11 dicembre 2013

Lady Vendetta

E' già Ieri -2005-


Il capitolo finale della trilogia della vendetta di Park Chan-wook, come si evince dal titolo, vira al femminile.
Dopo Ryu, dopo soprattutto Oh-Dae Su, la protagonista è questa volta Geum-ja, donna bellissima, che esce dal carcere dopo 13 anni scontati per aver rapito e ucciso un bambino.
Come ormai ci ha abituati il regista, però, la verità la veniamo a scoprire poco a poco, con quella che non era una colpa di Geum-ja e con il suo machiavellico piano di vendetta che si stende davanti ai nostri occhi in modo metodico.
Rispetto ai precedenti capitoli, ci viene mostrato il dipanarsi di questo suo piano con la grazia e la pragmaticità della donna al di fuori della prigione, ma che ha il suo inizio fin dai primi giorni della sua prigionia, con gli atti di amore e apparente tenerezza verso le compagne -mostrati in flashback al punto giusto- che mirano invece ad avere il loro aiuto all'esterno.
La preparazione doviziosa deve però fare i conti con una realtà più cruda ed amara, che vede il vero colpevole, una volta rintracciato, macchiato di altre infamanti giovani vittime, facendo così della vendetta di Geum-ja non più un fatto personale, ma un momento necessariamente da condividere, in modo agghiacciante e quasi schematico, con le altre vittime collaterali, che espiano così anni di dolore e sofferenza.


Proprio per questa sua declinazione al femminile, con una protagonista tanto bella quanto velenosa, incorniciata da quell'ombretto rosso sangue simbolo della sua a-purezza, Lady Vendetta è un film più duro e amaro, non certo al livello del cult Oldboy, ma una parabola sulla violenza insita in ognuno delle più potenti.
Vedere donne aristocratiche, anziani e genitori ricoperti di sangue, ulteriori vittime di un pazzo, con Geum-ja che si fa quasi eroicamente da parte assumendo il ruolo di regista esterno, ormai, di questa vendetta, innalza la volontà sanguinolenta del film, che dissocia, a differenza dei film precedenti, la vendetta dalla pulsione sentimentale e furiosa, incanalandola invece in un piano che impiega anni e poi mesi per essere attuato e che finisce però con la ritrovata pace di ognuno.
Come sempre, Park sa sì sconvolgere con quel sangue e quella crudeltà che sono marchio della trilogia, ma sa anche incantare con scene di alta fotografia e poesia, geometriche e calibrate all'emozione, segnando nuove tacche nel mio percorso di redenzione con il cinema orientale.


4 commenti:

  1. Ricordo ancora quando finii di vederlo. Un senso di pesantezza opprimente per tutta la visione e che, in quell'ultima scema, mi ha liberato. Uno dei pochi film per il quale ho rischiato di piangere, un capolavoro!

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  2. Lo sto recuperando, perché dopo Oldboy voglio gustarmi tutta la trilogia :)

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  3. Oh brava Babol, finalmente. La Lady mi inquieta, forse più di Kathy Bates in Misery non deve morire, ma rimango coi piedi per terra e dico che OldBoy era un'altra cosa. Ben felice di leggerti Incentralperk, naturalmente. Prima avevo un tale disordine tra i feed...

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  4. Dovrei rivederlo....
    Mi piacque molto, ma ero ragazzetto quando li vidi: dovrei revisionarlo per captarlo meglio

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