2 maggio 2022

Il Lunedì Leggo - Al Fresco di Mark McNay

Sean lavora in un pollificio.
Passa le sue giornate ad appendere carcasse di pollo da un nastro trasportatore all'altro, pronte per essere surgelate e inscatolate.
Un lavoro duro, meccanico, non certo quello dei suoi sogni, ma quello che gli permette di mantenere la sua famiglia e stare fuori dai guai.
Guai che hanno il nome di Archie, suo fratello, quello scapestrato, quello che ha imboccato la cattiva strada che con i suoi soldi facili tenta anche Sean.
Archie che entra ed esce dal carcere, anzi, esce proprio oggi, in anticipo, troppo in anticipo per Sean che ha speso i soldi che Archie gli aveva chiesto di nascondere e che ora si trova con un bel problema.


Un bel debito, insomma.
Come fare?
Chiedere alla banca?
Chiedere allo zio?
Chiedere all'azienda per cui fa straordinari, ma anche scherzi di cattivo gusto dentro qualche pollo?
Giocarsela alle corse?
Sarà una lunga giornata di tormenti per Sean, che si ritrova inevitabilmente a ripensare alla sua vita, al suo essere orfano, all'adolescenza problematica in casa dello zio, al suo essere stato dipendente dal gioco, all'aver messo incinta molto in fretta la sua prima ragazza, al suo essere un fratello unico, che Archie lo teme e lo venera, lo odia e lo ama.

Ah, quei rapporti tra fratelli!
Siamo in Scozia, quella delle piccole cittadine operaie, quella dei pub all'angolo, delle famiglie che a faticano arrivano a fine mese, anche per colpa di quei pub, delle scommesse su una vita migliore che non sempre vengono vinte.
Siamo in un romanzo d'esordio che mi ha attirato unicamente per la sua copertina che come da titolo, fa trovare freschezza.
Freschezza di una storia che con i suoi flashback, con le fantasie western di Sean, già si vedono bene adattate al cinema.
Freschezza in una scrittura che passa dal narratore esterno del presente, all'io narrante di Sean per il passato, raccontando minuziosamente la sua giornata lavorativa in un pollificio che è un villaggio, con i suoi reparti e le sue regole, con le sue gerarchie e i suoi orari prestabiliti.
McNay, che in un pollificio ha lavorato, non risparmia niente, rendendo impossibile per chi lo legge concedersi un petto di pollo a cuor leggero.

L'influenza di Irvine Welsh è evidente, la Scozia che racconta, i personaggi esagerati che la popolano, la droga che circola, sono gli stessi.
Ma c'è qui una personalità forte, in quello che in fondo è il racconto di una singola giornata di lavoro che racchiude una vita intera.
Lo si legge tutto d'un fiato, con la consapevolezza che di polli, no, non ne mangerò davvero mai più.

2 commenti:

  1. A parte l'influenza di Irvine Welsh, per il resto mi sembra troppo una fordianata per i miei gusti. XD

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    1. Un po' una fordianata (dove sei? batti un colpo!) per la relazione tra fratelli, un po' una cannibalata per lo stile alla Welsh della scrittura e della Scozia che inquadra ;)

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