10 ottobre 2014

Tutto Può Cambiare [Begin Again]

Andiamo al Cinema

Una musica può fare
Cambiare nininni o nananna
Così cantava Max Gazzè, e così si ritrova alla perfezione nel nuovo film di John Carney, che dopo averci fatto innamorare di Dublino e di Glen Hansard in Once, torna a raccontarci la musica per strada, torna a parlare di sogni e progetti, di vite che di musica vivono e di musica si nutrono.
Greta è infatti una cantautrice inglese, costretta ad esibirsi in un locale semideserto che non sembra apprezzare del tutto la sua performance.
Dan è un produttore di un'importante etichetta indipendente, da lui fondata, che ha perso la bussola, che tra alcool e solitudine non mette più l'anima nel suo lavoro, passato inevitabilmente in mani più economiche e più commerciali che si liberano senza troppi pensieri del suo ingombrante peso. Per affogare il dolore del licenziamento, che si va ad unire a quello di un matrimonio in crisi e di una figlia che lui non sa più conoscere, Dan si rifugia in un bar.
Lì, nel silenzio e nell'indifferenza in cui gli altri avventori ascoltano Greta, lui sente la magia, lui sente accordi e strumenti che non ci sono, lui sente una hit di successo.
E così, da un incontro in una notte fra ubriachi (anche se l'ubriaco è solo uno, la diffidente, l'altra),torniamo per un attimo indietro, torniamo a Dave.
Dave è un altro cantautore, fidanzato, o ormai ex fidanzato di Greta, arrivato a New York sull'onda del successo di una sua canzone inserita in un film, esploso dal niente come una rock star venerato da orde di fan, appoggiato da manager sibillini, con tournée in giro per l'America e la testa non fatta più per l'amore, quello vecchio, fatta invece per quello nuovo, per quello tentatore.


Una musica può fare
Amare soltanto parole.

Greta trova nel dolore ispirazione, trova in Dan il genio e la sregolatezza che può capire e venire incontro alla sua diffidenza, alla sua idea di musica fatta più per se stessi, fatta senza compromessi.
Insieme iniziano così a registrare non solo il demo che la sua ex casa di produzione ha richiesto, ma un intero album, tra le strade di New York, nei suoi palazzi, nei suoi parchi, coinvolgendo musicisti disperati, bambini di passaggio, la stessa famiglia, facendo dell'album stesso, di quelle canzoni magnifiche, delle piccole perle incastonate nella città.
La costruzione dell'album ha un valore terapeutico per entrambi, li avvicinano fino a sfiorarsi, li fa comprendere il loro errori, il bisogno di lei di mandare a quel paese, elegantemente, il suo passato, il bisogno di lui di sistemarsi, di conoscere meglio una figlia cresciuta in fretta e una moglie del quale non si fida.
Nella magia che li porta alla creazione di brani e registrazioni altrettanto magiche, i conti con quanto fatto devono essere fatti, i conti con il passato che inevitabilmente torna a bussare, pure.


Una musica può fare
Salvarti sull'orlo del precipizio,
impossibile non essere d'accordo con Gazzè quando le luci si riaccendono, quando gli occhi, ancora a cuoricino, sono velati dalla commozione e dallo splendore che le musiche composte da Gregg Alexander (più lo zampino di quel Glen Hansard che si sente tutto in Coming Up Roses) che entrano prima nella mente poi nel cuore.
Carney vince la scommessa, come la sua protagonista si fa sedurre dalla Grande Mela, da Hollywood, non rinuncia alle sue origini, raccontando i musicisti di strada, i musicisti di pancia che sanno comporre in una sola notte con del whisky a fargli da compagnia, con i produttori, quelli veri, che coltivano talenti e li aiutano, che sentono e vedono oltre l'apparenza.
Raccontando una storia d'amore tra due persone per la musica.
Carney dalle strade di Dublino, non scende a compromessi, costruisce una favola indipendente che non è buonista, che non è moraleggiante, nemmeno nella sua presa di posizione nei confronti delle major.
Ad aiutarlo una splendida Keira Knightley perfetta ed elegante anche in versione cantante (a cui si perdonano tutte le sue faccine), un Mark Ruffalo che sembra aver ritrovato la carriera perduta e pure un Adam Levine che dopo la comparsata in American Horror Story se la cava nei panni della star contagiata dal successo, in più Hailee Steinfeld, James Corden, CeeLo Green, Catherine Keener.
Il risultato è un film affascinante che entra, come le sue canzoni, nel cuore e nella mente, che rasserena e riconcilia, che ti fa venir voglia di cantare e ballare, di correre per le strade di una città a ritmo di musica, di tentare, sbagliare e rialzarti, di amare.
Una musica può fare
Parlare soltanto d'amore.



14 commenti:

  1. Mi è piaciuto tanto, tanto, e del tutto inaspettatamente. Il trailer mostrava atmosfere diversissime da Once, c'erano grandi attori, grandi nomi, una grande città, ma come ho scritto da qualche partire il regista non si mette in vendita. Mi ha colpito il fatto che il lieto fine, quasi, fosse relegato ai titoli di coda, come se non fosse importante più di tanto. Mi ha messo di buon uomore e lo rivedrei ancora e ancora. Bravi e affiatati i protagonisti, ottima la colonna sonora: Lost Stars la canto da quando l'ho visto. :P

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    1. Argh! Maledetto cellulare.
      *parte *umore

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    2. Il trailer (visto dopo), non prometteva così tanta bellezza, invece sono stata conquistata fin dall'inizio! Oltre al lieto fine in disparte ho apprezzato quella storia d'amore che nasce ma non nasce, proprio come in Once, a scoppiare è la musica.
      La colonna sonora è già in auto che accompagna ogni mio viaggio :)

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  2. gran bel post musicale, per un gran bel film musicale!

    certo che keira che faccine fa?
    ma le fa da sempre? io è solo da a dangerous method in poi che me ne sono accorto.

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    1. Grazie :)

      Io penso di essermene accorta solo dopo che le hai fatte notare tu, e in questo film quando si va' di musica ne fa a volontà, impossibile non vederle! Ma gliele si perdona, la sua Greta canta a meraviglia.

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  3. Devo ancora vederlo ma so già che mi piacerà molto!
    Bel post ;)

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    1. Credo proprio che lo adorerai, impossibile non fare altrimenti.

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  4. Che bella recensione, Lisa! Si sente che ti è piaciuto proprio tanto... e non voglio perdermelo nemmeno io, non fosse altro perchè c'è Keira, che adoro! Mi fa piacere che l'hai apprezzata, almeno in questo film: non so per quale imperscrutabile motivo ma lei sta antipatica a quasi tutte le donne che conosco ;) Spero di vederlo il prima possibile, e terrò conto del tuo giudizio!

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    1. Grazie Sauro, piaciuto tanto è un eufemismo, uno di quei film che ci sta e ci vuole.
      A me Keira piace, certo, la odio un po' per la sua bellezza e la sua eleganza innata, ma Pirati a parte ha sempre scelto film belli e interessanti.

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  5. Questa tua recensione così dettaglia mi ha parecchio incuriosito. Questo film dovrò andare a vederlo! Un abbraccio

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  6. Complimenti per la recensione! Non vedo l'ora di vederlo!

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    1. Grazie! Io credo proprio che lo andrò a rivedere, magari in lingua originale per goderne di più.

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  7. Non mi ha colpito quanto te, però è un film davvero molto carino!

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