9 ottobre 2020

Dick Johnson Is Dead

 Andiamo al Cinema su Netflix


Dick Johnson è morto.

No, non ancora.
Ma la sua ora si avvicina.
Si avvicina in modo subdolo e beffardo per chi ha assistito nei suoi ultimi anni una moglie che se n'era già andata prima del tempo per colpa dell'Alzheimer. 
Ora l'Alzheimer ce l'ha pure lui, Dick.
E con la figlia si ritrova a rivivere tutto.
Dick è uno psichiatra, e la morte l'ha vista in faccia spesso.
Pure 30 anni fa, quando ha avuto un infarto.
Dick sembra sapere che è necessario prepararsi e preparare alla morte, e accetta la folle idea della figlia, documentarista, di partecipare a un documentario sulla sua di morte, a riprendere le sue attività quotidiane, a intervistarlo, a inscenare modi buffi in cui potrebbe andarsene.
Un computer che gli piove in testa, una caduta dalle scale, un incidente d'auto...
Mettono in scena tutto questo assieme a una fidata troupe, costruiscono pure un Paradiso fatto di nuvole soffici, di brillantini brillanti e di balli scatenati, dove ogni desiderio di Dick si avvera.


Dick che deve lasciare la sua casa e la sua comunità.
Dick che deve ambientarsi a New York.
Dick che con i mesi che passano si fa assente, perde lucidità, ha bisogno di un'infermiera.
Kirsten Johnson riprende tutto questo e lo fa in modo distaccato e intimo, lo fa con pudore e non tralasciando domande sul senso di quello che sta facendo, sulla privacy che sta andando a toccare.
Invade così anche quella degli altri, chiedendo a traslocatori, colleghi o a quella stessa infermiera, qual è il loro rapporto con la morte, come se ne sono andati i loro genitori.
Vitale e ironica, Kirsten sembra aver preso da quel padre che non si lascia mai andare, che pur sapendo quello che lo aspetta, resiste, lascia fare, lascia andare. 
Si lascia andare lui a sorrisi e curiosità, definendosi un padre, un fratellino, un migliore amico. Ma a ben guardare pure il terapeuta perfetto per una figlia.



Paradossalmente, Dick Johnson is dead diventa così un'esaltazione della vita.
Anche quando celebra una morte, lo fa nel modo più vitale possibile.
La Johnson che si mette in gioco e in scena, che mescola reale e finzione, dietro le quinte e ricostruzioni, sembra per prima sfidarsi e vincere la sua sfida.
Il finale in cui trattenere le lacrime è impossibile è l'ennesimo sguardo geniale ad un tema tanto difficile da affrontare, anzi, ad un momento impossibile da vivere.
Facendo di questo piccolo documentario che documentario vero e proprio non è, più un diario, più un tema libero con il lutto al centro, una perla tutta da scoprire.


Voto: ☕☕☕☕/5

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Ti innamorerai anche tu di Dick Johnson, lo so!

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  2. Ennesimo documentario non-documentario che mi stuzzica.
    Maledizione Netflix, mi stai avvicinando al genere. ;)

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    1. Questo è davvero una piccola perla nel suo genere non-genere. Netflix i documentari li sa scegliere proprio bene!

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