E’ stato il grande deluso alla notte degli Oscar 2011. Dieci
candidature ma nessuna portata a segno.
Il Grinta è il film che segna il ritorno dei fratelli Coen
dopo il mezzo fiasco di pubblico (soprattutto) e di critica (in parte) che è
stato l’enigmatico A serious man del 2009.
Il western portato in scena quest’anno non è un mero remake
dell’omonimo film del 1969 con John Wayne, ma una nuova e personale
trasposizione del romanzo da cui anche questo era tratto.
Il film racconta la vicenda e la forza di Mattie Ross che
rimasta orfana del padre, ucciso dal delinquente Chaney, decide di vendicarlo
ingaggiando il cercatore di taglie Rooster chiamato appunto Il Grinta.
Al viaggio verso la sua ricerca si unirà anche il texas
ranger LeBouef, interpretato da un baffuto Matt Damon.
La ricerca che mescola indagini e sangue sarà occasione di
conoscenza, riflessione, litigi e confronto. Se da un lato infatti Il Grinta
non disdegna l’uso smodato di armi e alcool, dall’altra la ragazza e il ranger hanno
una visione più eroica e devota della giustizia.
Interpretato da un sempre bravo Jeff Bridges, Il Grinta
acquista quella ruvidezza e dissolutezza in più. Il suo amore per il whiskey,
la sua noncuranza del pericolo o dei rimorsi, la morte vista come semplice
lavoro sono portati all’estremo mentre l’attore ormai è sempre più
identificabile nella parte dell’ubriacone che si redime.
Ma la miglior performance è sicuramente quella di Hailee Steinfeld,
alla sua prima interpretazione in un film cinematografico e ingiustamente non
premiata con l’oscar come miglior
attrice non protagonista.
La sua Mattie è tanto caparbia quanto fragile, donna ma
ancora bambina. Nella sua sete di vendetta si nasconde in realtà la ricerca di
un obiettivo, di una fuga. Una fuga anche senza inseguitori come nel finale, un
bellissimo salto nel tempo, scopriamo essere stata la sua vita intera.
Il Grinta non eccelle certo per originalità di trama ma ciò
che davvero colpisce e che lo rende un gran bel film è come questa trama ci
viene mostrata. I fratelli Coen sanno come fare il loro mestiere e la
fotografia e il montaggio del film sono impeccabili, perfetti. Perfino la più
classica cavalcata di transizioni del viaggio diviene un’opera nell’opera!
Il Grinta è dunque un film visionario, non per gli effetti
speciali utilizzati per rendere più spettacolare la natura ma per la sua
naturale registrazione in modo straordinariamente poetico.
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