14 maggio 2022

Possessor

È già Ieri -2020-

Il secondo album è sempre il più difficile, nella carriera di un artista.
E lo stesso si può dire per un film.
Soprattutto se quello d'esordio ha fatto tanto chiacchierare, se si è figli d'arte.
Ma Brandon Cronenberg, consapevole del cognome che porta, dell'influenza dei temi trattati dal padre, ha lasciato decantare per 8 anni il suo talento, per poi tornare forte di un signor cast, di un'altra buona idea.
Quello dello scambio di corpi, che se non sembra troppo originale, qui viene portata all'estremo.


Ad occupare corpi di ignare e future vittime, è una serial killer efferata, con missioni da compiere senza destare troppe attenzioni.
Degno di un episodio di Black Mirror una serie dallo specchio nero con cui ormai è impossibile evitare il paragone quando si tratta di futuri distopici, qui il discorso si fa più serio perché seriamente complessata è la protagonista.
Attirata dal sangue ma ancorata a una famiglia in cui si sente stretta ma a cui deve tornare. In crisi interiore ancor più quando è dentro qualcun altro.
La crisi, si acuisce occupa il giovane Colin Tate, per uccidere il suocero.
Ma qualcosa non va, l'estrazione non è possibile, il suicidio neppure, e la convivenza porta a una fuga, a un bagno di sangue, a un confronto con le proprie pulsioni.


Corpi e sangue.
Sempre lì torniamo.
Con lo sguardo voyeuristico che ci mostra corpi mutilati e ferite inferte, corpi divisi e sfregiati che non sanno da che parte stare.
Possessor conferma il talento di un figlio regista che ha chiara la sua estetica e i suoi mezzi, evitando il più possibile l'uso di effetti speciali, puntando su attori che il loro corpo lo conoscono bene.
Andrea Riseborough e il buon Christopher Abbott bucano lo schermo in modo diverso e complementare, anche se basta poco a Jennifer Jason Leigh per farsi ricordare nella sua spietatezza.


Il twist finale dimostra che Brandon è cresciuto anche a livello di scrittura, con lo sguardo ancorato alla freddezza chirurgica della messa in scena.
Sempre per stomaci forti, ma qui più preparati, confermo che il body horror non fa per me.
Ma come per quei piatti pesanti che a fatica si digeriscono, alla fine continuo a cedere alla tentazione visione mio malgrado.

Voto: ☕☕/5

8 commenti:

  1. Avevo preferito il precedente del Cronenberg jr., questo ho fatto proprio fatica a reggerlo...

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    1. Mi sbilancio a favore di questo strano dramma interiore. Saranno i toni caldi, sarà più compatezza nella trama.

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  2. Essere figlio d'arte è un casino, quando decidi di giocare nello stesso campo da gioco poi, devi essere rispettoso ma differenziati, qui Brandon ha fatto un gran salto di qualità, senza scimmiottare papà ma già con idee sue, il body horror può essere tosto, ma se continua così, pare ancora in buone mani in casa Cronenberg. Cheers

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    1. Resto curiosa per i prossimi lavori di Cronenberg padre e figlio, più il figlio a dire il vero nonostante le fanfare di Cannes. Il body horror non farà per me, ma continuo a tentare di capirlo.

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  3. Lo vidi durante il lockdown. Che bel film e che bella la Riseborough 😍

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    1. Non la visione più leggera in tempi di confinamento :) Andrea dal cognome difficile da digitare ha un fascino particolarissimo, ed è bravissima.

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