Un film che è pura poesia, poesia di immagini, di dialogo, poesia di vita e messa in scena.
Bright Star accoglie in sé tutte queste derivazioni della poesia perché di poesia tratta e di poesia vive raccontando la vita e le opere del romantico John Keats e della sua passione viscerale per lo scrivere ma soprattutto dell'amore contro ogni convenzione dell'epoca intercorso con quella che è stata la sua musa, la giovane Fanny Brawne.
Il tocco sensibile e femminile della regista Jane Campion si sente tutto. Presentato al Festival di Cannes ha sancito il ritorno al successo di critica e di pubblico dei tempi di Lezioni di piano e che ha simile attenzione per il ruolo femminile. Il film è infatti centrato più sulla figura di Fanny, sulla sua ribellione nel voler imparare a scrivere poesie, nel suo essere forte e indipendente (disegna da sé infatti i vestiti che indossa), sulle contraddizioni interne dei suoi sentimenti, attratta da Keats ma allo stesso tempo non pronta per viverne la passione e le sue conseguenze.
Con un finale amaro, in cui il suono del dolore ci coglie, si conclude quest'atto d'amore per un'epoca che fu, un'epoca lontana certo, ma che la Campion ha saputo ricostruire in modo bellissimo, tra costumi, dialoghi e scene che ricordano dipinti . Un film che è una poesia.
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