25 marzo 2017

Midnight Special

E' già Ieri -2016-

Il mio rapporto è piuttosto tormentato anche con Jeff Nichols.
Regista di pancia, ha dalla sua sempre buone storie da raccontare, ottimi personaggi tagliati con l'accetta, ma anche la predisposizione per una narrazione più lenta, poco ritmata.
Se bene gli è andata con Take Shelter, se la sufficienza l'ha agguantata anche con Mud -diciamolo, grazie a McConaughey-, male gli è andata con Loving, dove quei personaggi ben calibrati oscurati dal ritmo lento, lentissimo, ha fatto prevalere la noia.
A mancarmi, ancora, il suo esordio Shotgun Stories, sotto la lente d'ingrandimento, oggi, Midnight Special.



Per il suo primo approccio con una grande produzione, Nichols non ha badato a spese.
Effetti speciali, inseguimenti, numerosissime comparse.
Come sempre, ad esserci, il suo attore feticcio Michael Shannon e pure Joel Edgerton, qui più convincente che non nei panni del quasi albino Loving.
La storia, di per sé, non si sa come prenderla.
Alton, un bambino speciale, con oscuri -anzi, luminossisimi- poteri speciali, viene rapito dal padre biologico Roy, dalla setta/comunità in cui vive, setta che si è creata e si basa sulle previsioni e esternazioni che Alton declama nei suoi momenti di trance, in cui fa vedere al diretto interessato illuminato dai suoi occhi "qualcosa".
Nella lunga fuga verso un'ora e un luogo X dove "qualcosa" deve accadere, l'FBI si mette sulle tracce di Roy e dell'amico Lucas, che scappano nel buio, si rifugiano dove possono, arrivano dalla madre di Alton, che si unisce al viaggio.
Nel frattempo, l'FBI cerca di raccapezzarsi di fronte al mistero che avvolge Alton, con l'agente dell'NSA Sevier incuriosito e coinvolto dal caso.


Siamo dalle parti di E.T., siamo dalla parte di quella fantascienza molto umana tipica degli anni '80, e che -ovviamente- Nichols omaggia.
Ma essendo un film di Nichols, il ritmo è sempre quello: lento, fluviale, tranne in scene in cui prendono il sopravvento l'azione, gli inseguimenti a rotta di collo, le sparatorie.
A non filare liscio, in tutto questo, la storia di per sé poco equilibrata, nel suo inizio improvviso come nel suo finale fin troppo strano, assurdo, per essere accettato a pieno, dove molti buchi restano.
A non funzionare, poi, personaggi tagliati con l'accetta, sì, ma poco profondi, con genitori di cui poco si sa, agenti facilmente condizionabili di cui poco c'importa, e un Alton che rimane avvolto nel mistero.
Finisce allora che a convincere tra una Kirsten Dunst poco in parte, un Adam Driver defilato, è sì come sempre il granitico Michael Shannon, a cui basta uno sguardo per imporsi, ma pure quell'Edgerton che qui ha qualcosa da dire.
La sensazione, però, è che una piccola storia al servizio di una grande produzione si perde nel mare magnum di effetti non così speciali, perdendo peso, perdendo pathos. Vorrebbe essere una fantascienza umana, vorrebbe essere un omaggio a quella fantascienza retrò degli anni '80, ma siamo ad anni luce da Arrival e da Stranger Things.


Regia Jeff Nichols
Sceneggiatura Jeff Nichols
Musiche David Wingo
Cast Michael Shannon, Joel Edgerton, 
Kirsten Dunst, Adam Driver
Il Trailer
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4 commenti:

  1. Anche per me è un mezzo diludendo.
    Il potenziale perché potesse essere un cult c'era tutto. Peccato che questo Jeff Nichols ormai stia cominciando a stufare.

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    1. Stufa il suo ritmo troppo lento e soporifero, qui tra omaggi e citazioni e attoroni coinvolti, poteva nascerne un signor film, e invece tutto si affloscia e si dimentica presto...

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  2. A me non pare assolutamente lento il suo ritmo, ma senza dubbio questo è il suo film più ricco di difetti, anche se io l'ho adorato comunque.

    E non dico nulla sul commento a Mud in apertura. Bottigliate per te! ;)

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    1. Nichols è decisamente un regista fordiano, a tratti forse troppo per i miei gusti, Mud compreso che passati gli anni ho dimenticato in modo clamoroso... cosa che succederà, credo, anche con questo film.

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