarci la stagista inesperta.
Tra un The Blair Witch Project e un Paranormal Activity, un REC e un Cloverfield, salta fuori Lake Mungo.
Un titolo accattivante ma anche straniante, la provenienza australiana.
Lake Mungo resta lì, ad aleggiare nella mia memoria fino a qualche mese fa.
Siamo a Ararat, Australia, per l'appunto.
E Alice Palmer è scomparsa nel nulla durante una gita in famiglia al fresco delle sponde di una diga.
La cercano, chiamano aiuto, il suo corpo viene ritrovato in fondo al bacino solo molte ore dopo.
E le cose iniziano a farsi strane da subito.
La morte di Alice non viene accettata.
Non da una madre che quel corpo non ha avuto il coraggio di riconoscerlo, non da quel padre a cui un dubbio, per quanto l'acqua lo aveva cambiato, è rimasto.
E ci sono presenze, poi, che si muovono nella loro casa, che vengono riprese da fotografie e da videocamere posizionate per capire che succede, in quella casa, con una troupe chiamata a investigare e il dubbio che Alice non sia morta, non sia un fantasma, ma chieda comunque il loro aiuto.
Il lutto in tutte la sue fasi della famiglia Palmer (l'omaggio, va da sé, è a Lynch) viene ricostruito in quella che sembra un'edizione speciale di un approfondimento televisivo.
Con l'aiuto di telegiornali e giornali locali, interviste ai coinvolti, la possibilità di visionare le fotografie e le riprese fatte da Mathew, fratello di Alice.
Ma chi era davvero Alice?
Sembra questa la ricerca fondamentale di quello che non è un cold case su cui investigare, non è un giallo da risolvere, ma è un'analisi che affonda le radici nell'horror ma in fondo parla di perdita, e di modo di affrontarla questa perdita, tra presunti psichici, segreti da scoprire, pace da fare.
Dedicandoci tempo, dolore, aprendo ferite e non lasciando andare, non ancora almeno.
Lo si ripete sempre per queste storie, ma ogni storia d'amore è una storia di fantasmi, no?
Realizzato con un budget striminzito, Lake Mungo è stato un caso sia in Australia che all'estero proprio per come sfrutta il genere del mockumentary a suo favore.
Sembra una ricostruzione reale, proprio come lo sarà Late Night with the Devil (unico altro titolo di punta a cui il regista Joel Anderson lavorerà) e viene da credere alla famiglia Palmer soprattutto per come le loro domande trovano risposte plausibili, inizialmente.
Anderson gioca con il genere e lo fa non perdendo lo spettatore, chiamato a interrogarsi e a indagare su vecchi video e vecchie fotografie, approfondendo e lasciando in sospeso questioni che permettono alla curiosità di galoppare mentre lui sfrutta formati e sfrutta tecnologie come solo agli albori di queste tecnologie si sapeva fare, reinventando generi.
La paura? Si sente, non tanto per quelle presenze sinistre, quanto per l'atmosfera a tratti claustrofobica che si respira in casa Palmer, una casa sorvegliata e dolorante da cui è logico andarsene.
I brividi? Arrivano, in un ultimo filmato che rende la teoria sovrannaturale quella più logica, per assurdo, e per dei titoli di coda che svelano una realtà che era sempre stata sotto i nostri occhi.
Gli "horror con telecamerine" non sono mai stati il mio genere, né di horror né di film in sé, ma il mockumentary se fatto con intelligenza e con logica, sì.
Ed è questo il caso.
Ancora una volta mi ritrovo a ringraziare questo appuntamento estivo per le lacune colmate e per l'angoscia che mi ha regalato.
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Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone: 3 Leoni su 5 |
La Notte Horror proseguirà alle 23.00 su Vengono Fuori dalle Fottute Pareti con Carrie.
Mentre potete recuperare le nottate precedenti a questi link:
Questo, infine, il calendario completo, Buona Notte e Buoni Brividi!
Hai fatto uno stage a Nocturno?? Non finisci mai di stupirmi! Complimenti :)
RispondiEliminaE buona Notte Horror!
(il film ovviamente non l'ho visto...)
Ok ok, figo "Lake Mungo", poi io ho una fissa per gli horror australiani quindi ottima scelta, ma qui abbiamo una storia nella storia, cioè tu hai fatto uno stage a Nocturno? No vabbè ma è bellissimo, questa è già la trama di un film, io già mi vedo la locandina della commedia con la boh, Reese Witherspoon di turno che interpreta la tua parte, sto volando, mi hai fatto svoltare con questa notizia ;-) Cheers!
RispondiEliminaMa come lo stage?? E hai lo stesso paura? Fantastico!
RispondiEliminaE bellissimo Lake Mungo, un film molto doloroso, che elabora ottimamente il lutto prima ancora della paura.
Sono sempre stato lontano dai mockumentary, ma stavolta quasi mi stai convincendo a recuperare questo. Complimenti per lo stage a Nocturno. Hai tutta la mia invidia!
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