7 marzo 2016

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I

L'inizio della fine ha inizio.
Dopo la breve pausa dovuta agli Oscar, la visione è ripresa, ma fin da subito è sembrato che qualcosa si fosse inceppato.
E quel qualcosa, purtroppo, è la struttura stessa del film.
In attesa di vedere il gran finale, riserbo dei dubbi sull'utilità della divisione in capitoli di questo ultimo libro, visto che questa prima parte sembra girare attorno a se stessa e non andare avanti.
Per buona parte del film, infatti, seguiamo i tre spensierati amici in preda a paranoie e a scatti d'adolescenza, vagare tra un luogo dei ricordi all'altro, senza ben capire lo scopo di queste loro scampagnate: trovare gli horcrux? semplicemente scappare? Entrambe o nessuna?



Non si sa, non è chiaro, finchè non trova una spiegazione il titolo stesso del capitolo, finchè quei doni della morte non ci vengono raccontati.
Solo allora tutto trova un senso.
Prima, a parte quell'inizio carico di simpatia nonostante la situazione drammatica, in cui tutti sono Harry, c'è gran poco.
C'è l'entrata di soppiatto, con l'immancabile pozione polisucco, all'interno del Ministero della Magia, c'è l'agitazione che la paura di essere scoperti comporta, certo, ma non c'è Hogwarts, e si sente.
La struttura del film, della saga stessa, ci aveva abituato a schemi ripetitivi ma sempre originali, con il passaggio successivo, con questo inizio della fine, ci si trova disorientati e sballotati qua e là nel regno della magia e nella terra dei babbani minacciati per primi da Voldemort e i suoi.


A mancare, ovviamente, è anche quel Silente che tanta saggezza sapeva trasmetterci, e che mantiene il suo ruolo attraverso gli oggetti che lascia in dono a Harry, a Hermione, a Ron. Che poi dopo settimane ne capiscano l'uso, quella è un'altra storia.
Personalmente appassiona più il lato oscuro in tutto questo, mettono più carne al fuoco quei meeting attorno ad un tavolo, con Piton che continua ad alimentare le mie speranze da lieto fine.
Harry ed Hermione, invece, dicono poco, fanno poco, regalandoci una piuttosto evitabile crisi all'interno del triangolo, conducendoci ad un finale dove scappa una lacrima impensabile per il buon Dobby, che lascia presagire il meglio per la fine.
L'inevitabile battaglia riuscirà a sollevarmi da questo primo passo falso? Lo scivolone prima della grande conclusione aiuterà a vedere il tutto con una prospettiva migliore, ora?
Non posso che sperarlo, trovando poi risposta alle mille altre domande che mi attanagliano da quando, ormai 8 settimane fa, ho iniziato questo viaggio alla cieca.


3 commenti:

  1. Forse, il peggiore. Risente troppo della divisione in due, proprio come il successivo Hunger Games. E l'effetto brodo allungato è dietro l'angolo, purtroppo.

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  2. L'ultimo poi si riprende un po... Ma non è il migliore, il settimo capitolo cinematografico...

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  3. Paradossalmente più sono cresciuti gli attori più è peggiorato..

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