28 aprile 2018

Ready Player One

Andiamo al Cinema

Premessa necessaria: ho aspettato il più a lungo possibile, sperando in un piccolo miracolo del mio cinema di fiducia, ovvero vedere Ready Player One in lingua originale e non nella versione già tanto bistrattata doppiata.
Ho aspettato fino all'ultimo, ma niente, gli si è preferito Tonya, perfino Wind River e ben venga per loro, meno per me.
Quindi, tra i troppi "zio", "sclerare" e altri neologismi per sembrare più ggiovani, il naso l'ho storto più del necessario, e il giudizio va da sé ne è stato influito.
Ed è un peccato, perchè Ready Player One è un giocattolone fantastico che ogni amante del cinema, o dei fumetti, o della cultura pop, non può che amare.



Il futuro che ci si presenta è quello in cui in una realtà virtuale si vive, si cresce, si muore, e si lavora pure. Un futuro basato però sulla cultura pop anni '80 di quel creatore folle e nerd di Utopia che è stato James Donovan Halliday, che alla sua morte ha lasciato in eredità le sue azioni e la sua creatura al giocatore che troverà tre chiavi nascoste e raggiungibili solo conoscendo a fondo lui e la cultura che lo ha cresciuto ed ispirato.
Parte così un'avventura a livelli, fatta di crescendi e di amicizie, con al centro il timido, riservato, e altrettanto nerd Wade Watts, vero conoscitore di Halliday, che affidandosi agli amici di sempre e alla bella Samantha, si mette in testa alla classifica e si inimica i cattivi dell'IOI, che Oasis vorrebbero possedere e deturpare.


Verrebbe da dire niente di nuovo nel mondo degli young adult, dei coming of age futuristi e avventurosi, con la struttura ben delineata, il passato simile ad ogni supereroe (orfano e cresciuto da zii poco raccomandabili), le svolte intuibili, gli amori che nascono.
Verrebbe da bollare il tutto come l'ennesimo tentativo di giocare la carta nostalgia, facendo di film, serie animate, gadget e fumetti, uno specchietto per le allodole per gli appassionati.
Ma, in realtà, a fare la differenza è il cuore e l'omaggio stesso verso questi mondi, questa cultura, questo amore, che si riversano in un mondo unico capace di cambiare ad ogni scena, di stupire per effetti e affetti speciali.
Messi da parte eroi americani e pagine di storia, Spielberg è qui un regista che diverte e si diverte, che sfrutta attori freschi e capaci come Tye Sheridan e Olivia Cooke (nonostante quel doppiaggio appiattente di cui sopra, nonostante le loro versioni avatar un pelino più espressive) e una struttura che sì, è poco originale, ma è solida e appassionante.
Ci sono poi scene uniche e fantastiche che fanno andare in brodo di giuggiole cinefili di vari livelli (all'Overlook Hotel è tutto un restare a bocca aperta), easter eggs che strizzano l'occhio ai nerd più puri, lasciando indietro la sottoscritta, e c'è soprattutto una colonna sonora so 80's impossibile da non ballare o canticchiare.
Questo è lo Spielberg giovanile, devoto e giocattolone che preferisco, che omaggia se stesso, il suo cinema, e il cinema più grande a favore di noi non più così giovani, e di una nuova generazione che può così riscoprire un genere, e la bellezza del cinema, del pop.



Regia Steven Spielberg
Sceneggiatura Zak Penn, Ernest Cline
Musiche Alan Silvestri
Cast Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, Mark Rylance
Se ti è piaciuto guarda anche
I Goonies, Ritorno al Futuro
Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Nonostante la durata esagerata, lì per lì mi ha divertito.
    Peccato per la trama da poco, i personaggi bidimensionali e le citazioni che prendono più del resto (anche questa mania degli anni Ottanta: ma basta). Insomma, il giocattolone fa invidia e simpatia, ma mi sono annoiato presto. Se non in sala, a casa. Quando l'ho rimpiazziato dimenticandolo.

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    1. Passate quelle due settimane, poco è rimasto anche a me. Sarà che non sono il target esatto del film, che non ho colto tutte le citazioni, che lo sviluppo era piuttosto prevedibile. Lì per lì, però, un bel giocattolone.

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  2. Quindi doppiaggio pessimo? Peccato perché io ritengo all'altezza quasi sempre la scuola italiana di doppiatori.

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    1. Ultimamente il doppiaggio sembra sempre troppo frettoloso, troppo esagerato e mal curato. Avrò fatto anche l'orecchio all'originale, ma qui si appiattisce, si confonde, si cambia troppo. Davvero pessimo.

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  3. Sicuramente preferisco lo Spielberg giovanile a quello vecchio che fa i film insieme a Noia Hanks e Merdyl Streep. :)
    E' tipo una ventina d'anni che non mi piace più un suo lavoro, questo potrebbe farmi finalmente cambiare idea. Magari visto in lingua originale...

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    1. Aspettalo decisamente in v.o., e sì, se non cambi idea con questo bel giocattolone, Spielberg con te ha perso ogni speranza!

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