3 settembre 2015

Venezia 72 - Spotlight


Un cast all stars che vede tornare al Lido Michael Keaton dopo i voli di Birdman, che vede tornare John Slatery in ufficio dopo la fine di Mad Men, e che vede soprattutto Mark Ruffalo, Liev Schreiber e Rachel McAdams muoversi in ambienti scomodi con l'aiuto di un difficile da riconoscere Stanley Tucci.

Li riunisce Thomas McCarthy, per dare vita a quelle indagini che hanno portato nel 2002 il Boston Globe a denunciare il sistema clericale, scoperchiando segreti custoditi per anni, facendo conoscere decenni di abusi su minori rimasti impuniti.
E' una lezione di giornalismo quella che ci viene proposta, un giornalismo che scava e fiuta, che insegue e fa domande scomode, che non si fa intimorire. E' un giornalismo necessario, come necessario si fa questo film alla luce di colpevoli ancora in libertà.
Gli si perdona quindi un didascalismo che pesa soprattutto nella seconda parte, glielo si perdona perchè il ritmo rimane teso, le scoperte lasciano allibiti noi come i protagonisti e perché soprattutto non c'è traccia di retorica.
Gli attori reggono tutti in modo  impressionante, per un film corale in cui ogni pedina viene usata e si muove indipendente ma verso uno scopo d'insieme, e se Keaton e Schreiber confermano nuovamente la loro splendida forma, Tucci é grande, Ruffalo lascia perplessi, immedesimandosi totalmente con il giornalista Michael Rezendes e i suoi tic, ma facendo a volte pensare più ad un Mark Ruffalo che si sforza per quell'immedesimazione.
Non pensate comunque ad un film pesante e duro, duro lo è, perchè i fatti riportati, le vittime che si raccontano, lasciano senza parole, ma c'è spazio per piccoli siparietti comici, per un'ironia pungente che personaggi veri e costruiti a tutto tondo hanno.
In questo equilibrio ben bilanciato, il film si fa denuncia, si fa intrattenimento intelligente, si fa (e inevitabilmente questo aggettivo ritorna) necessario.

2 commenti:

  1. Questo, insieme al nuovo di Redmayne, è il titolo che aspettavo.
    Felice che non deluda.

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  2. McCarthy è molto bravo. Sono contento che abbia rispettato le attese.

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