Siamo abituati a vedere Presidenti gestire crisi internazionali con il pugno di ferro, siamo abituati a vedere una Casa Bianca in fermento, dove le trattative avvengono sul filo del rasoio, dove collaboratori lavorano no stop, siamo abituati a vedere dittatori minacciare e urlare con militari che sfrecciano nell'alto del cielo a garantire la nostra sicurezza.
Non siamo abituati a vedere quel Presidente come un fantoccio, come un uomo in realtà senza potere che si affida nelle mani di esperti che finiscono a fare a gara per prevalere sull'altro, non siamo abituati a vedere ministri e collaboratori lasciarsi andare al sesso più spinto in fase di crisi, a fregarsene degli ordini da eseguire, a fare di testa loro, non siamo abituati a vedere dittatori davvero pazzi, che si possono però comprare con poco, con promesse e tanti soldi, non siamo abituati a vedere quei militari, quei soldati essere tutt'altro che integerrimi, dediti all'alcool e alle droghe che rendono pericolosa ancor più la loro missione.
Non eravamo abituati, ora grazie a The Brink, lo siamo.
All'apparenza seria e seriosa, con l'azione che si sposta dalla Casa Bianca all'ambasciata americana a Islamabad e nel mezzo dell'oceano in una portaerei militari, basta poco, bastano poche battute di presentazione dei personaggi per capire che quello a cui ci troviamo di fronte è una comedy che usa un umorismo sottile e ben affilato, che ironizza sull'America come sul Medio Oriente, senza alcun filtro politically correct, né per una né per l'altra parte.
Bastava forse guardare al cast per capire che HBO questa volta non voleva prendersi sul serio, con Tim Robbins segretario di Stato sui generis, dedito al sesso sadomaso, capace di trattare nelle situazioni più estreme e di portare sempre a casa il risultato, anche se nella crisi ci finisce lui stesso; con Jack Black diplomatico che vuol far carriera, che si ritrova assieme al suo autista in una situazione più grande di lui, a fare da mediatore con il dittatore pazzo furioso di turno, invischiandosi pure lui in problemi a non finire dove la sua verve riesce sempre a salvarlo, e infine Pablo Schreiber, che senza il pornobaffo alla Orange is the New Black non guadagna certo in serietà, visto che è lo spacciatore ufficiale della portaerei e assieme a Eric Ladin si butterà in missioni che spesso prendono una piega quasi suicida viste le loro condizioni di lucidità.
A questo trio si vanno ad aggiungere comprimari di spessore (Carla Cugino, Geoff Pierson, Esai Morales) che in tiro e come uomini d'onore rendono ancor più esilarante l'umorismo di una serie che passa in fretta, che non risparmia frecciatine sull'attualità o momenti decisamente WTF? finendo per essere un appuntamento fisso per risate intelligenti.
Già confermata la seconda stagione, dopo un finale in cui c'è stato spazio anche per il pathos, presa come presa in giro di un Homeland, non per questo va considerata di serie B, anche solo per le musiche di alta classe che chiudono ogni singolo episodio.
Ad essere sincero ho isto solo il primo episodio e, oltrea no avermid etto proprio nulla, non mi ha proprio divertito....
RispondiEliminaIo gli ho dato fiducia fin da subito, e superato un po' di dubbi dopo il pilot sono state solo risate intelligenti, che han salvato da un'estate molto seriosa.
EliminaDevo dare un'occhiata, anche se a me un certo umorismo mi lascia freddo. Tipo quello incomprensibile di Wet Hot American Summer. Tanti attori e io che dico bah. Speriamo che questo sia più nelle mie corde, con il sempre caro Jack Black. :)
RispondiEliminaWet Hot non so ancora se vederla non avendo visto nulla di prima, dici che posso osare? Solo per il mio ex Don?
EliminaQui non so se son proprio le tue corde, ironia ce n'è tanta, questo é sicuro!
In modo sottile, con un'ironia che ha quasi del serio, ma ci si diverte parecchio!
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