Accetti la sfida?
La sfida in questione arriva direttamente sul tuo telefono, con il tuo telefono la devi filmare e condividere, e così guadagnare soldi e punti e visualizzazioni.
Ogni sfida, man mano che si va avanti, diventa più pericolosa e più difficile, e più allettante, ovviamente.
Il meccanismo è semplice, e si basa sulle informazioni condivise via social, sulle proprie paure, sulle proprie preferenze.
Si può lasciare il gioco, si può fallire ovviamente se la sfida non viene completata per tempo. Gioca tutta la città, gioca chi vuole, e chi vuole guarda.
Di tutti i partecipanti, ne resteranno solo due, a sfidarsi nel gran finale.
E allora, accetti la sfida?
O resti a guardare?
Non è la realtà, non è l'oggi o il fenomeno ancora tutto da comprendere del Blue Whale.
È Nerve, un film prima e un gioco nella fattispecie, che corre veloce per New York e coinvolge giovani spericolati e pronti a tutto per divertirsi e farsi conoscere.
Vee giocatrice non lo è, nerd, appassionata di fotografia, è decisamente troppo timida e repressa per buttarsi in un gioco in cui conta la voglia di mostrarsi, oltre che il coraggio.
Ma si sa come vanno queste cose: la migliore amica preferita da tutti la mette in ombra e la umilia, l'amore ci mette lo zampino, e Vee si lascia travolgere dal gioco, anche grazie a Ian, giocatore che incappa nel suo cammino e con cui condivide sfide sempre più spericolate per la gioia di osservatori che li seguono e li osservano innamorarsi pian piano l'uno dell'altra, in una notte piena di adrenalina.
Sembrerebbe una versione 2.0 di un Boy meets girl, sembrerebbe una puntata teen di Black Mirror, con la vena nera, la vena distopica che prende presto il largo, mostrando un altro lato di questo gioco, dell'umanità e dei giovani stessi, che fa male, fa riflettere.
Purtroppo, però, è proprio quando il gioco inizia a farsi serio che Nerve perde la sua presa, è quando l'amore è ormai scoccato che si cambia obiettivo e si punta contro chi quel gioco lo manovra, manovrando così soldi e vite dei partecipanti.
Già, a dire il vero, si faticava a credere una bella come Emma Roberts la nerd del momento e la non amata dai giocatori di football, già si faticava a credere possibili e realizzabili con semplicità sfide al limite dell'assurdo e troppo pericolose anche per un film teen, ma la sospensione dell'incredulità giocava a favore, visti i sorrisini, gli sguardi, che la Roberts scambia con Dave Franco con in sottofondo le musiche teen orecchiabili il giusto, in linea con il target del film e pure con la sua fotografia acida e luminescente.
È il finale però che funziona poco, un finale in cui non mancano discorsoni moralisti, soluzioni ben congegnate ma che in realtà lasciano troppo in sospeso, come se si fossero tagliate scene, per far spazio ad un ritmo che è comunque sempre ben sostenuto e che sa dosare bene gli schermi piccoli di uno smartphone con il resto del mondo.
La sfida contro i grandi paragoni, allora, Nerve non la vince, ma resta un film che si lascia guardare, e che racconta con il piglio giusto un oggi sempre più difficile da comprendere, anche quando affonda le sue radici in un passato lontano fatto di panem e circenses.
Regia Henry Joost, Ariel Schulman
Sceneggiatura Jessica Sharzer
Musiche Rob Simonsen
Cast Emma Roberts, Dave Franco, Juliette Lewis, Emily Meade
L'ho visto lo scorso anno, proprio in questo periodo.
RispondiEliminaLo ricordo inutile ma carino, con una bella idea parzialmente sprecata. Lei poco credibile come sfigatella, lui poco credibile come adone, però insieme belli.
E quel finale, sì, lo ricordo pure io: minaccia di rovinare tutto.
Più che inutile, non in grado di reggere il gioco quando si fa serio, la prima parte romantica e leggera prometteva un gran bene. Scelte di casting discutibili, soprattutto per i ruoli da reginetta che di solito ha la Roberts, quei giocatori di football devono aver preso troppi colpi in testa....
EliminaAnche per me un film con dei buoni spunti, una buona partenza e che si lascia guardare bene, ma che nella parte finale scade un po' e non riesce così a trasformarsi nel cult che sarebbe potuto essere...
RispondiEliminaBene, ma non benissimo.
Esce al momento giusto e porta le giuste riflessioni, ma in quel finale buonista e poco studiato, scivola troppo. Peccato.
EliminaNe parlerò lunedì, non pensavo neanche uscisse in Italia.
RispondiEliminaVoglio tenere la suspance giusto per Cannibal. ;)
Il film è molto più cannibale che fordiano, ma qualcosa mi dice ci sarà una sorpresa.. aspetto lunedì!
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