14 ottobre 2020

#LaPromessa2020 - Hero

Com'è che un film serio e di spessore come Hero è finito ne La Promessa?
Il migliore amico, interrogato, ha risposto che lui era rimasto affascinato dai colori, dalle movenze, dagli intrighi di questo film, e voleva vedere se ne avrei subito gli stessi effetti.
Com'è che io Hero, definito da molti un capolavoro, in concorso agli Oscar nel 2002, non lo avevo mai visto?
Credo sia ormai nota la mia allergia al cinema orientale.
Credo sia altrettanto nota l'origine di questa mia allergia: un corso di Cinema del Vicino e dell'Estremo Oriente all'Università non proprio nelle mie corde. Mettici poi che i film su cui soffermarsi per l'esame venivano presentati dopo l'ora di pranzo, e il risultato è che li sentivo doppiamente pesanti ai miei occhi.
Fra questi, pure l'altro cosiddetto capolavoro di Zhang Yimou, Lanterne Rosse, di cui ricordo poco, ma ricordo di averlo gradito molto più di Tetsuo.
Con gli anni, un po' di pace e un po' di ammenda con il Cinema Orientale le ho fatte, e mi sono avvicinata a Hero con un altro spirito.
Il migliore amico c'aveva ragione: i colori, le movenze, gli intrighi fanno la differenza, anche se le scene d'azione sono state parodiate e schernite in ogni gag che riguardi i combattimenti aerei da qui e La foresta dei pugnali volanti in poi.


Io, però, oltre che sui colori che dividono i racconti e i loro capitoli, è proprio sulla modalità di narrazione che mi sono soffermata.
Una narrazione che va e torna, che si modifica e che è fatta di tasselli di verità e di bugie.
Un tema a quanto pare molto caro in quell'Oriente, prova ne è l'antesignano Rashomon presente in un'altra Promessa di un paio di anni fa.
Ma andiamo con la storia:
Un eroe senza nome viene ricevuto al cospetto del Re del Qin, il regno più temibile in una Cina ancora divisa e sempre in guerra.
Ha il diritto di avvicinarsi di 10 passi rispetto ai 100 consentiti per aver ucciso gli assassini Spada Spezzata e Neve Che Vola, che avevano attentato alla vita del re nel passato.
Ma è davvero così?
O dietro c'è un piano ben architettato che deve essere svelato e compiuto?
Il racconto si scompone e si analizza, in quello che viene enunciato, nell'ipotesi di questo Re, in flashback che rivelano la verità e in altri che vanno ancora più indietro.
Si combatte, in ognuno di loro, lungamente e ripetendosi tra colpi inferti e stoccate date.
Si combatte e ci si alza in volo, si volteggia come volteggiano vesti colorate, si parla di amore, di tradimenti, di doveri morali, di calligrafia che ha lo stesso peso, richiede la stessa maestria di una spada.
Della Propria Terra.



E si forma così un racconto denso, di quelli strutturati senza sbavature che meritano, con qualche anno di ritardo, il mio applauso.
Scene magnifiche, sbalorditive, in quel Palazzo che il mio lato pop scova l'omaggio di Jared Leto nel video From Yesterday, o in quel deserto che sembra invece richiamare la galassia lontana di Star Wars.
Certo, lo ammetto, in quei volteggi e in quelle lunghe scene di combattimento com'era prevedibile un po' mi sono annoiata, non faranno mai per me. 
E qualche sorrisino per le evoluzioni innaturali c'è stato.
Ma prevale l'ammirazione, soprattutto davanti a quel finale ad effetto perfetto.
Prevale un senso di stupore e soddisfazione quando la storia che ti han voluto raccontare si fa così importante.


10 commenti:

  1. Tra tutti i film che hanno fatto scoppiare da noi in occidente la mania del Wuxia (con una quarantina d'anni di ritardo rispetto all'oriente, dove sono una tradizione), questo è ancora quello che preferisco. Ci sono i cavi che fanno svolazzare i protagonisti e quello non riuscirò mai ad apprezzarlo in pieno (preferisco le botte vecchia maniera), eppure questo film ha un lirismo e un'epica incredibile, riempie davvero gli occhi ;-) Cheers

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    1. Sono chiaramente poco vicina al genere, e quei cavi non sono invecchiati benissimo, però qui ci si rifà gli occhi alla grande. Quanto alla narrazione, un racconto a capitoli e ipotesi di quelli che incantano, e non invecchieranno mai per fortuna.

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  2. Credo di capire la tua allergia per il cinema orientale. A me di solito piace ma devo dire che ci sono di sicuro alcuni film e alcuni generi che sono davvero pesanti. Ma non è il caso di Hero, che anche a me è piaciuto moltissimo (come già mi piaceva Rashomon, che giustamente tu citi come diretto antenato). Anche se con qualche sbadiglio e qualche risatina valeva la pena vederlo, alla fine :)

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    1. Decisamente sì, diciamo che con la filmografia orientale ormai ho fatto pace anche se restano esempi e un certo grado di lentezza in alcuni casi che non faranno mai per me.

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  3. Il mio "amore" per il cinema orientale proprio grazie a questo film e tanti altri, così come Cassidy anch'io, perché come dici anche tu c'è densità, ed alla fine, aggiungo, epicità :)

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    1. Ringraziamo Tarantino per aver insistito e averlo fatto distribuire anche da noi occidentali!

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  4. Film magnifico, gioia per gli occhi e l'animo. Proprio un ottimo titolo per fare pace 😉
    - comunque, a me piace molto pure Tetsuo 😂

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    1. Quello spero di non doverlo rivedere mai più, nemmeno in una Promessa!

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  5. Affascinante, ma con tutti quei volteggi e combattimenti mi aveva abbastanza annoiato. Sullo stesso genere ho preferito La tigre e il dragone.

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    1. Io continuerò a confonderli assieme alla Foresta dei pugnali volanti... Diciamo che qui l'importanza del racconto e della narrazione rendono più digeribili le tante acrobazie.

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