21 dicembre 2020

Il Lunedì Leggo - Harry Potter e i Doni della Morte di J.K. Rowling

Finito.
In lacrime, finito.
Finito un settimo capitolo, e quindi una saga.
Finita una storia di cui mi sono privata per anni, che ho voluto recuperare passando prima per i film, aspettando il giusto tempo perché li dimenticassi tanto da arrivare a confondere pure il finale, a dimenticare pure certe morti importanti che mi hanno ridotto, quindi, in lacrime.
Ma com'è andata davvero la lettura di questo settimo capitolo?
È andata un po' più lentamente rispetto agli altri, è andata che le lunghe parti in cui poco o niente succedeva, mi hanno annoiato e fatto pensare a com'è che Silente abbia lasciato ad Harry, Ron e Hermione il compito di trovare gli altri horcrux se passano mesi e mesi e non ne trovano nessuno.
Mesi e mesi, in cui nel frattempo la Gran Bretagna è funestata di morti, rapimenti e incarcerazioni, in cui il Ministero finisce sotto le grinfie di Voldermort. 



L'inizio è di quelli nuovamente cupi, ci si infiltra a Villa Malfoy, si ascoltano piani e punizioni, torture. Per poi essere catapultati ancora lì, per l'ultima volta: al numero 4 di Privet Drive, con un saluto che si sa sarà definitivo, che riesce pure a commuovere. Bastano due parole di Dudley, basta un'incertezza di zia Petunia. Bastano, sì, perché l'azione entra nel vivo, in una fuga rocambolesca che lascia con il fiato sospeso e un ritrovarsi nella Tana con due in meno, con l'ansia che sale.
Sì, sono un brutta persona ma mi è dispiaciuto più per Edvige che per Moody, non chiedetemi perché visto che la civetta di Harry non mi ispirava troppa simpatia, altezzosa com'era.
Poi un matrimonio sfarzoso il giusto e poi un'altra fuga, lunghissima, fatta di notti in tenda, di spostamenti continui, di battibecchi e litigi, di rabbia e frustrazione.
Quelli di un trio che non cava un ragno da un buco, e i nostri che stiamo a sentirli darsi addosso in continuazione.

Si sussulta a singhiozzo, entrando al Ministero della Magia sotto mentite spoglie, o quando si va a Godric's Hollow e ci si ritrova di fronte ai propri genitori per la prima volta con un senso di tristezza infinita.
E poi, ancora, nulla.
Fino a che il solito insopportabile Harry pronuncia quel nome-che-non-si-deve-pronunciare e tutto precipita ma allo stesso tempo parte: di nuovo dai Malfoy, di nuovo in fuga, e una nuova perdita che riduce a degli stracci.
Dobby, elfo libero, che dà la vita per il suo Harry Potter.
Sì, sono una brutta persona di nuovo: ho pianto più che per ogni altro, sarà che la scena di quel funerale, di quel martirio, è così ben scritta.
Passano altre settimane, altri mesi, e si arriva alla Banca di Gringott e un'altra rocambolesca fuga che coinvolge un drago, passa un breve momento di stasi, e si ritorna ad Hogwarts dov'è nascosto l'ultimo horcrux, dove l'azione prende finalmente piede per non arrestarsi mai.

Sì, avrei da ridire sulle scelte con cui Harry trova questi horcrux (fortuite, più che d'intuito), pure per le omissioni di Silente, il non aver indagato prima su segni e rune e fiabe, l'aver taciuto il piano generale.
Ma Silente si fa perdonare, entrando in scena all'improvviso, raccontando finalmente la sua storia e facendosi amare come lui sa fare. E rendendomi un po' più accessibile quegli Animali Fantastici che chissà quando potremo rivedere al cinema.
Si torna ad Hogwarts dicevo, si torna passando per un barista che sorprende e la guerra inizia. 
Una battaglia in cui in tanti cadono, Fred, on Fred! Tonks e Lupin, oh Tonks e Lupin! che sembrano aprire un altro cerchio lasciando orfano un infante, e poi Piton, oh Piton! di cui finalmente conosciamo gli intenti, l'amore e che pronuncia quel sempre che quasi passa tra le righe della pagina se non pronunciato da Alan Rickman, e qui, per la prima volta, mi è dispiaciuto sapere le sue intenzioni, non sorprendermi per quei ricordi rivelati.


Ora, sono una brutta persona se James Potter lo trovo insopportabile? Se anche se è migliorato in seguito, non sarei così fiera di lui, non almeno per come ce lo hanno presento fra i vari libri?
Ma aspettate, perché se davvero volete giudicarmi, sentite qua: mi ricordavo che alla fine di tutto, a risolvere la questione, ad uccidere Voldemort, era Neville.
Sì, lui, a rendere così sbagliata la profezia della Trelawney, a riscattare l'eterno escluso, il relegato della situazione.
Scema io, che ho comunque goduto per la decapitazione di Nagini, ma che ho sentito meno il pathos di un finale che con tutto quel discorso sulle bacchette spegne un po' la tensione. 
Com'è che non se n'è parlato prima?
Perché si deve sempre parlare e parlare e spiegare e spiegare nel mezzo di uno scontro?
Mi riscatto però, perché nel vero finale, quello 19 anni dopo, mi sono ridotta ancora in lacrime: nomi che onorano chi non c'è più, segreti rivelati, figli che inseguono le orme dei genitori, e una cicatrice portata con fierezza, che non fa più male.

Perdonatemi, quindi.
Sì, ho sempre qualcosa da ridire, sì, non tutti i capitoli, non tutte le scelte o le parentesi aperte mi trovano d'accordo.
Non tutte le rivelazioni, pure, anche se i fuochi della battaglia, che fanno correre veloci riga dopo riga, a sapere, a inseguire personaggi, amando la McGonagall sempre di più, odiando Malfoy nonostante tutto, rabbrividendo ad ogni svolta, colpo e confessione, mi hanno fatto ricredere su tutto.
Mi hanno fatto dimenticare le giornate in tenda, ad annoiarmi, a sentire ripetere sempre gli stessi discorsi, mentre un Ted Tonks muore, mentre una Luna viene rapita.
Ma come non ringraziarla la Rowling che non solo ha scritto un libro, una saga, ma ha inventato un intero mondo, in cui tutti ci siamo sentiti a casa.
E vorrei parlare dei Wesleay, dei baci tra Ron e Hermione, di Sirius e di suo Fratello, di Kreacher, dell'ingresso nel dormitorio dei Corvonero e di come ora sono fiera di essere una corvonero!

Il mio viaggio, lungo sette settimane, è stato incredibile. 
Con qualche ansia per rispettare i tempi, per trovare il tempo di leggere, passando interi sabati e domeniche con il naso fra le pagine (tanto, dove sarei potuta andare?) e pensando continuamente alla me quattordicenne, che si era privata di tutta questa magia, delle librerie aperte a mezzanotte, delle file interminabili e dei gadget a riempire casa e armadio. 
Rimedierò, ovviamente, me lo devo.
Che viaggio, è stato, che bello ritrovarsi!

7 commenti:

  1. Che ricordi.
    Chi viaggio.

    Facevo la terza media, vorrei tornare indietro nel tempo.

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    1. Lo vorrei anch'io, per dirmi di non prestare La pietra filosofale in giro, e di continuare nonostante tutto la saga. Cosa mi sono persa!

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  2. Bellissima saga, però non credo la rileggerei...

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    1. Io sarei pronta a rileggerla fra qualche anno, tanto lo so che la mia memoria dimenticherà qualcosa e sarà sempre una nuova scoperta.
      Ma per adesso, posso aspettare.

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  3. Eh, ma James Potter era effettivamente insopportabile, per questo Severus Snape esce come uno dei personaggi più belli della saga!

    E perdere Dobby è stato durissimo anche per me... Comunque non il miglior libro, m ami stupì come Dumbledore alla fine fosse tra i protagonisti nonostante la sua morte alla fine del. Libro precedente.

    Che saga, ne passerà di tempo prima che esca qualcosa di simile...

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    1. Siamo tutti con Piton, insomma, e anche se sapevo cosa muoveva le sue scelte, sono riuscita a capirle meglio e a dargli una nota amara ancora più forte.

      Ogni anno qualcuno ci prova a creare mondi e tradizioni, ma nessuno ha ancora trovato la stessa magia. Chissà se Harry Potter sarà possibile da replicare...

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