Certe notizie non possono che lasciarti così, senza parole.
Soprattutto se ne vieni a conoscenza per puro caso, quando ormai dal fatto è già passata una settimana.
Partita proprio alla mattina dell'11 agosto, passando 7 giorni distante da un computer, da internet, dalla TV e perfino da giornali che riportassero notizie internazionali e non delle feste in programma e degli incendi scoppiati, la morte di Robin Williams, il suo suicidio, sono stati come un fulmine a ciel sereno nel lungo viaggio in autostrada sbarcati in Italia.
Ed è una di quelle notizie che non può che lasciarti così, senza parole.
Perchè sì, la distanza, il non conoscerlo, il non seguirlo assiduamente in progetti che purtroppo hanno perso in importanza con il passare degli anni, cozzano però con il ruolo che, inevitabilmente, ha avuto nella tua infanzia, nella tua adolescenza.
La voce del Il Genio, il bambino non cresciuto di Jumanji -che, non mi spaventa ammetterlo, resta un filmone-, il bambino che è cresciuto in Hook, la tata (e il padre) che tanto volevi avere in Mrs. Doubtfire e poi il dottore più umano, il padre e il marito più sognante e lo psicologo che non ti possono non far sciogliere in lacrime.
E proprio questo psicologo, proprio Sean McGuire, resta il ruolo a cui più lo lego, a cui più mi sento legata.
Quel suo monologo, su quella panchina, su quel laghetto, resta uno dei monologhi più belli, più toccanti e più sentiti mai arrivati al cinema.
E a chi vede in Ben Affleck e in Matt Damon dei ragazzotti dediti a blockbuster, bè, sappiate che quel monologo, così sentito e toccante, lo hanno scritto proprio loro, vincendo meritatamente l'Oscar alla migliore sceneggiatura per il loro lavoro.
Ma questo non è l'unico Oscar vinto da Will Hunting, perchè anche Robin Williams non poteva non vincerlo con il suo Sean McGuire: uno psicologo che davvero ascolta, che davvero riesce a capire Will e il suo genio ribelle, il suo non saper e non voler sfruttare la sua mente che in segreto e senza troppo clamore riesce a risolvere i problemi matematici più complicati.
Sean McGuire è quel genere di dottore che non ti viene incontro, ma che ti aspetta, che ti scruta dentro senza farti sentire una cavia da laboratorio, quel genere di dottore, di persona, capace di salutare gli amici, di lasciarli andare a vedere la partita più emozionante del campionato americano per una donna, per la sua donna, quella che poi ha assistito, fino al suo ultimo giorno di vita.
Come non amare una persona così, come non rubargli la battuta, quando anche Will preferirà una donna, l'amore, a una carriera e a una vita dentro schemi non costruiti da lui?
Con la sua barba incolta, con il suo stile semplice e tranquillo, Robin Williams dona a Sean una luce propria, un'umanità che non può che emozionare ed essere ricordata.
Ma Will Hunting è anche altro. E' la storia di un ragazzo le cui porte potrebbero essere tutte aperte, ma che il genio racchiude in un carattere scontroso e non facile.
E' la storia di un amico che capisce la diversità, la specialità di Will, del suo fratello scelto, e che lo sprona, lo esorta ad abbandonarlo.
E' la storia di un amore che nasce, tra mille difficoltà, e che potrebbe davvero valere la pena di far perdere anche la partita più importante di un campionato.
Will Hunting è soprattutto un gioiello di scrittura, quella scrittura così tipica degli anni '90, basata su frasi semplici ma ad effetto, su banalità e grandi monologhi che coesistono senza problemi rendendo la sceneggiatura da Oscar e da brividi.
Forse il film più trasmesso nelle scuole, il film che sicuramente insegna e si fa amare.
Forse il film in cui Robin Williams lo si vorrebbe abbracciare, conoscere e amare.
Anche così, semplicemente in una panchina, in riva ad un laghetto.
Il dovuto ricordo dell'attore, prosegue anche nei blog:
Bollalmanacco - Al di là dei sogni
Montecristo - Il mondo secondo Garp
Whiterussian vs Pensieri Cannibali - Hook
Scrivenny - La leggenda del re pescatore
Non c'è paragone - Good Morning Vietnam
Combinazione casuale - Jumanji
Director's Cult - Toys
Pietro - Flubber
Recensioni Ribelli - L'attimo fuggente
Solaris - L'uomo bicentenario
La fabbrica dei sogni - One Hour Photo
Viaggiando (Meno) - The Angriest Man in Brooklin
In Central Perk - Will Hunting - Genio ribelle
Un film che ama e che si lascia amare. Bellissimo. Robin Williams è meraviglioso.
RispondiEliminaUna sceneggiatura matura, ricca, sensibile che tuttora mi chiedo come diamine abbiano fatto Damon e Affleck a scriverla.
E il finale, quel "vaffanculo alla carriera, io vado dalla donna che amo", è l'unico finale intelligente possibile.
Visto anni fa, ma urge una revisione. Ho scritto anch'io, qualche giorno fa, un post in cui parlo di alcuni dei suoi film con cui sono cresciuto, ma anche questo non può mancare. Penso che quel post avrà una seconda parte non prevista.
RispondiEliminaCosì mi rivedo pure La leggenda del re pescatore e qualcos'altro ;)
Era uscito in un periodo in cui DETESTAVO sia Affleck che Damon, vai a sapere perché, quindi non l'ho mai guardato. Recupererò! :)
RispondiEliminaSì, ci sono notizie che non vorresti mai sentire... specie quando sei in vacanza, isolata dalle brutture del mondo. Personalmente non ho amato alla follia questo film (troppo intriso di buonismo tipicamente americano) ma la bravura di Williams è, anche qui, innegabile.
RispondiEliminaADORO!
RispondiEliminaUn ottimo film con un grande Williams. E tanti ricordi.
RispondiEliminaNe conservo un piacevole ricordo, nonostante siano passati parecchi anni dalla sua visione.
RispondiEliminaun grande film, senza dubbio uno dei migliori interpretati da Robin Williams, oscar meritatissimo questa volta :)
RispondiEliminaFilm che adoro, ma ti giuro che Matt Damon lo volevo prendere a schiaffi!
RispondiEliminaA me in realtà ha fatto due palle. Se prima lo vedevo per sentire la colonna sonora del compianto Elliot Smith, ora lo vedrò anche per il grande Robin...
RispondiEliminaQuando ero piccolo l'hanno passato in tv un fottio di volte, ricordo
RispondiEliminaanche per me jumanji è un filmone!
RispondiEliminae anche will hunting a suo modo è mitico, sebbene io lo associ più all'accoppiata matt damon + ben affleck che non al pur grandissimo robin williams.
il primo ruolo che mi viene in mente quando penso a lui per me resterà sempre quello nell'attimo fuggente...