16 maggio 2022

Il Lunedì Leggo - Knock-Out di Katie Kitamura

C'è sempre qualcosa di particolare, nell'atmosfera prima di una gara. 
Di uno scontro. 
Di un duello. 
Quell'aria tesa, la lunga attesa, i nodi che vengono al pettine e che quindi portano a riflettere sul presente, a ripensare al futuro. 
È l'epica.
Non è un caso se al cinema, lo sport funziona così bene. 
Questa volta funziona anche su carta.
E funziona nonostante il pensiero, quando si parla di scontri sul ring, corra subito a Rocky, a Stallone, a Creed
Un paragone che nasce spontaneo anche se Katie Kitamura non parla di boxe, parla di MMA. 
Di quegli scontri a corpo libero, di quelli in cui la tecnica si mescola alla fame.


Parla di Cal e di Riley.
Lottatore lui, allenatore l'altro, in trasferta in Messico per quello che è lo scontro dell'anno. 
Della carriera. 
Una carriera che deve tornare in pista per Cal, e anche per Riley. 
Lui che aveva quel non so che, quella bravura, quella fame, da non andare mai k.o., lui che vince una dopo l'altra sfide su sfide, fino ad incontrare uno come lui, Rivera, con la stessa bravura, la stessa fame. 
Che non lo manda k.o., ma lo batte. 
Lo distrugge, su un ring che diventa ora un incubo. 
Da quell'incontro Cal non è stato più lo stesso, e ora, dopo anni di attesa, di allenamento, la sfida è di nuovo aperta. 
Cal vuole vincere. 
Rivera lo vuole mandare k.o.
Riley rivuole il suo campione, inconsapevole che una nuova generazione lo ha ormai superato. 

Seguiamo i due in un motel a Tijuana dove si riposano e si allenano, dove si studiano e si preparano, dove costruiscono un mondo dove l'attesa la si inganna tra corse e gran mangiate, e il passato non può che bussare. 
E bussa anche il presente, con Rivera e la sua squadra, la sua scuola, ad essere pronti allo stesso modo. 

L'attesa, l'allenamento, metodico e logico, sembra di viverli in prima persona. 
Si sente l'ansia crescere, la noia prendere il sopravvento mentre il tempo non sembra passare e le illusioni iniziano a sgonfiarsi. 
Poi si sale sul ring, e come il cinema dimostra, il registro cambia. 
Si sentono i colpi, il sangue, le gambe tremare e le decisioni sbagliate da evitare. 
Si è su quel ring, dentro la testa di chi subisce e di chi colpisce, dentro quella logica che sfugge a chi da casa vede solo due menarsi forte e rischiare la vita.

La mia opinione sulle arti marziali e sulla boxe non cambia. 
Né con la saga di Rocky che grazie a La Promessa mi aspetta, né con questo esordio di Kitamura che prende e non molla dalla prima all'ultima pagina.
Continuerò a chiedermi chi glielo fa fare, perché lo fanno, il senso di stare su quel ring. 
Grazie a questo romanzo breve e folgorante, però, una risposta, uno spaccato di com'è davvero, ce l'ho.
Con un fascino che si fa innegabile, un'intensità che da tempo non trovavo.

2 commenti:

  1. Ford si è rifatto vivo e ti ha regalato questo libro, vero?
    ;)

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    1. Ahah, effettivamente le ultime letture sono molto fordiane. Le prossime no, promesso :)

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