26 novembre 2018

Nodo alla Gola

#LaPromessa2018

Io che delle imprese tecniche sono sempre stata una fan, come ho potuto non recuperare prima uno dei primi film girato interamente in piano sequenza?
Io che sono stata turbata e affascinata da Hitchcock a più riprese, come ho potuto perdermelo nel suo primo approccio ai colori, oltre che a un'impresa tecnica simile?
Già, come ho potuto?
Fortuna che c'è LaPromessa2018 a farmi rinsavire, a farmi recuperare certi titoli che non dovrebbero mancare in nessuna lista che si rispetti.
E allora, eccomi a vedere l'organizzazione e lo svolgimento di una vera e propria cena con delitto.



Il delitto, in realtà, è già stato commesso nei primi minuti del film: un delitto a sangue freddo, senza un vero movente, senza particolari sensi di colpa a scalfire gli assassini. Anzi, questi (o almeno il padrone di casa Brandon) si burlano dei loro ospiti nascondendo il cadavere in bella vista, all'interno di un comò che si fa tavolo.
La cena inizia, ha più l'aria di un aperitivo in cui poco effettivamente si mangia, tanto -troppo?- si parla.
Si parla di delitti e di pene per alleggerire l'atmosfera, di futuri matrimoni quando però il futuro sposo non c'è all'orizzonte.
Che fine ha fatto David si chiedono tutti?
Mentre la cameriera ciarliera mette il becco in tutte le questioni rischiando di svelare un corpo, il più scavato degli ospiti -che il delitto lo concede- già tutto sospetta, tutto immagina.


Per quanto elaborata e filosofica, non sembra essere la storia e la sua risoluzione ad interessare ad Hitchcock.
Ci si interroga, certo, ma la base di partenza teatrale si fa decisamente sentire, appesantendo la visione e soprattutto la parte finale di questo giallo non a svelare.
C'è da dire che la storia nella versione italiana viene edulcorata e cambiata, e pure un certo amore proibito viene lasciato immaginare in modo non esplicito.
Ma è come il Maestro si muove in quell'attico newyorchese a fare la differenza, come fa avanti e indietro, come sposta l'attenzione e lo zoom da una parte e l'altra della stanza, staccando solo sulla famosa giacca blu per cambiare bobina 10 volte.
Certo, non siamo ai livelli di un Sokurov, dello strepitoso Victoria né dell'apertura di La La Land, e la resa resta più rigida e teatrale del previsto, ma a questa lunga cena senza tagli e senza montaggio, ho partecipato con piacere, illuminandomi a più riprese, per personaggi dallo humour inglese, per espedienti su cui curiosare.
Aspetto un invito per ogni anno e promessa a seguire, Maestro, ce lo dobbiamo.


7 commenti:

  1. Bellissimo recupero, è uno di quei titoli di zio Hitch che viene citato, ma forse non abbastanza, modernissimo sia per il piano sequenza che per quella storia d’amore. In “Nodo alla gola” si vede bene che Hitchcock arrivava dal cinema muto, se per caso segui la trama del film solo ascoltando i dialoghi, sembra la cronaca di una cena di gala, il bello è che mentre i personaggi parlano del più e del meno, zio Hitch racconta utilizzando solo le immagini, e portando avanti l’intreccio senza ausilio dei dialoghi, roba da veri Maestri ;-) Cheers

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    1. La coppia protagonista è fantastica. Ottimo doppiaggio italiano oltretutto!

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    2. Mi sono ripromessa infatti di concedermi almeno un Hitch all'anno, me lo devo. E sì, certi vecchi film meritano il doppiaggio italiano, anche se qui qualcosa lo si è aggiustato a favor di pubblico rispetto all'originale ;)

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  2. Bellissimo, l'ho rivisto questa estate! E' uno dei miei Hitch preferiti, spettacolare messa in scena, semplicemente strepitoso!

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  3. Comunque non vorrei fare la rompi, ma senza la tecnica di questo film forse non si sarebbe arrivati al Victoria di Sokurov e a La La Land. Il concetto spazio/tempo è studiato nei minimi dettagli (il cambio dei colori che si vede dalla vetrata, nuvole fatte con lana di vetro o cotone se non ricordo male dovrebbero essere 9 ma forse dico una scemata), così come le prove (carrellate e movimenti degli attori segnati sul pavimento, ore di prove per far fare tutta la scena in un paio di ciak) e tecnicamente sono dei long-take camuffati da piani sequenza (le riprese di spalle per giustificare il cambio di rullo). Scusa il papiro sconclusionato, ma hai fatto uscire la studentessa di uni che c'è ancora in me! :-p

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    1. Capisco benissimo, oltre alla storia son stata lì a guardarmi tutti i vari movimenti, i carrelli, gli zoom, i cambi di scenografia e luci alle spalle e cercando gli stacchi camuffati, a volte in modo ineccepibile, altri (la giacca scura) un po' più evidenti. Come tornare sui banchi dell'università!

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    2. Ma veramente! Che chicca, secondo me tutti i registi che hanno intenzione di fare un film in piano sequenza fanno i compiti guardando questo film! ;)

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