8 giugno 2020

Il Lunedì Leggo - La Collina dei Conigli di Richard Adams

Moscardo è un leader, di quelli restii a definirsi tali ma che sa a chi affidarsi nel momento del bisogno, sa tenere il polso della situazione quando necessario.
Quintilio è quello che capisce come gira il mondo, quello che a sensazioni intuisce cosa è meglio fare.
Mirtillo è quello ingegnoso, quello che osserva e mette poi in atto.
Parruccone è quello tutto muscoli ma per fortuna con del cervello, pronto a combattere per motivi validi, a sacrificarsi pure.
Poi ci sono il cantastorie Dente di Leone, il veloce Argento e tutti gli altri.
Che fanno gruppo e scappano quando Quintilio percepisce qualcosa che non va, una sensazione di fine, di sangue, che lo fa urlare dalla paura.
I capi non lo ascoltano, anzi, lo prendono in giro e vorrebbero arrestare i sovversivi, ma questi si mettono in fuga con l'obiettivo di formare una loro conigliera.


Conigliera?
Sì, perché Moscardo, Quintilio, Mirtillo, Parruccone e tutti gli altri sono conigli.
Conigli che vivono al limite della loro conigliera e che già per questo sognano di poterne creare una loro.
La visione da Cassandra è il punto di svolta, che li mette in fuga, all'avventura.
L'obiettivo è trovare il posto ideale dove scavare la loro nuova casa, ma per arrivarci ci sono numerosi ostacoli da affrontare.
Boschi, fiumi, trappole, conigliere che sembrano sotto incantesimo, e poi quando alla collina di Watership si giunge, un uccellaccio e un topo da rendere amici e alleati, femmine da trovare.
E qui è una nuova sfida, che diventa una missione segreta in incognito, una fuga rocambolesca e infine una vera e propria guerra contro i totalitarismi.

Il grande classico di Richard Adams diventato anche film animato e serie TV (una inedita in Italia -io la confondevo con Le avventure del Bosco Piccolo- una più recente miniserie Netflix dall'animazione mal computerizzata ma dalle voci nobili di James McAvoy, Nicholas Hoult e John Boyega tra gli altri) è un romanzo d'avventura che omaggia i grandi miti greci rendendoli a formato coniglio.
Ma non è banale, non è mieloso nel farlo.
Anzi.
È bello fin dalla sua origine: una storia che Adams raccontava alle sue figlie nei lunghi tragitti in auto, e che le stesse figlie hanno spinto perché finisse in un libro, rifiutato da 7 grandi editori, alla fine scelto e diventato il classico che è.
C'è il sangue, c'è la morte che incombe, ci sono gli incubi che questi conigli dai 1000 nemici fanno.
Con i nemici peggiori che -purtroppo- sono i loro simili, quando la pensano in modo diverso, governano in modo diverso.


Ci sono gli omaggi all'Odissea, con un lungo, travagliato percorso da affrontare.
E ci sono soprattutto attenzioni a come sono davvero i conigli in natura, affidandosi agli studi di R. M. Lockley, ricreando gli ambienti ideali, le situazioni vere all'interno e fuori dalla conigliera.
C'è una lingua tutta loro che viene parlata (il lapino), come una lingua comune a tutti gli animali che nella traduzione italiana diventa un accento tedesco che rende il gabbiano Kehaar subito simpatico.
E poi ci sono i miti che entrano appieno nella storia, con le avventure di El-ahrairà a fare da controcanto a quelle di Moscardo e i suoi, raccontate per passare insieme una serata dopo le fatiche degli scavi, per stemperare la tensione prima di entrare ad Efrafa o per celebrare l'arrivo a Watership.
Sono quei miti in cui a vincere è l'ingegno, la sagacia, proprio come dimostrerà di saper fare Moscardo-rà.
Anche se il mio preferito resta l'ingegnoso Mirtillo, quanti pensieri mi ha dato Moscardo con i suoi sacrifici, quanti Parruccone con il suo coraggio, quanti Quintilio con il suo essere stoico!
Appassionarsi alle loro avventure all'età di 32 anni suona strano, ma per questi conigli si teme davvero, per loro si tifa, per le loro disavventure si resta in pensiero, raccontate come sono per avvincere i grandi con le similitudini e le metafore del caso.
Si corre su pagine diventate giustamente acclamate con la voglia di saperne di più, e alla fine pure di avere un coniglio al proprio fianco da guardare con ammirazione fare silflaia.

6 commenti:

  1. Quanto gli ho voluto bene a questo romanzo, quando si parla di libri in grado di portarti in un altro mondo, questo va citato per forza. Richard Adams inventa il vocabolario necessario e ti fa cambiare il punto di vista portandolo, beh ad altezza coniglio, ma in realtà scrive ancora della razza umana e spesso delle sue parti peggiori. La serie Netflix non mi ha convinto, ma il film d'animazione di fine anni '70 con Moscardo doppiato da Giovanni Ferito, rende onore al libro. CHeers!

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    1. Causa lunghezza è rimasto troppo tempo negli scaffali ma sono stata felicissima di averlo letto in quarantena, delle avventure molto adulte che mi hanno lanciato nel mondo della natura.
      Quel film di animazione credo faccia parte dei miei traumi infantili, lo ricordo vagamente ma molto sanguinolento, e quei conigli dagli occhi rossi sono causa di una certa paura nei loro confronti...

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  2. Moltissimi anni fa feci un campo scout a tema La Collina dei Conigli e molte situazioni e personaggi sono ancora oggi con me come ricordi d'infanzia, compresa la versione abilmente rimaneggiata di Sono un Ragazzo Fortunato di Jovanotti (sono un coniglio fortunato perché corro per trovare un prato...). Però sono colpevole di non aver mai letto il romanzo per intero: temevo fosse troppo triste... ma grazie per il reminder, potrò recuperarlo per i bambini!

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    1. Triste no, per fortuna, ma di situazioni di paura e di ansia ce ne sono, tanto da farmi dormire male in alcuni punti salienti. Come lettura per bambini funziona decisamente, pieno di metafore e insegnamenti com'è.

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  3. Ciao Lisa, ti ho nominata per i Liebster Awards se ti va...

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