24 agosto 2012

Kill Me Please

E' già Ieri -2010-

Una clinica in mezzo al nulla, in una grigia foresta. I suoi ospiti sono aspiranti suicidi che si rivolgono al dottor Kruger per evitare alla società come a loro, la violenza dell’atto meditato cercando dignità nella scelta della morte.
Quello che inizialmente si presenta come un documentario su questa particolare clinica (con la visione di ospiti in arrivo e in partenza, la loro storia, il lavoro “duro” degli infermieri e quello ancora più sconfortante del dottor Kruger che riceve quotidianamente un numero riguardevole di nuove candidature come di minacce dai cittadini vicini e dalla finanza, che manda infatti Evrard a monitorare il tutto) con il tempo prende le pieghe drammatiche della strage, con un gruppo di abitanti dei villaggi vicini pronti a far fuori ogni ospite della casa, sia chi lo desidera che chi aveva cambiato idea, rendendo Kruger finalmente fiero del suo lavoro.
Olias Barco dirige un’opera scomoda in modo esemplare, non solo il tema del suicidio assistito ma anche la sua messa in scena, con quel bianco e nero poetico che rende ogni scena velata di bellezza, non sono facili da digerire. Ma la fotografia così come la costruzione di personaggi unici e forti fanno di Kill me please, un film che non può lasciare indifferenti e che porta alla luce contrasti innegabili: dal consumismo che ormai rende depressi e tendenti al suicidio una parte impressionante della popolazione alla ferocia con cui ci si batte contro questa libera scelta che molto spesso è più crudele e sanguinolenta di questa.
La pellicola è stata giustamente premiata al Festival Internazionale di Roma del 2010 come miglior film e ha tra i meriti quello ti portare a galla una filmografia –quella belga- spesso dimenticata.


1 commento:

  1. Perfettamente d'accordo, opera comica e struggente allo stesso modo,grossolana e di classe, leggera e pesantissima.
    A me la Marsigliese finale diede la pelle d'oca.
    Buffo, resuscito un morto suicida :)

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