#LaPromessa2021
Ai tempi del liceo avevo frequentato uno di quei corsi pomeridiani che hanno finito per cambiarmi la vita: Psicanalisi attraverso il cinema.
Si vedeva un film, impossibile addormentarsi nelle scomode seggiole nonostante l'orario fosse quello del dopo-panino, si discuteva degli elementi psicologici presenti, della fattura stessa del film.
E così, è nato un amore.
Che ha vinto rispetto a quello per la psicologia, materia di studi che però ogni tanto rimpiango.
Nel corso, Hitchcock era presente due volte, con Psyco e il suo rapporto tormentato con la figura materna, e con Vertigo, ovviamente, a proposito del doppio.
Sono passati parecchi anni dal liceo e, trama e svolte a parte, poco ricordavo.
Ricordavo delle indagini truccate in cui James Stewart era impegnato, ricordavo il trucco di un'attrice nell'impersonare una moglie mentalmente instabile, ricordavo la bellezza di Kim Novak e ricordavo gli strepitosi titoli di testa e l'incubo degno degli screensaver di un tempo di Windows.
Il resto, però, era avvolto in una nebbia.
La sequenza al parco delle sequoie, così poetica, il bacio nel mare in tempesta, così romantico, il museo così scenografico e la presenza iniziale di Midge, amica che spera in qualcosa di più, le avevo scordate.
Midge in realtà se la scorda pure Hitchcock visto che da metà film in poi scompare nel nulla.
Ma tant'è, il fulcro sono loro: sono un James Stewart che soffre di vertigini e delle conseguenze che hanno avuto nel suo lavoro di poliziotto, e una Kim Novak sofisticata, bella e impossibile nei panni di Madeleine che si trasforma in un'attricetta/amante dal pesante accento del Kansas come Judy.
Non ricordavo nemmeno il lungo pedinamento iniziale, poi, in cui la poderosa colonna sonora riempie minuti e minuti senza dialogo, non ricordavo quella luce verde, quel colore verde in realtà così presente e soprattutto, pensa te, non ricordavo il finale.
Non ricordavo che Hitchcock avesse deciso di svelare la verità ben prima del previsto, che i twist finali non sono mai stati pane per i suoi denti, meglio la tensione, meglio creare con lo spettatore un rapporto di confidenza segreta che attecchisce di più.
E poi, il finale-finale, sorprende ugualmente.
Una lezione del karma che davvero non ti aspetti, se non fosse che quell'ombra che appare dalle scale spaventa più di un piano omicida quasi infallibile.
Il girovagare di James Stewart in una San Francisco dagli scorci invidiabili, gli abiti che la Novak indossa e l'attenzione di sir Alfred per tecniche di regia che hanno fatto la storia del cinema, fanno il resto, rendendo la visione di un film intramontabile il miglior modo per passare un pomeriggio di nebbia invernale sul divano.
Ben più comodo e con uno sguardo più allenato rispetto alle seggiole dei tempi del liceo.
Ad averlo guardato con un corso simile!! Invece purtroppo l'ho sempre visto da sola e troppo tempo fa, tanto da ricordarlo poco, tranne la sensazione di non averci capito nulla.
RispondiEliminaChissà che prima o poi non riesca a recuperarlo come merita.
I ricordi erano confusi anche per me, ma Hitchocock dà uno spiegone non richiesto quasi troppo presto e tutto si chiarisce.
EliminaIl corso si incaponiva anche troppo sulle questioni psicologiche del doppio, lo avrei preferito in un corso di analisi del cinema :)
#LaPromessa2021, cosa significa?
RispondiEliminaCome Babol, non ricordo niente.
Ma come, è un anno ormai che mantengo promesse! A breve, poi, ci sarà quella del 2022, film che sono obbligata a vedere per evitare penitenza.
EliminaVisto anch'io parecchi anni fa. Non al liceo, dove facevo fatica ad andare la mattina, figuriamoci se facevo dei corsi pomeridiani. :)
RispondiEliminaDa quel che ricordo, è probabilmente il mio Hitchcock preferito e ci sono alcune delle sequenze più incredibili mai girate. Dovrei recuperarlo pure io. Come suggerisce il titolo italiano, è un film che va guardato... due volte.
Io continuo a preferirgli Psyco che visto sempre a quel corso in un uggioso pomeriggio invernale, mi ha fatto tornare a casa in bus ancora piena di brividi. Questo, probabilmente con i suoi lunghi appostamenti, mi aveva annoiato, ma il fascino è comunque alto.
EliminaForse certi film necessitano davvero di più visioni. Pensa te che io Inception per chiarirmi le idee l'ho visto ben tre di volte, e solo alla terza volta ho capito che sull'aereo Cobb non conosceva quelli che gli stavano intorno e si era sognato tutto quello che era accaduto fino a quel punto. Salvo poi il dubbio che Nolan ci lascia per la trottola sui titoli di coda.
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