19 novembre 2014

Dragon Trainer 2

E' già Ieri -2014-

E siamo sempre lì, a citare il buon Caparezza e a chiederci quanto sia difficile il secondo album per un artista.
In questo caso un secondo film, di una stessa storia. Un sequel, insomma.
E siamo sempre lì a pensare che dei sequel ne abbiamo piene le scatole, oltre che le sale, e che suvvia, un po' di originalità in questo mondo sarebbe ben gradita.
Ma poi pensi che in fondo, a certe storie e a certi personaggi ti sei legato, e che sapere qualcos'altro su di loro, conoscerli meglio e accompagnarli in nuove avventure è un rischio che puoi correre, che insomma, la Pixar già ha saputo stupirti con Monsters University o con Toy Story II e III, perchè non può farlo anche la DreamWorks che con i suoi Shrek c'era riuscita?
Però, aspetta, la Pixar aveva toppato con Cars (di cui già il primo capitolo non era memorabile come il resto della sua produzione), e la DreamWorks non si risparmia dallo sfruttare fino al midollo il suo zoo in fuga a Madagascar, di cui ben presto avremo l'ennesima divagazione, incentrata su I Pinguini, e un po' di paura c'è da averla.
Anche perchè, diciamolo pure, Dragon Trainer è forse il più bel film di animazione prodotto dalla casa di Spielberg, capace di emozionare come pochi altri, e non essere all'altezza di una partenza così promettente è decisamente più facile che non bissare il successo e la credibilità.


Con tutti questi dubbi, ci si approccia alla visione di Dragon Trainer numero 2, ritrovando in un batter d'occhio che fa dimenticare i 4 anni trascorsi, Hiccup e il suo Sdentato e i suoi buffi e intrepidi amici in quel di Berk.
Li ritrovi cresciuti, e parecchio, anche se ancora simili e uguali a loro stessi, e li ritrovi esattamente 5 anni dopo aver sepolto l'ascia di guerra con i draghi, averli accolti e addomesticati, dando loro rifugio e amicizia.
Nulla sembra rompere un tale idillio, ma Hiccup non si può confinare e non può stare lontano dalle sue avventure, e così con Sdentato vola giorno dopo giorno alla scoperta di nuove terre, di draghi da salvare e di persone da istruire. E proprio in una di queste sue fughe viene a sentire per la prima volta il nome di Bludvist, malefico Signore dei Draghi che risveglia nel padre Stoick una folle paura.
Convinto di poter rimediare a tutto, Hiccup fuggirà dalle parole paterne, trovando lungo la sua strada alla ricerca della pace, un passato che finalmente gli consente di trovare il suo posto e il suo ruolo nel mondo, nonchè una guerra, che feroce e violenta si scatena chiamando alle armi e all'azione, con il male che si scontra con il bene, con una crescita e una maturità che mai come ora sono chiamate ad arrivare.


Detta così, la trama al centro di questo sequel non sembra nulla di nuovo e nulla di così emozionante, ma Dragon Trainer c'ha già saputo stupire una volta, e non manca a farlo ancora.
Sì, perchè in una classica storia dove l'eroe è chiamato a prendere posizione, a combattere anche contro i suoi ideali e a veder sacrificato quanto di più caro, c'è più di una lezione che come pubblico impariamo.
E non è solo quella propriamente animalista.
Come già in passato, il lieto fine c'è, ovvio, ma per arrivarci c'è il dolore da superare e gli artigli da tirare fuori, per far sentire la propria voce e zittire anche quella silenziosa di un nemico plasmato evidentemente nel male
In questa lezione che Hiccup ci offre, c'è ovviamente spazio anche per altro, per l'umorismo e per i sorrisi, che draghi miciosi come Sdentato o buffi come Skaracchio inevitabilmente comportano, e anche per quel pizzico di sentimento che non solo è dovuto a una ricongiungimento ma anche a un amore che sboccia, assieme agli ormoni impazziti di Gambedipesce, Moccicoso e Testabruta.
I timori e i dubbi vengono così spazzati via, e sì, questo secondo capitolo non sarà mai all'altezza del primo, che giocava facile con l'effetto sorpresa ma sorprendeva per la sua solidità, ma convince e incanta con ambientazione e disegni mozzafiato, con quella terra lontana di Berk che rivive lieta e che non possiamo essere che felici di aver visitato ancora una volta.


4 commenti:

  1. Concordo. Non d'impatto come il primo, ma davvero profondo.

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  2. Bello, carino e tutto quello che vuoi, ma mi sovvengono due domandone...
    - come fa una madre ad abbandonare di punto e in bianco un figlio?
    - come cacchio faceva a comandare l'alpha e qual era, alla fine, il piano del cattivo?

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  3. sono d'accordo. Carino, qualche forzatura e buco nella trama, ma piacevole.
    i due personaggi (Hiccup e Toothless) sono cresciuti da infanzia ad adolescenza e ci aspettiamo il terzo in cui i due saranno adulti.

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  4. Personalmente l'ho trovato al pari se non superiore del primo capitolo.
    Mi è talmente piaciuto da "sconvolgermi" (nel senso positivo della parole) l'animo: quasi dallo smuovermi da un torpore che stavo vivendo in quel periodo.
    Ma questo è una mia considerazione personale...

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