Una veglia funebre non è certo un'ambiente tranquillo.
Per una ragazza che si trova a gestire una ex e le sue frecciatine, genitori oppressivi ed ingombranti, le aspettative di parenti e amici e soprattutto il cliente che ha soddisfatto poche ore prima, si trasforma in un incubo.
Danielle, che si finge babysitter ma invece vivacchia grazie all'app Sugar Daddy, deve tenere testa a tutto in un ambiente che si fa via via più claustrofobico passando da una minaccia all'altra, da una decisione all'altra tra vergogna, spirito di rivalsa, gelosia e fastidio.
Dentro a questa casa, in cui nemmeno si sa chi si sta a vegliare, il centro sembra essere lei, Danielle, con ogni tentativo di fuga che si trasforma in una trappola più stretta, in un incidente che la mette ancor più al centro dell'attenzione.
Lo sappiamo da Roth, quanto le famiglie ebree sanno essere ingombranti.
I genitori di Danielle lo dimostrano cercando di salvare le apparenze, cercando un posto di lavoro per quella figlia che sì, certo, ha molti colloqui davanti, cercandole un marito e di tenerla lontana da vecchi amori nonostante la loro apertura mentale.
E Danielle, cosa vuole?
Vuole l'approvazione di quei genitori?
Vuole l'invidia di quella ex?
Vuole il marito di quella moglie shiksa?
Vuole la famiglia perfetta assieme a quel marito/cliente?
Probabilmente, non lo sa nemmeno lei.
Vuole solo uscirne viva da questa shiva.
Noi, le stiamo stretti stretti, asserragliati a scoprire quel camuffamento che indossa e che uno spillo, una macchia, svelano come finto.
La macchina da presa non lascia spazio e respiro, e i soli 78 minuti di durata valgono come un'immersione di apnea.
Tra senso di disagio e di fastidio, di pericolo e di liberazione, il finale in cui si è ancora tutti stretti stretti tra parole superflue, regala un singolo momento di pace.
Un sorriso.
Esordio di Emma Seligman, che sviluppa il suo primo cortometraggio riprendendo la giovane Rachel Sennott come protagonista, Shiva è uno di quei piccoli film che quasi potrebbe essere l'episodio di una serie TV, e che vale quindi la pena di scoprire.
Voto: ☕☕☕/5
Un film piccolo e sperimentale, ma già tremendamente a fuoco. Mi è piaciuto più del previsto. Un mix tra Gerwin e Aster davvero scoppiettante.
RispondiEliminaPuntato sia per durata che per trama, ho pensato tutto il tempo alla serie TV di cui poteva far parte, come episodio-bottiglia attorno alla strana vita di una ragazza come Danielle.
EliminaLa propongo io come idea alla Seigman?
Anche io ho pensato che sembra l'episodio pilota di una serie TV. Una che mi guarderei molto volentieri. :)
RispondiEliminaDove si può fare una petizione per trasformarla in una serie?
EliminaSarebbe un gioiellino.