27 ottobre 2020

Lovecraft Country

Mondo Serial

In pieno agosto confessavo di non sapere niente, ma proprio niente, su H. P. Lovecraft.
Mi sono ritrovata a celebrarlo a 130 anni dalla sua nascita e ora  mi trovo a vedere una serie che porta il suo nome fin dal titolo.
Cosa aspettarmi se non lo strano, il fantascientifico, i misteri e gli incubi a fare capolino.
E infatti così è.
Ma come tradizione vuole ultimamente, i prodotti che di questo parlano hanno al loro interno temi importanti, razzismo e femminismo quelli che vanno per la maggiore.
Se poi ci si mette che l'ambientazione è nel passato, va da sé che è un passato che può e deve parlare molto al nostro presente.
Così è anche con Lovecraft Country, che parla di razzismo e bigottismo, parla di femminismo e di presa di coscienza tra magia e stregoneria, fantasmi e mostri e viaggi nel tempo e nel multiverso, ma lo fa con una sua integrità,  il tutto nei segregazionisti anni '50. 


Andiamo con ordine.
Abbiamo Atticus, soldato che ha affrontato la Guerra di Corea, che torna nella calda Chicago richiamato da un padre scomparso.
Rapito?
Rinchiuso?
Alla ricerca delle orme di una madre di cui Atticus non ha mai capito i segreti?
Si dovrà mettere in viaggio, accompagnato dallo zio che redige gli ormai famosi Green Books, le guide per far viaggiare in sicurezza i neri d'America, e la provocante Leti, che mantenuta da una sorella caparbia, in cerca di se stessa, finisce presto fra le sue braccia.
Il viaggio li porterà ad Ardham, in una tenuta che è sede di una loggia segreta, di una famiglia dove la magia viene usata e sfruttata, dove il razzismo impera.
Diventerà questione di sopravvivenza uscire da quella tenuta, diventerà questione di vita e di morte far fronte alle richieste dell'erede Christina, una volta allontanatisi da Ardham.


Lovecraft Coutry spiazza fin dall'inizio.
Non solo per mostri e incantesimi che piombano improvvisi, ma per la sua natura fatta di racconti. L'inizio on the road cede subito il passo ad episodi dedicati ai singoli personaggi, a case infestate, macchine del tempo, incubi infestanti e gite che ricordano spedizioni all'Indiana Jones...
Si mescolano temi e generi, facendone così un racconto quasi troppo variegato nel suo insieme, dove non sempre tutto torna o pesa allo stesso modo.
In questo calderone, si elevano gli episodi Meet me in Daegu (1x06) ambientato in Corea con le sue leggende, e soprattutto Rewind 1921 (1x09), che torna in quella Tulsa del 1921 già raccontata da Watchmen tenendo lo stesso grado di forza e bellezza.
Il finale, invece, colpisce in modo negativo, cercando di tirare le fila e di risolvere le questioni in sospeso senza riuscirci appieno.


Discontinuo e imperfetto, capace di regalare commozioni e sensualità, di eccedere con effetti davvero speciali, Lovecraft Country è spiazzante e diverso.
È un racconto nero dove si intromettono discorsi e canzoni politici sullo sfondo, dove il cast fa la differenza (brilla più di tutti la luminosa Jurnee Smollett), e dove il peso della produzione di Jordan Peele si fa sentire più di quella di J.J. Abrams, dove più volte spegnere la domanda "Cosa sto vedendo?" dalla testa si fa necessario.
Ma lo spettacolo con tutta la sua importanza è garantito, anche quando non convince al 100%.

Voto: ☕☕/5

8 commenti:

  1. Devo ancora iniziarla, ma mi spaventa un po'. E non per la presenza dei nostri...

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    1. Spaventava anche me, e si è rivelato purtroppo più discontinuo di quel che speravo. Ma alcuni episodi valgono da soli la fatica, vedrai!

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  2. Sarà su Sky prossimamente e non me lo perderò, ormai sono in fissa con Lovecraft ;)

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    1. Ero convinta fosse in contemporanea con l'uscita USA, ma vedo che stanno aspettando giustamente Halloween per farlo uscire.

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  3. L'unica cosa che mi aveva attirato era la presenza della sempre ben gnocca Abbey Lee! Però avevo delle titubanze in merito, del tipo non sarà mica un Salem 2.0!

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    1. La Lee ha una presenza scenica e uno stile non indifferente, confermo.
      La serie è un bel mix di stile e racconti, più o meno splatter, più o meno spaventosi.
      Il suo unico problema è proprio questo: la mancanza di equilibrio fra un episodio e l'altro, come fossimo dentro un'antologia.

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  4. Un pasticcio bello. Assolutamente discontinuo, nei momenti peggiori si finisce dalle parti di True Blood, ma tocca dei vertici davvero notevoli.
    Incasinatissima, però per quanto mi riguarda per fortuna più comprensibile di Watchmen.

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    1. Questo perché non ti eri letto il fumetto, o almeno visto la fin troppo fedele trasposizione a film!
      Watchmen resta molti scalini sopra, qui vincono alcuni episodi ma altri sono pasticciacci dimenticabili.

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