3 febbraio 2015

The Fall - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi.

La prima stagione sembrava essere la premessa, la semina prima di un grande raccolto, la presentazione dei protagonisti, l'inizio della loro sfida, con qua e là i segni di un qualcosa da costruire, di un rapporto da veder maturare.
Così fortunatamente è stato, The Fall nel suo seguito ai cui 5 episodi confermati se n'è andato ad aggiungere uno, ha mantenuto le aspettative, facendo della classica caccia al serial killer, una caccia diversa, appassionante e ben strutturata.
Quel qualcosa di diverso è avvenuto, anche se il come ci si è arrivati continua a farmi storcere il naso:
possibile non ci fosse un altro modo se non una vecchia conoscenza del college per risolvere tutto il puzzle, per portare allo scoperto Peter/Paul?
Sembrerebbe di no, sembrerebbe che almeno in questo gli sceneggiatori non abbiano voluto lavorare meglio, affidandosi poi solo alla bravura di regia e fotografia e soprattutto degli interpreti.


Questa seconda parte inizia qualche tempo dopo dove l'avevamo lasciata, mostrandoci un matrimonio allo sfacelo, delle indagini che senza cadaveri si sono fermate.
Ma tutto riprende velocemente il suo corso, e finalmente la sfida tra Gillian Anderson e Jamie Dornan entra nel vivo, entra nel personale.
L'obiettivo è stato acquisito, e si cerca di non mollarlo più.
Si vanno ad aggiungere poi quei comprimari che ora assumono più peso, dalla moglie tradita alla ragazzina che sale in zucca sembra non averne nemmeno un pizzico, più un nuovo  detective, giovane e affascinante che va da sé, capitolerà all'appeal dell'americana.
The Fall sembra soprattutto aver capito i suoi punti di forza, e abbandona la storyline politica che non aveva poi così tanto senso, mantenendo invece quella vendicativa di un marito bruto in cui, purtroppo, ci sono parecchi buchi.
Con questa svolta di faccia a faccia, braccaggio e appostamenti, il crime lascia spazio alla psicologia, la metodicità all'imprevedibile, e -come si dice- tutto ci guadagna.
Non sarà la serie del momento, né dell'anno, ma è un ottimo intrattenimento, sorretto da interpretazioni e uno stile invidiabile.
Resta ora da capire se quel finale più chiuso che aperto troverà un seguito, e se sì, come sceneggiatori spesso fallaci, decideranno di proseguire.


6 commenti:

  1. Sai come la penso, quindi concordo con te! E' sì il solito poliziesco, ma ambientazioni piovose e due interpreti belli e bravi fanno la differenza. Però, ti dirò, a me la coincidenza della ex - apparentemente tirata un po' fuori dal cilindro - è piaciuta. Cioè, è una di quelle coincidenze sforunate (be', sfortunate solo per Paul, che è cattivo però sta parecchio simpatico, a modo suo) che nella vita capitano. Mi piace proprio perché i personaggi fanno errori, perché la burocrazia è lenta e perché le svolte arrivano per caso. Tutte queste falle apparenti, in realtà, lo allontanano proprio dalle tipiche americanate, quindi io in una terza stagione confido tanto.
    :)

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    1. L'unico neo è proprio quello, potevano gestirla meglio, anche solo una segnalazione di lei, che si riconosce nelle vittime, qualcosa di simile. Così è fin troppo fortuito... fortuna va' che Dornan e la Gillian reggono il resto, e che la regia sa il fatto suo.
      Resta una serie crime solida, che acchiappa per bene.

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  2. La prima stagione mi era piaciuta parecchio all'inizio, poi mi aveva stufato un po'.
    La seconda non ho ancora trovato la voglia di iniziarla...

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    1. Su su, che va meglio secondo me: confronto personale, ragazzina più protagonista, Dornan braccato. In sei episodi lenti, ma condensati.

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  3. A me la "ragazzina che sale in zucca sembra non averne nemmeno un pizzico" è piaciuta parecchio come personaggio. In generale la serie è valida, forse a tratti si poteva osare un filo di più in originalità, ma se il risutato finale è comunque di buon livello, come in questo caso, mi accontento. :D

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    1. Il personaggio e notevole e spaventoso allo stesso tempo, anche se, ammettiamolo, di sale in zucca proprio non ne ha :)

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