17 dicembre 2019

The Marvelous Mrs. Maisel - Stagione 3

Mondo Serial

Meravigliosa.
Fantastica.
Colorata.
Esuberante.
Impegnata.
Intelligente.
Si potrebbe andar avanti a parlare per aggettivi, perché Mrs. Maisel è tutto questo.
È tutto questo al suo terzo giro di giostra, e non te lo aspetti che riesca a reggere, che le sue battute, il suo ritmo, i suoi outfit facciano ancora questo figurone.
Invece è così.
E se possibile, qui si fa pure un salto avanti mostrando finalmente quella carriera che ingrana, quell'equilibrio famigliare che si raggiunge.
E allora, via, in tournée con Shy Baldwin, fomentando le truppe dell'esercito, i locali di Las Vegas e Florida, l'Apollo Theatre di Harlem!
Ma senza dimenticare un marito che è ex, che non lo è più, che lo si vuole, che trova un'altra, trova la sua strada.
Senza dimenticare quei genitori senza più uno stipendio, che si stringono in una villa del Queens con i consuoceri, a loro discapito.
Senza dimenticare quella manager che ha un'altra attrice da gestire, con molte più pretese e dispotismi.



La penna di Amy Sherman-Palladino è sempre quella: fluida, ben appuntita, dai tempi comici perfetti.
Si porta dietro una guest star d'eccezione come Liza Weil, assolda il sempre commovente Sterling K. Brown.
E anche se questa volta ci fa ritrovare Maisel a tempo pieno sul palco, è la regia che mi ha fatto sognare.
Con scene costruite in lunghi piani sequenza che sembrano balli, con l'ondeggiare degli abiti, dei colori, della parole che rischiano di dare il mal di mare nello star dietro ai sottotitoli ma riempiono gli occhi e il cuore di gioia.
E che dire di quell'episodio 5 (It's comedy or cabbage!) in cui finalmente Lenny, il mio Lenny Bruce, torna protagonista, in un appuntamento al buio di locali e set televisivi in cui l'alchimia fa scintille e l'amore che tifo dall'episodio 1 sembra possibile a cambiare un destino già scritto?


Ecco, forse l'unico difetto di questa stagione veloce e rapida è proprio quello di prendere certi personaggi e di dimenticarli per un po'.
O di piazzarli all'improvviso sotto i riflettori.
Parlo di Lenny, certo, ma parlo della famiglia di Rose e dell'amico in ritiro forzato dal teatro di Abe.
Che compaiono improvvisi, forse un po' troppo.
Mentre si semina bene la dipendenza di Susie, si raccolgono i frutti di battute che rispuntano (quei pantaloni mai indossati) e di un rapporto che stringe il cuore con Shy.
Perché Mrs. Maisel è così: fantastica anche nel parlare di razzismo, omofobia, indipendenza, politica. Bastano sguardi, battute, colpi di trucco o prese di posizione per lasciare il segno.
Scorre veloce allora questa terza stagione, mentre ci si appunta ogni-singolo-abito indossato da quella forza della natura di Rachel Brosnahan, mentre si aspetta ardentemente un'altra sfavillante stagione, in cui tutto può ricominciare.
Di serie così, di episodi così (così ben scritti, ben diretti, ben orchestrati, recitati, abbigliati e truccati) ce ne vorrebbe uno al giorno!
Ma accetto il compromesso di arrivare a dicembre, a rallegrare un altro anno che se ne va.


Voto: ☕☕☕☕½/5

3 commenti:

  1. Amata più che mai.
    Quanto ho riso!

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    Risposte
    1. Quanta voglia di rivederla tutta dall'inizio!
      Mi ritrovo a scrivere le stesse cose di due anni fa, ma sapere che qualcuno ancora non la guarda rende d'obbligo questi post.

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  2. Ho amato le prime due stagioni,sto aspettando che Amazon metta la terza stagione doppiata perché il mio inglese è molto scarso.Spero avvenga presto.

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