10 agosto 2018

Veronica

Horror Week

Se c'è un motivo che mi ha sempre tenuto a distanza dagli horror -oltre alla naturale propensione per la fifoneria- è il fatto che se ne fanno così tanti che evitare di ripetersi, di produrre film con lo stampino, diventa quasi inevitabile.
Filoni e filoni che invadono i cinema in cui di volta in volta nuovi e malcapitati inquilini comprano ed entrano in una casa stregata in cui fantasmi/spettri/malefici si nascondono, gite nei boschi che si trasformano in incubi e ovviamente adolescenti scemi abbastanza da giocare all'ouija e finire perseguitati da un non meglio precisato spirito.



Insomma, sempre adolescenti spavaldi.
Sempre spiriti arrabbiati.
Sempre le solite scene di paura al buio, di visioni notturne, di fughe a capicollo, di agghiaccianti possessioni.
Veronica è né più né meno il solito horror con le solite adolescenti che giocano all'ouija, con la solita malcapitata -Veronica, ovviamente- che con uno spirito non meglio precisato deve fare i conti.
Ci vanno di mezzo pure i fratellini di lei (mentre la madre è tale solo perché porta uno stipendio a casa visto che non si occupa minimamente della cura della sua prole) che diventano così preda per quello spirito e partecipanti infine di una nuova seduta dell'ouija.


Cos'ha allora di diverso rispetto ai tanti film simili, usciti con lo stampino negli ultimi anni?
Prima di tutto che non è uscito al cinema, ma è disponibile su Netflix, prodotto in quel di Spagna.
Secondo una certa aura vintage ora che anche gli anni '90 sono diventati vintage, e con abiti, musica (pur sempre musica spagnoleggiante, però) e soprattutto una fotografia "d'annata" un minimo di fascino lo acquista. Anche il suo sviluppo ricorda un'altra generazione di film, quello degli anni '70, con l'occulto a fare capolino, con vecchie suore cieche a fare da mentori.
Poi, ovviamente, l'aura più spettrale del "tratto da una storia vera", con un caso simile -di ossessione e possessione- effettivamente registrato dalla polizia spagnola nel 1991.
Ma, tutto questo basta a rendere Veronica un film diverso dal solito?
Non per me, che film simili solitamente nemmeno li guardo, ma ne leggo le trame e già mi stanco.
Non per me, in qualche modo vaccinata a storie simili, a simili fughe notturne e apparizioni dal nulla. Sarà che le adolescenti urlanti mi danno sui nervi, che all'occulto non riesco a credere o che poco mi sa di originale, ormai.
Ma almeno ho capito che non sono questi gli horror che fanno per me.
E sì, il fatto che ce ne siano è una sorpresa.



Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
2 Leoni su 5

6 commenti:

  1. A me, invece, è piaciuto parecchio. Solita storia, vista e rivista, ma con uno stile e un taglio che fanno la differenza: mi sono scoperto, infatti, stranamente influenzabile dalla forma. Non è un mistero, poi, quanto mi piacciano gli horror d'importazione spagnola. Proprio ieri ho visto La settima musa e tra buoni sentimenti, finali agrodolci, notti buie e tempestose, a me questi horror purissimi, senza sangue o furbi jumpscares, lasciano con uno strano senso di meraviglia.

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    1. Se è finito in questa settimana horror il merito è infatti tuo e del tuo entusiasmo ;) Almeno però ho capito che ho bisogno di un minimo di originalità della trama, qui poco di nuovo c'è, e anche se la ricostruzione fa strappare la sufficienza, non basta a me per farmi affezionare al genere.

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  2. Tra adolescenti e anni '90, questo direi proprio che invece è il tipo di horror che fa per me! :)
    Sempre che non mi regali una sensazione di già visto troppo forte...

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    1. Difficile fare un pronostico, ci sono le adolescenti, ci sono gli anni '90 (anche se spagnoli) ma c'è anche tanto di già visto.

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  3. A proposito di Leone Cane Fifone, ma tu hai visto Lights out?

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    1. Ovviamente no, troppo fifona. Avevo visto il cortometraggio dal quale è stato tratto e mi era bastato.

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