13 aprile 2016

Victoria

E' già Ieri -2015-

Quanto lo si snobba il cinema tedesco?
Già solo a dire "cinema tedesco" si storce il naso.
E invece, oltre le Alpi, qualcosa si muove, qualcosa di bello si muove e se qualcosa di quel qualcosa riesce ad arrivare a noi, alle nostre sale (Il Labirinto del silenzio), altro ancora non ce la fa, ed è un peccato.
È un peccato infatti che un film come Victoria in Italia non sia arrivato, e non sia arrivato nemmeno alla notte degli Oscar, causa cavilli di lingua di recitazione (con l'inglese che spesso si sovrappone al tedesco).
Questo peccato non lo si pensa solo per la tecnica prodigiosa di ripresa, di struttura del film, perchè quei 140 minuti che compongono Victoria sono girati completamente in piano sequenza, lasciatemelo ripetere, COMPLETAMENTE in piano sequenza, mandando in brodo di giuggiole ogni accanito appassionato di cinema.
Questo peccato riguarda il film in sé, quello che racconta, come lo racconta, come viene vissuto.


È un'immersione totale nella notte berlinese, a partire dai suoi club, fino ai suoi tetti.
Tutto si svolge ovviamente in tempo reale, siamo realmente accanto ad ogni passo, ad ogni decisione di Victoria, una giovane madrilena, da qualche mese nella capitale tedesca, che gestisce una caffetteria, non ha chissà quanti amici, e decide di seguire, un po' per pazzia, un po' per curiosità, un po' per infatuazione, Sonne e il suo gruppo.
Bevono, fumano, parlano, fanno festa, tanta.
Sono giovani e come giovani si comportano, finiscono per rubare in un minimarket, finiscono su un tetto a raccontarsi esperienze di vita, e infine, solo Sonne e Victoria finiscono nella sua caffetteria, a conoscersi un altro po', ad aprirsi l'una all'altro.
Sembra la più classica delle commedie romantiche, sembra il più classico dei boy meets girl, un tedesco e una spagnola, una notte per conoscersi e per stare insieme.
Ma con una sferzata che corrisponde al trillo del telefono, tutto cambia: il romanticismo lascia il posto all'azione, c'è una rapina da fare, un sacco di soldi da recuperare, un debito da saldare.
La malavita, i delinquenti contro, gli amici di sempre, e quella ragazza appena conosciuta che si ritrova coinvolta.
E tutto cambia, velocemente, con il cuore che aumenta i suoi battiti, con l'ansia che si fa sentire, sciogliendosi a ritmo di musica lì dove tutto era iniziato, proseguendo in una tragedia che sembra senza uscita.


140 minuti, vissuti intensamente.
140 minuti e alla fine del film si resta frastornati.
Tutto, TUTTO è accaduto di fronte ai nostri occhi, in 140 minuti la vita di 5 persone è cambiata per sempre.
E noi ne abbiamo seguito ogni attimo, ogni frangente, con quella macchina da presa sempre puntata addosso.
Nessun bisogno di montaggio, niente da rifare, un intero piano sequenza che è ancora più incredibile visto il twist, la svolta, che il film prende, viste le tante location, i tanti cambiamenti a cui assistiamo.
In sella ad una bici, all'interno di un auto che non parte, sopra un tetto o dentro una lussuosa camera d'albergo, Victoria, Sonne, Boxer e gli altri ci lasciano senza fiato, ci portano in una Berlino diversa, viva, e non da cartolina.
Non tutto è però in presa diretta, perchè la concessione che Sebastian Schipper ci fa è l'inserimento di una colonna sonora a posteriori, intensa pure questa, di contrappunto nelle scene di danza, portante quando suonata dalle stesse mani di Victoria, una Laia Costa (no, non è mia parente) brava, come sono bravi tutti, a reggere in 140 minuti in cui mai possono tirare il fiato, in cui soprattutto improvvisano.
Non sarà arrivato in Italia, non sarà arrivato agli Oscar, ma Victoria, arriva dritto dritto nella mente e nel cuore per quello che ci mostra, per come ce lo mostra, entrando senza troppi dubbi fra le cose più belle e intense viste in quest'anno.


Regia Sebastian Schipper
Sceneggiatura Olivia Neergaard-Holm, Sebastian Schipper, Eike Frederik Schulz
Musiche Nils Frahm
Cast Laia Costa, Frederick Lau, Franz Rogowski, Max Mauff, Burak Yigit
Se ti è piaciuto guarda anche:
Prima dell'Alba, Enter the Void, Who Am I - No System is Safe

5 commenti:

  1. Che figata di film!
    Ce ne vorrebbero di più, anche se forse gli addetti alle riprese potrebbero non essere molto d'accordo...

    E comunque Laia Costa è tua sorella, ammettilo. ;)

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  2. Io ho scoperto un altro film proveniente dalla Germania ed è una commedia(e da questo paese non mè lo sarei aspettato) che per chi ha vissuto un po'in Germania vale la pena di essere visto. Titolo americano "fuck you prof",da vedere anche perché è una vendetta degli studenti emarginati nelle scuole tedesche dove se sembri scemo alla fine lo diventi.consigliatissimo

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    1. Ricordo di essermi appuntata quella commedia alla sua "uscita" italiana (dalle mie parti non se n'è vista traccia), potrei recuperarla per la leggerezza estiva, in v.o. però, che il doppiaggio lo ricordo piuttosto irritante dal trailer.
      Grazie per il consiglio :)

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  3. Infatti io l'ho visto in lingua originale, e tra l' altro è uscito anche il seguito bello anche quello.

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