E' stata senza dubbio la notizia della settimana, che ha mandato in lutto i fan, che ha creato scompiglio tra i social. Ma facciamo chiarezza: no, lo Studio Ghibli non chiude.
La traduzione errata di un passaggio di intervista a Hayo Miyazaki ha fatto temere il peggio, Toshio Suzuki (general manager) fuga però ogni dubbio: nel futuro dello studio c'è solo una pausa necessaria dopo la scelta del Maestro di ritirarsi, una pausa durante la quale riorganizzare le idee e i progetti.
Nel futuro prossimo, almeno, non ci sarà da rimanere troppo in attesa, con Il vento si alza prima, e When Marnie was there poi, a deliziarci.
Continuano, purtroppo, le notizie attorno all'adattamento del premio Pulitzer Pastorale americana ad opera di Phillip Noyce.
Dopo Ewan McGregor scelto per vestire i panni de Lo Svedese, si aggiungono al cast anche Jennifer Connelly, come sua moglie, e Dakota Fanning, come sua figlia. La paura che il capolavoro di Philip Roth venga calpestato, però, resta.
Matthew Rhys torna al cinema dopo la permanenza nel piccolo schermo con Brothers and Sisters e soprattutto The Americans. Nel farlo sceglie bene, visto che si va ad unire ad un folto cast (Uma Thurman, Emma Thompson, Sienna Miller e Riccardo Scamarcio) capitanato da Bradley Cooper, di cui sarà l'avversario dietro i fornelli in Chef (titolo provvisorio) di John Wells.
A mettere più pepe al tutto, la sceneggiatura firmata da Steven Knight.
Passando proprio al piccolo schermo, non si fermano le voci riguardanti la seconda stagione di True Detective.
Quello che si sa è che l'ambientazione si sposterà in California e che i protagonisti principali saranno quattro, uno dei quali una donna, detective dal passato difficile che l'ha spinta all'abuso di alcool e droghe.
I candidati, secondo diverse riviste americane, potrebbero essere Vince Vaugh, Taylor Kitsch e Colin Farrell, mentre per il ruolo femminile la favorita (vista la bravura in Mad Men ma soprattutto in Top of the Lake) è Elisabeth Moss.
In attesa di conferme, tutto è da prendere con le pinze.
E' ormai cosa certa, invece, la serie TV basata sul film di Richard Linklater School of Rock. Non ci sarà però Jack Black dietro la cattedra e dietro la chitarra, ma Nickelodeon ha progettato 13 episodi ad alto tasso rock.
Visto il canale, però, il target sarà sicuramente più adolescenziale.
Concludiamo le news con un bell'appello promosso negli ultimi tempi da registi come Quentin Tarantino, Christopher Nolan, J.J. Abrams e Judd Apatow per salvare la Kodak e la stampa di pellicola cinematografica.
In settimana, anche Martin Scorsese ha resa pubblica la sua opinione, con una sentita lettera riportata qui di seguito:
Ci sono molti nomi per quello che facciamo: cinema, cinematografo, lungometraggi. E... film, pellicole. Ci chiamano registi, ma più spesso siamo chiamati filmmaker, autori di pellicole. Non sto suggerendo di ignorare l'ovvio: l'HD non sta arrivando, è già qui. I vantaggi sono numerosi: le videocamere sono più leggere, è molto più facile girare di notte, abbiamo molti altri mezzi a nostra disposizione per alterare e perfezionare le nostre immagini. E le videocamere sono molto più economiche: oggi i film possono essere girati con davvero pochi soldi. Perfino quelli di noi che continuano a girare in pellicola finiscono il film in HD, e i nostri film sono proiettati in HD. Quindi potremmo tranquillamente dire che il futuro è qui, che la pellicola è scomoda e imperfetta e difficile da trasportare e facile a rovinarsi e deperibile, e che è tempo di dimenticare il passato e dire addio – potremmo davvero farlo facilmente. Troppo facilmente.
Sembra che ci vogliano ricordare di continuo che il cinema è, dopo tutto, un business. Ma il cinema è anche una forma d'arte, e i giovani che vogliono fare film dovrebbero avere accesso agli strumenti e ai materiali che sono stati le pietre angolari di questa forma d'arte. Si sognerebbe mai qualcuno di dire ai giovani artisti di gettare via pitture e tele perché gli iPad sono molto più comodi da portarsi appresso?Ovviamente no. Nella storia del cinema, solo una minuscola percentuale di opere che hanno definito la nostra forma d'arte non sono state girate in pellicola. Tutto quello che facciamo con l'HD è uno sforzo per ricreare l'aspetto di un film in pellicola. La pellicola, ancora oggi, offre una tavolozza visuale più ricca di quella dell'HD. E dobbiamo ricordarci che la pellicola è ancora la migliore maniera di conservare i film, l'unica a prova di tempo. Non abbiamo alcuna garanzia che l'informazione digitale durerà, ma sappiamo che la pellicola lo farà, se adeguatamente conservata e curata.
La nostra industria, i nostri registi, si sono stretti attorno alla Kodak perché sappiamo che non possiamo permetterci di perderla, allo stesso modo in cui abbiamo perso molti altri produttori di pellicola. Questa notizia è un positivo passo avanti verso la conservazione dei film, della forma d'arte che amiamo.
(traduzione di comingsoon.it)
Abbiamo preso un bello spavento per lo Studio Ghibli...
RispondiEliminaSperiamo bene!
Dalle pause di solito c'è sempre una bella rinascita, incrociamo le dita :)
EliminaInteressante (e toccante) la lettera di Scorsese. Che però mi convince a metà... nel senso che indubbiamente la conservazione e la memoria storica giocano un ruolo determinante non solo nella storia del cinema, ma nella storia del mondo in generale. Però accanirsi contro il progresso lo trovo stupido e donchisciottesco: la pellicola è costosissima, poco pratica, infiammabile, pericolosa. Il digitale è la nuova frontiera del cinema e ormai lo hanno capito anche i coetanei del buon Martin (penso a Michael Mann, che si è convertito al nuovo formato in tempi non sospetti). Oggi con pochi soldi in tasca e molte idee si può girare un film-gioiello (e qui penso a Locke, per esempio) cosa che con la pellicola non era possibile. Non credo, non voglio credere che con il livello scientifico e tecnologico che abbiamo oggi non siamo in grado di preservare un film nei secoli a venire, in qualunque formato sia. Siamo sopravvissuti alla scomparsa del vinile, delle musicassette, dei laserdisc e, tra poco, anche dei cd e dvd. Eppure il cinema esiste ancora... e se ci dimentichiamo dei classici, la colpa è solo nostra. Non dei supporti di archiviazione.
RispondiEliminaNelle sue parole non ho visto un accanirsi contro il progresso quanto una necessaria preservazione, vuoi anche solo per permettere a chi con la pellicola e sulla pellicola vuole lavorare, di farlo. Se la Kodak dovesse chiudere, se ne andrebbe il principale produttore, e artisti che con il materiale vorrebbero sperimentare non ne avrebbero la possibilità, e poi, sì, c'è anche quel che di sentimentale e nostalgico che gioca la sua parte...
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