20 luglio 2018

Burn Burn Burn

E' già Ieri -2015-

Un viaggio a tappe che fa fare il giro della Gran Bretagna.
Un viaggio fra due amiche, entrambe insoddisfatte, infelici, per i compagni che si ritrovano, per il futuro incerto.
E un altro amico, in macchina con loro, che a quel viaggio le ha costrette per spargere le sue ceneri.
Non l'aveva detto a nessuno, Dan, di avere il cancro, di essere arrivato alla fine della sua vita a 29 anni. Non voleva piagnistei, non voleva pietà. Voleva continuare a divertirsi con le sue amiche, egoiste il giusto da non accorgersi dei chili che calavano, dei capelli che si diradavano, della debolezza che avanzava.
Perché sono fatte così Alex e Seph, concentrate a lamentarsi e a nascondersi più che a godersi quello che hanno. Così, Dan, nelle sue ultime volontà le incastra, le manda in giro sulla macchina del patrigno a ripercorrere la sua vita e soprattutto cercando di mandare avanti la loro.



Quattro tappe, quattro luoghi essenziali, e altrettanti incontri per permettere alle due di confrontarsi, di uscire dalla sabbia, dalla polvere.
Sulla carta, il film sembra perfetto: uno di quei road movie indie, per di più inglese, che tanto piacciono da queste parti.
Mettici poi incontri con strani personaggi, una colonna sonora azzeccata e un senso dell'umorismo ironico e black che sfocia spesso nella malinconia e nelle lacrime, e il gioco sembra fatto.
Peccato però che le due protagoniste non sempre sanno rendersi simpatiche, che eccentriche, egoiste, lunatiche, hanno i loro momenti no.
Peccato soprattutto che la sceneggiatura scivoli in più punti, senza quella solidità che a un percorso a tappe si addice.
Già: se da A devo andare a E passando per forza di cose da B, C, D devo già seminare in A quello che poi si dovrà affrontare, far intuire vecchi traumi, rendere genuini certi incontri, non arrivare a C e chiedersi "aspetta, e ora che facciamo? Bè, mettiamoci dentro una famiglia complicata e un segreto inconfessabile e vediamo che succede".
No.


Sono le basi della scrittura, sono le basi per rendere omogeneo e meno livellato un film, soprattutto se questo dura dei canonici 110 minuti e non dovrebbe permettersi certe sbavature.
Sarò pignola io, che ai film a tappe credo solo se strutturati e giustificati a dovere, ma quando si sta per arrivare a E -al finale- e un altro incontro improvviso -di quelli pesanti e significatici- viene messo nel calderone, l'irritazione mi sale.
Si perdono pezzi per strada, poi, si mettono scene madri lì dove non dovrebbero andare.
Ma, messi da parte questi difetti, diciamo che di pregi Burn Burn Burn ne ha.
Primo fra tutti, citare nel titolo Jack Kerouac, ma anche sdoganare Laura Carmichael dal ruolo di Lady Edith (Downton Abbey) e far conoscere l'intensa Chloe Pirrie.
La parte fondamentale, quella più toccante e ben gestita, l'ha comunque Dan, Jack Farthing. Solo, davanti allo schermo di un computer, conosciuto quando già non è più, sviscera le varie fasi di un lutto che sono il suo, tra depressione, negazione, rabbia e accettazione.
Così sono i suoi sfoghi, i suoi tentativi di ironizzare e di spronare -soprattutto- a rendere un film imperfetto valido per una visione.

Voto: ☕☕½/5


2 commenti:

  1. L'avevo avvistato tempo fa. Però avevo trovato una versione in bassa qualità e avevo preferito guardare altro. A quanto sembra non mi sono perso un capolavorone...

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    1. Filmetto innocuo, che si lascia guardare in quest'estate ma che presto dimenticherò anche per colpa di certi scivoloni, di certe scelte.

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