13 febbraio 2015

Leviathan

E' già Ieri. -2014-

Gli stessi pregiudizi avuti qualche giorno fa con Ida, li si ha anche con Leviathan, c'è poco da fare i radical chic.
Provenienza russa, trama burocratica, e una durata, questa volta, che si fa sentire (140 minuti).
Ma anche in questo caso, fortunatamente, le aspettative si ribaltano, e quello che si pensava un film pesante, tecnico, si fa invece un film di denuncia, pur essendo sovvenzionato dal governo, che mette in luce tutti i difetti dei politicanti di poco conto, l'ingiustizia e la corruzione imperante anche nella madre Russia.
A questi temi, vanno ad affiancarsi anche quelli più terreni come l'amore, il senso della famiglia e del possesso, con un sferzata verso il giallo nel finale che lascia pienamente soddisfatti.


Ma procediamo con ordine, presentando i protagonisti e la storia:
Nikolai è un bravo artigiano, che ereditata la casa di famiglia ne ha fatto un nido splendidamente mantenuto per il figlio ribelle e per la nuova moglie, lavoratrice e sua sostenitrice. Nikolai però, come tutti i suoi amici, ci dà dentro parecchio con le immancabili bottiglie di vodka che assiepano la sua dispensa, lasciando uscire il suo carattere animale e astioso.
La rabbia monta con il corrotto sindaco della cittadina che gli ha intentato causa per impadronirsi di quello che sembra un terreno occupato, per demolire la sua casa e costruire un nuovo palazzo che ammoderni la misera città.
A difendere Nikolai, arriva così da Mosca il suo vecchio compagno dell'esercito, Dimitri, che con il suo fascino da avvocato da capitale e i suoi modi da conoscitore delle non regole, cercherà di sistemare le cose.


Con le bevute che si moltiplicano, le carte che vengono messe in tavola e la questione giudiziaria che avanza in tutti i suoi riti, Leviathan si sofferma però sugli stati d'animo di questi protagonisti, sulle loro battaglie interiori per migliorarsi che vanno però a schiantarsi contro un muro.
Un po' come quelle grandi balene libere che si ammirano dai promontori, i cui scheletri si arenano nelle spiagge.
I drammi da raccontare sono quindi anche altri, e il regista Andrey Zvyagintsev è bravo a mantenere gli equilibri tra il politico e il privato, tra la denuncia e i sentimenti, scegliendo il più delle volte di non mostrare, di tacere i momenti clou come tanti piccoli anticlimax.
Quello che ne esce è un film russo che non sembra russo, dal sapore internazionale soprattutto in fase di scrittura prima che di composizione, che è già riuscito a conquistare Cannes (miglior sceneggiatura) e i Golden Globe, arrivando infine nella cinquina finale dei migliori film stranieri agli Oscar.
Il merito è tutto di una realizzazione accurata, di attori bravi e capaci, di una storia, soprattutto, che lancia piccoli squarci -seppur velati dai fondi statali della produzione- sulla Russia e sul suo mondo, con i piccoli inevitabilmente schiacciati e arenati assieme ai loro relitti.


8 commenti:

  1. La regia è indiscutibile, ma si sapeva già da tempo.
    Sono molto curioso di vederlo.

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    1. Io ovviamente non lo conoscevo Zvyagintsev, ma ha saputo convincermi e abbattere ogni pregiudizio.
      Un ottimo candidato.

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  2. Zvyagintsev lo ricordo bene come vincitore a Venezia molti anni fa con un film straordinario ('Il ritorno'), che fece andare in bestia il nostro Bellocchio (sicuro della vittoria con il suo 'Buongiorno, notte'). Ma la vittoria del russo fu meritatissima... dopo si è un po' perso, ma questo spero di riuscire a vederlo perchè il talento di questo regista è indiscutibile.

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    1. Come ho scritto a Ford sopra, non lo conoscevo, ma metto in lista Il ritorno che mi hai messo curiosità e questo regista lo voglio scoprire un po' di più.

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  3. Nonostante il tuo parere positivo, questo film continua a farmi molta paura. :)

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    1. Non averne, sarà lungo ma si lascia seguire senza noie.
      In ogni caso, continuo a fare il tifo per Ida, più intimo e più sentito.

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  4. Film molto particolare che mi ha lasciato parecchio basito, devo ammettere.

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  5. devo dire che anche io mi aspettavo di molto peggio dalle premesse.
    Belli i temi trattati, io avrei aggiunto solo un po' più di ritmo!

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