16 agosto 2016

Preacher

Quando i film si fanno ad episodi

La premessa è d'obbligo: il fumetto non solo non l'ho letto, ma non ne avevo nemmeno mai sentito parlare.
Quindi, di differenze, di uguaglianze, di prequel o quel che sia, non ne so niente.
Preacher l'ho vista da vergine, senza nemmeno troppe aspettative se non quelle di una serie leggera, divertente, insomma, estiva.
Così è stato solo in parte, perchè qua e là, in questi 10 episodi che compongono la prima stagione, la noia ha bussato.
Tempi lunghi, tanti silenzi lì dove quello che mi aspettavo con il termine "leggero" erano tante parole, tanta comicità.
Si è invece più dalle parti dello stile Coen, qui tanto bistrattati dal buon Cassidy a cui non va giù il successo quel sopravvalutato de Il grande Lebowski.


Di ingredienti per far ridere ce ne sarebbero tanti, a partire da una trama che vede un "qualcosa" (Satana? un demone? lo scopriremo) cadere sulla Terra e far esplodere man mano ogni predicatore, Tom Cruise compreso. Finchè non incappa in Jesse Custer, predicatore di una chiesa semi deserta ad Annville, Texas, che inizia ad usarlo quel potere, quella strana cosa che ora ha dentro di sé.
Jesse, dal passato turbolento di rapine e risse, la cui ex ragazza, Tulip, vorrebbe riconquistare e riportare sulla cattiva via, Jesse che incontra per caso Cassidy, vampiro millenario a cui più e più cacciatori danno la caccia e che trova in quella chiesa semi derserta riparo.
A comporre il quadro di Preacher ci sono anche i vari abitanti di Annville, dalla pianista della chiesa, madre indaffarata, innamorata di Jesse ma contesa dal sindaco della città, il brutale padrone di una società elettrica e anche del mattatoio, il suo braccio destro e la moglie dagli strani desideri, lo sceriffo e il figlio reso deforme da un colpo di fucile, e molti altri ancora.
Un universo immerso nella polvere e nell'arsura del Texas, dove anche due uomini del governo -o almeno così dicono- arrivano, per cercare di fermare Jesse e quella cosa che ha dentro.


Ma c'è altro a comporre gli episodi di Preacher, c'è un flashback che nella polvere del vecchio west ci porta ma che flashback in realtà non è, ci sono invece flashback veri e propri a mostrarci Jesse bambino, il suo amore già forte per Tulip e il suo rapporto travagliato con un padre di cui ora vuole mantenere la promessa. Rimanere tra i buoni.
Come detto, però, nonostante l'umorismo nero, la blasfemia, il politically scorrect, Preacher gira troppo spesso con il freno tirato.
Basta ad esempio Joseph Gilgun -Cassidy- incontenibile in Misfits, qui troppo spesso relegato in un angolo.
Preacher in ogni caso appassiona e si fa vedere e godere, fa divertire e fa ridere, fa pure un po' riflettere, ma dalla produzione di Evan Goldberg, Seth Rogen e Sam Catlin c'era da spettarsi qualcosa di più.
Quel qualcosa in più si spera arriverà nella prossima stagione, dove si prenderà finalmente la strada.
Io lo spero.


6 commenti:

  1. Nel dubbio, promosso.
    E che bella scoperta che è Ruth Negga, che attendo in Loving di Jeff Nichols.

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    1. Lei bellissima e bravissima, l'entrata in scena del suo personaggio ha ravvivato non poco il pilot. Ora che so che è lei la protagonista di Loving, lo attendo ancora di più!

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  2. Una serie scritta a caso, proprio come i film dei Coen giustamente massacrati da Cassidy. :)
    Si salvano due personaggi, la Tulip della grandiosa Ruth Negga e appunto Cassidy, che però come dici è troppo sacrificato, il resto funziona ben poco...

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    1. Sono più indulgente e più speranzosa per il futuro.
      Dopo averlo visto in Misfits rimpiazzare senza troppa nostalgia il mitico Nathan, da Gilgun ci si aspetta molto, molto di più. Così come dalla stagione 2, dove più ritmo, più sostanza, sono graditi.

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  3. Con questa lunga (a volte troppo) premessa, una stagione on the road alla ricerca di Dio ha le carte in regola per appassionare e divertire molto, molto di più. Speriamo bene!

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  4. Io ho adorato il fumetto, e per ora ho visto solo il pilota.
    Ma concordo con te: la noia bussa, eccome.

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