1 novembre 2018

Evil Genius: la vera storia della rapina più diabolica d'America

Settimana Crime

Crimine e genialità vanno spesso a braccetto.
Si sa che efferati criminali, nascondono un quoziente intellettivo particolarmente alto e fuori dalla media, peccato che la loro intelligenza la applichino al male, e non al bene.
Siamo a Erie, Pennsylvania, nel 2003.
Un uomo entra in banca, consegna una lettera dettagliatissima alla cassiera, e la rapina.
Esce dalla banca, ma viene subito fermato dalla polizia.
Ha una bomba addosso, dichiara.
E tutto si ferma.
Sembra uno scherzo, sembra un innocente che gioca con la morte, con la sua vita, e con la polizia. Finché quella bomba esplode, e lo uccide.



Nella sua auto, altre lettere vengono trovate, fanno parte di una complessa caccia al tesoro, premio finale: le chiavi per liberarsi di quella bomba stretta attorno al suo collo.
Parte una fitta indagine, tra FBI e forze dell'ordine locali.
Nei giorni successivi, un altro corpo viene ritrovato in overdose, un altro all'interno di un freezer e alcuni nomi vengono indagati e messi sotto osservazione.
Chi ha architettato questo crudele gioco? Chi ha incastrato un semplice pizza-guy? O quel fattorino è in realtà invischiato nel tutto?
A cercare di dare una risposta a un caso rimasto insoluto e senza veri colpevoli, il regista e giornalista Trey Borzillieri che con la presunta colpevole Marjorie Diehl-Armstrong intrattiene da anni una fitta corrispondenza dal carcere.


Lei, mente brillante, donna che fin dalla giovane età si faceva notare ma che allo stesso tempo cammina a braccetto con la morte, probabilmente la verità la conosce.
Come lei, il suo compagno on-off di una vita -William "Bill" Rothstein- un'altra mente altrettanto geniale, capace di truffare pure i parenti.
Il documentario mette insieme questa teoria, ragiona su immagini di archivio, su lettere private, su video della polizia e interviste ai protagonisti stessi.
Cerca la verità, e la trova anche se resta al di fuori di un'aula di tribunale, visto come in ballo ci sia la pena di morte.
Purtroppo, il caso non è altisonante come altri, i suoi protagonisti, per quanto macabri e intriganti, non smuovono coscienze.
Purtroppo, il lavoro di un appassionato come Borzillieri, pur sapendo quando fermarsi, quando raggiungere climax e lasciare nel dubbio, non ha la forza confessiva di Andrew Jarecki e del suo The Jinx.
E allora, questa breve docu-serie la si macina sì, ma coinvolge meno rispetto agli altri casi visti o che si affronteranno nei prossimi giorni.
Anche il male, in fondo, ha una sua gerarchia di fascinazione.


1 commento:

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