A Litchifield si è sempre stati un gran bene, si sono divorati episodi su episodi negli anni, ma qualcosa già da un po' aveva iniziato a scricchiolare.
Una certa ripetitività nelle dinamiche di coppia e di potere, un meccanismo di narrazione à la Lost che non aveva più molto senso dopo 5 stagioni in cui il passato delle protagoniste già si conosceva.
Il tutto si faceva più sentito con una stagione -la scorsa- che nell'arco di 13 episodi raccontava pochi giorni di ribellione, con ormai troppi personaggi da seguire.
Qualcosa, però, faceva pensare a un proseguimento più felice.
Un taglio e una divisione, con il cast diviso e sfoltito in due autobus e un destino giuridico quanto mai incerto.
Ritroviamo così solo alcune delle detenute storiche, chiuse e isolate nell'ala della massima sicurezza, raccontare la loro versione delle cose non tanto per cercare giustizia, quanto per salvarsi la pelle.
È un gioco allo scarica barile, con le vecchie bizze tra Red e Gloria e Maria a venire al pettine, a cui partecipano attivamente anche gli investigatori.
Nella nuova sezione, la narrazione di certo ha il suo vantaggio: nuovi personaggi da inserire e da scoprire, un alleggerimento delle storyline e una sfida all'ultimo sangue fra due bracci opposti a tenere banco, con due vecchie glorie del carcere -sorelle e nemiche giurate- a spadroneggiare.
Sembra di essere tornati ai vecchi tempi, con Nicky che cerca di rigare dritto, Piper e Alex che fantasticano sul loro matrimonio, Aleida che se la deve cavare fuori dal carcere.
Vero è che molte delle nuove entrate sono odiose fino al midollo (vedi la bulla Badison, ma mai come la sempre più insopportabile Daya), vero è che per quanto male sia messo il sistema carcerario americano, certe guardie impreparate e senza morale si spera non esistano, ma come sempre, Litchfield serve a mettere alla berlina, fra ironia e serietà, grossi problemi.
Quello della crudeltà delle guardie, ovvio, quello di un sistema giuridico inefficiente e a cui non interessa la verità (che non essendo verità, quel verdetto viene pronunciato in silenzio, con un colpo al cuore che fa soffrire ancor di più), ma solo additare un colpevole, dando così voce al movimento Black Lives Matter e a sorpresa, pure esponendo il metodo di vendita piramidale di integratori qui da noi da poco denunciato da Selvaggia Lucarelli.
Tenute in carreggiata personaggi che hanno ancora qualcosa da dire (un plauso a Mister Caputo, vero idolo sopra e sotto il palco), mostrando flashback sensati più all'interno del carcere che fuori e creando nuove coppie di inaspettata amicizia (Gloria e Luschek, Norma e l'ormai esagerata Suzanne, Marisol e Cindy), questo nuovo corso di OITNB sembra avere una nuova linfa e pure una marcia in più.
Visto il finale, poi, tra addii e battaglie da combattere che si fanno commoventi, si prospettano altri cambiamenti, e altri grandi drammi da affrontare.
Voto: ☕☕☕½/5
Sto ancora aspettando il momento giusto per seguire questa stagione. Ho visto giusto la prima scena visionaria piuttosto lynchiana della prima puntata e poi mi sono addormentato. Non un buon segnale. :)
RispondiEliminaPer adesso detenute rimandate a processo a data da destinarsi...
Ho un'antipatia così profonda verso il personaggio di Suzanne e l'interpretazione sopra le righe che ne fa l'attrice che quella scena iniziale mi ha infastidito più che entusiasmato.
EliminaIn ogni caso, puoi proseguire tranquillo, non c'è noia, anzi, rispetto alle scorse stagioni ho macinato episodio su episodio come ai vecchi tempi.
La sto seguendo in questi giorni, un bel cambio dopo la scorsa deludente stagione: eppure a mio parere dovrebbero cominciare a considerare di finirla.
RispondiEliminaSpero non ci siano più di due stagioni in cantiere, o si prosegue con un ricambio o si molla, che già di cambi ne sono stati fatti. In ogni caso, finchè si lascia divorare e fa riflettere come in questa stagione, non me ne posso lamentare troppo.
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