15 ottobre 2017

La Domenica Scrivo - TV (di dati d'ascolto, nuove generazioni, nuove abitudini)

Non guardo più la TV.
Non vuole essere una dichiarazione snob né un tentativo di fare l'alternativa, visto che "non guardo più la TV" lo dice e lo fa una generazione intera.
Non guardo più la TV ma un po' per scelta, un po' per tempo, un po' per spazio.
Prima, nel vecchio appartamento (e che bello dire vecchio a soli 3 mesi di distanza), la stanza era una, la TV era lì, e quando non si guardavano serie che qui in Italia chissà quando arriveranno, o film, la si accendeva, si cercava qualcosa di degno da vedere, e la si vedeva.
Ora, nella casa nuova (e sì, sarà nuova anche fra un anno e per chissà quant'altro, potere della relatività) la TV è in salotto, in salotto ci si va per vedere serie che in Italia chissà quando arriveranno, o film, e la si accende solo per questo. Si pranza senza sottofondo, senza lo sguardo catturato da altro. Si cena con un computer davanti, che manda in onda comedy sempre più leggere e irriverenti.
La TV non la guardo più.



Ma non mi va di lanciarmi contro quella TV, non oggi, non starò a parlare di nuove generazioni che hanno il potere illimitato della scelta, che non conosceranno mai l'attesa per la prossima puntata, la suspense creata dall'interruzione pubblicitaria, la corsa al bagno per paura di perdere lo scioglimento di quella suspense.
Oggi, con Netflix e lo streaming che imperano, la mia generazione e le altre generazioni cambiano i loro connotati di spettatori, prendendo il controllo sul divano, non soggiogandosi. O quasi.
Una rivoluzione che pian piano scala le età.
Poco a poco.
Ma ci sono ancora milioni di italiani che ancora lo fanno, e io che la TV non la guardo e a fatica so cosa manda in onda, fatico a crederci.

Fatico a credere che Il Segreto (come ricordato da Pensieri Cannibali) sia capace di incollare così tante persone al suo seguito. Colpa di intrighi, tradimenti e drammi, e le vedo le parenti più anziane della mia famiglia a seguire i tumulti del cuore di questa Spagna che fu, ricordarlo quel "fu", e come nei romanzi a puntate, nei fotoromanzi, seguire con passione il tutto.
Non a caso, Il Segreto fa i suoi ascolti più importanti in quella fascia oraria dove solo certe signore possono vedere la TV, quando ci prova in prima serata, contro un Carlo Conti, il flop è dietro l'angolo.
Che Carlo Conti è Carlo Conti.
Fatico a credere che il Grande Fratello Vip sia ancora campione di ascolti, fatico a credere che le repliche di Don Matteo e di Montalbano facciano quasi più share delle loro nuove stagioni. Ci sono fattori di cui tenere conto però, c'è un Don Matteo ora disponibile su Netflix, che i suoi dati di audience non li divulga, c'è un secondo schermo da tenere in considerazione.
Programmi stupidi  inutili superficiali come il Grande Fratello, come Temptation Island che servono a ricordarci che sì, la leggerezza è da osannare e siamo più intelligenti di certi concorrenti, hanno quel successo perchè commentati con ironia tagliente sui social e non.
Li si guarda per smontarli, per deriderli e vivere 15 minuti di fama tra amici che applaudiranno alla nostra battuta, o su Twitter dove è sempre caccia a chi la spara più grossa e riceve più like.
Quando la TV l'ho guardata -per il Festival di Sanremo (sì, ho i miei scheletri nell'armadio)- l'ho fatto allo stesso modo, come una Wanda qualunque (cit. Bojack Horseman), sono stata catturata più dalla telecronaca in diretta a colpi di tweet che dalle ugole dei cantanti in gara.
Come se la Gialappa's Band dei tempi d'oro potesse ora essere presente davvero in tutti i programmi trasmessi.

C'è un fatto curioso però che ha scatenato questa mia scrittura domenicale.
È venerdì 29 settembre, sono le 10 del mattino e il programma di Eleonora Daniele Storie Italiane sparisce nel nulla.
Il silenzio, il nero che avvolge lo schermo.
Problemi tecnici, diranno poi.
Risolti in ritardo, però, con almeno 10 minuti di quel buio, quel nero, che troneggiano prima di essere sostituiti da qualche replica salvagente.
Sta di fatto che quei 10 minuti di nero, hanno totalizzato il 19,5% di share.
Ora, sperando non sia l'ennesima bufala già capitata nel 2000 e che l'Auditel ben spiega QUI, tenendo conto di quei televisori lasciati accesi senza nessuno a guardarli, sottofondo alle incombenze domestiche, compagna che rompe la solitudine e di cui poi ci si dimentica, c'è del fascino in tutto questo.
Quel buio, quel nero, attira più di un concerto lirico in prima serata, probabilmente.
E si potrebbe ragionare su come quel buio sia ipnotico, come di fronte all'inatteso e all'imprevisto, la nostra mente corra verso un dramma in corso, una tragedia che si sta compiendo a telecamere oscurate, o chissà cos'altro in questi tempi davvero bui.
Quel venerdì mattina erano gli italiani a guardare la TV, o la TV a guardare loro?
A scrutarli, per cercare di capire cosa dargli, cosa offrigli, per tenerli incollati sui loro divani?
La risposta, a volte, è quasi più semplice del previsto.
Non dargli niente, lasciarli così, in sospeso e in affanno, a farsi domande, a chiedersi che succede.
Il ritratto di un'epoca.

6 commenti:

  1. Io ho una zia che da quando è andata in pensione tiene praticamente la tv accesa tutto il giorno su Canale 5. Abbastanza inquietante. Anche perché ha la fortuna di avere una casa con un giardino gigantesco. Canale 5 e basta. E quando la vai a trovare, abbassa solo il volume. Nemmeno spegne.

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    1. La nonna del giovine fa lo stesso, ma con Rai1. Anche se gioca la Nazionale, lei sta su Rai1. Sempre. La fortuna è che il più delle volte la TV fa solo da sottofondo, inquieta, ma aiuta a sentirsi meno soli.

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  2. Ormai la tv la uso solo per vedere i film su Sky, molte volte infatti al contrario di prima non uso più la televisione come sottofondo, a parte i Simpsons e Striscia non vedo altro..

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    1. Adesso apprezzo molto di più il silenzio e i pranzi comunicativi, la TV resta un mezzo di scelta, non sceglie più lei cosa offrirmi: una vera rivoluzione.

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  3. Pure io non guardo più la tv.
    Dichiarazione però vera solo in parte. La mattina facendo colazione mi vedo qualche video musicale e a pranzo e cena mi guardo i tg. Non che siano così imperdibili, ma è giusto per tenermi aggiornato non su come il mondo sia, ma su come sia visto in modi differenti da Rai/Mediaset/La 7 e Sky.
    Di altro guardo pochissimo: Sanremo (pure io), la finale di Champions League, qualche altro evento.
    Non ho capito il segreto del successo de Il segreto (grazie per la citazione), anche perché l'ho visto giusto per pochi secondi. Probabilmente però non lo capirei neanche dopo ore di visione...
    Anche perché 10 minuti di nero, sempre probabilmente, sono meglio di 10 stagioni de Il segreto.

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    1. Forse solo superata la soglia dei 60 anni il segreto de Il Segreto ci sarà svelato, per ora, possiamo continuare ad evitarlo.
      I Tg pure, o almeno a me bastano i radiogiornali a lavoro, mentre prevedo più TV quest'estate per la Nazionale: quella non manca mai.

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