Poi sono arrivati gli amici giusti, gli inviti giusti e pure la creazione di un gruppo whatsapp. A quel punto, la curiosità se n'è fregata di impegni, di film da vedere e di serie da recuperare, e la ragazza si è sintonizzata sulla Rai, per vedere la finale dell'Eurovision.
Era il 2019, e un amore stava per nascere.
Verso il trash presente, verso un sistema di votazione pieno di inghippi e rovesciamenti, verso schieramenti, diatribe e vendette su wikipedia.
Quella ragazza era decisa: l'anno prossimo non mi perderò una serata!
Anzi, si era parlato pure di andare fino a Rotterdam, e godere se non proprio di persona, almeno a pochi passi, del grande Festival che ci sarebbe stato.
Ma un virus si faceva lentamente strada in Europa, costringendo alla quarantena, alla chiusura di posti di lavoro e di conseguenza di Festival.
L'Eurovision annullato, una scarna serata in cui godere di pochi secondi le esibizioni di ogni cantante, con la Russia
e l'Islanda
a farla da padrone.
Ma soprattutto, questa canzone che esce come teaser ad un nuovo film Netflix:
C'era una volta un ragazzo orfano di madre.
Gli Abba risuonavano alla TV e lui aveva un'illuminazione: questa musica, quei colori, quelle paillettes lo fanno stare così bene che pure lui riuscirà ad arrivare all'Eurovision e a vincerlo.
Cresce, quel ragazzo, ed è ormai un uomo, un bamboccione.
Continua a mantenere vivo il suo sogno, sostenuto da un'amica che vorrebbe essere qualcosa di più, che con lui canta, osteggiato da un padre che non ci sta ad essere uno zimbello per colpa sua.
I due sono quello che dall'Eurovision si richiede: colorati, spensierati, ingenui e pieni di trash.
Ma forse, troppo.
Riusciranno a partecipare?
A passare le semifinali?
A vincere?
C'erano una volta le commedie veloci, goderecce.
Che sfioravano appena i 90 minuti.
Poi anche chi le commedie le fa di mestiere, decide di sforare.
Vuole metterci dentro di tutto Will Ferrell, fan decennale del concorso, inserendo contrasti familiari, d'amore, politici, tentativi di sabotaggio, fantasmi, performance e coppie che si lasciano.
Insieme alla bellissima Rachel McAdams che si fatica a credere eterna single, ci mostrano prima l'Islanda più ristretta, tra balene, case degli elfi e neve perenne, per poi spostarsi ad Edimburgo, dove l'Eurovision si tiene e ci portano dietro le quinte del concorso.
Rivediamo i vincitori del passato, cantiamo con loro, conosciamo il favorito Lemtov, russo, interpretato da quella scheggia impazzita di Dan Stevens che sembra architettare qualcosa.
Così si arriva a ben 123 minuti, con un percorso non troppo lineare, a volte anche troppo esagerato.
Ma il tutto è però così genuino, condito dalle canzoni più trash possibili e accompagnate da coreografie altrettanto assurde da colmare la mancanza dell'Eurovision di quest'anno.
Questi Fire Saga non hanno nulla da invidiare agli impronunciabili Daði og Gagnamagnið, e li si vorrebbe vedere in concorso il prossimo anno.
2021, non deludermi.
Voto: ☕☕☕/5
Il film l'ho trovato inutilmente stupidino, i toni di Scrivimi una canzone gli avrebbero giovato, e invece punta al demenziale, però paesaggi e colonna sonora fanno la differenza. Come dicevo, per me l'ultimo brano potrebbe anche arrivare agli Oscar.
RispondiEliminaIo da Will Ferrell questi toni mi aspettavo e volevo, quindi posso dirmi soddisfatta. Anche perché nonostante la lunghezza eccessiva, le canzoni e i momenti musicali non fanno rimpiangere l'Eurovision mancato di quest'anno.
EliminaIn stile Zoolander potrebbe piacermi, basta che non esageri ;)
RispondiEliminaEsagera solo un pochino nella lunghezza e nel tirarla per le lunghe, ma alla fine strappa risate e applausi.
EliminaPer quanto amante del trash, l'Eurovision vero non l'ho mai visto, se non qualche spezzone. Dopo questo film, il prossimo anno (si spera) tutti quanti a vederlo!
RispondiEliminaSiiii, proprio quest'anno che ero preparata e pronta a non perdermi un'esibizione ho dovuto rimediare con i Fire Saga. Ma male non mi è andata, dai.
EliminaTutti che parlano di sto film, adesso anche te! :--)
RispondiEliminaMi sa che amando poco l'eurovision da quando lo conobbi in Irlanda ormai 12 anni fa, forse questo me lo evito...
È un bel concentrato di quel trash ma c'è anche un bella storia raccontata. Commedia irriverente e goliardica con un pizzico di romanticismo, che non guasta di certo ;)
EliminaA me questa sensazione non me l'hanno data, di certo però immaginare la McAdams single e rifiutata da Ferrell è strano quanto gli outfit scelti.
RispondiEliminaVolcano Man non esce dalla testa, ma anche Lion of Love non scherza ;)