15 aprile 2019

Il Lunedì... Comedy - Il ritorno di Fleabag e altre brevi serie tutte da ridire

Altro lunedì, altro giro di comedy!
Anche oggi si mettono da parte i libri per risate intelligenti, delicate o ancora da definire.
Tra ritorni inaspettati ma bellissimi e esordi esagerati.

Fleabag - Stagione 2


In breve: È passato un anno ma non molto è migliorato nella vita di Fleabag. Sì, il suo bar a tema porcellini d'india è un successo, l'astenersi dal sesso la porta ad essere più giudiziosa ma con il matrimonio del padre e l'odiata matrigna che si fa imminente i problemi tornano al pettine. Soprattutto se quella sorella continua a indossare maschere e a odiarla, e se il prete chiamato ad officiare la cerimonia è particolarmente sexy.
Si ride? Come sempre in modo strano, ironico e intelligente. E per tutti gli sguardi in camera. Con situazioni al limite della blasfemia, ma anche tanta, tanta profondità.
Momenti migliori: Andrew Scott in ogni sua comparsa (ah!), l'elogio dei capelli che sono TUTTO, il monologo finale sull'amore.
Proseguirà? Probabilmente no. E dispiace perché avrebbe molto da dare e perché la scrittura e il montaggio sono da applausi. Ma il finale è dolce, malinconico, perfetto anche così com'è. Tornata senza troppo clamore, Fleabag ha saputo nuovamente conquistare.



Derry Girls


In breve: Le tipiche giornate tra amori condivisi, feste a cui partecipare, problemi da risolvere di 5 adolescenti nella Derry degli anni '90, quella presidiata dall'esercito e attaccata dall'IRA. Una scuola femminile che accetta il suo primo alunno maschio e una suora come ostacolo da superare.de
Si ride? Insomma. La comicità è quella esagerata e a tratti volgare delle comedy inglesi. Sembrerebbe la versione al femminile della geniale The young offenders, ma a cui manca un fondo di cuore per convincere davvero. Un cross-over tra i due, vista l'ambientazione, sarebbe comunque una meraviglia.
Proseguirà? La seconda stagione è già andata in onda in Gran Bretagna ma non ancora distribuita su Netflix. La terza è già confermata.


Special


In breve: La vera rinascita e accettazione di sé di un ragazzo gay e con paralisi cerebrale. Lui per primo ci ride su, ma raccontarsi agli altri e incontrare l'amore non è facile, e nascondersi diventa una necessità.
Si ride? In modo dolce. Ryan O'Connell, affetto davvero da PCI, non si sforza troppo in originalità tra l'amica senza peli sulla lingua, la capa antipatica, la madre oppressiva, i nuovi amici che sono un cliché. Ma c'è del genuino e tanto basta.
Momenti migliori: La prima volta di Ryan, a sdoganare il binomio sesso/disabilità.
Proseguirà? Non ci sono conferme ma probabilmente sì. Anche perché breve (8 episodi da 15 minuti circa) da meritare altro spazio.


Happy!


In breve: Sotto le vacanze di Natale, Hailey sparisce nel nulla assieme ad altri bambini. Happy, il suo amico immaginario -un unicorno blu- parte alla ricerca del padre, un ex poliziotto alcolizzato, e lo convince a far partire le indagini che implicano babbi natale sadici, torturatori seriali, insetti e boss mafiosi.
Si ride? Un po'. La mano di uno degli sceneggiatori di Crank si sente tutta, tra folli inseguimenti, scazzottate, scene grottesche e fiotti di sangue. Senza contare i finti Tv Talk, i video musicali, i reality show. Il troppo stroppia.
Sono resistita per: Happy, l'amico immaginario che volevo e vorrei, anche se la sua presenza non sempre è fondamentale. Purtroppo.
Momenti migliori: Tutti quelli che vedono salvarsi Nick Sax. Assurdamente assurdi.
Proseguirà? Sì, la seconda stagione è già prevista, ma non credo mi vedrà fra i suoi spettatori.


4 commenti:

  1. Non conoscevo affatto Special, che sembra carinissimo!
    In quanto a Fleabag: ma i sottotitoli si trovano? Io brancolo nel buio purtroppo.

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    1. Special è comparso per caso venerdì su Netflix e breve com'è sabato lo avevo già finito. Carino, delicato, mi aspetto cresca più avanti.
      Con Fleabag sono andata di sub inglesi, introvabili anche per me quelli italiani.

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  2. La mia insana passione per l’Irlanda mi attira verso “Derry Girls” da un pezzo. Ho consigliato “Happy!” a tutti per via del fumetto originale che mi ha conquistato, pochi numeri per una miniserie autoconclusiva. Forse il problema è tutto qui, già durante la prima stagione si nota parecchio come gli autori abbiano voluto allungare il brodo di una storia che poteva terminare in quattro episodi, per una volta un film sarebbe stato il formato migliore per questo adattamento. In ogni caso Christopher Meloni e Happy formano una coppia troppo spassoso, inizierò sicuramente la seconda stagione solo per loro due. Cheers!

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    1. Hai ragione, un film concentrato, eliminando inseguimenti e personaggi avrebbe giovato. Male non è ma mette davvero troppa carne al fuoco e mi aspettavo più Happy che tutti questi strani cattivi... Della seconda stagione, viste le premesse, ho troppa paura.

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