8 luglio 2015

Predestination

Andiamo al Cinema

Viaggi nel tempo, paradossi temporali, finali a sorpresa.
Tutti ingredienti che fanno la felicità di chi ama i film intricati, che non solo intrattengono o emozionano, ma fanno macinare gli ingranaggi della mente.
Predestination ci riesce fino a un certo punto.
O meglio, quegli ingranaggi li mette in moto, quei temi li tocca, ma poi, a ben guardare, riesce a soddisfare solo a metà.


Che ci troviamo di fronte ad un poliziotto temporale lo sappiamo fin dal martellante trailer, quello che non sappiamo è che questo poliziotto è chiamato a fermare un pericoloso bomber, colpevole di un'escalation di attentati in America e che ora si appresta a fare l'ultimo, il decisivo, che mieterà migliaia di vittime.
Già cinque volte questo poliziotto è balzato indietro nel tempo per cercare di prevenire queste morti, ma ogni volta ha fallito e con la sua ultima missione ha perso anche il suo aspetto, bruciato in un'esplosione che lo fa ora rinascere con un altro viso: quello del bel Ethan Hawke.
Dopo mesi di cure non demorde, e ritorna all'azione fingendosi barman dal fare accogliente, che ascolta con particolare attenzione la drammatica storia di John, che snocciola scolandosi whisky, rimanendo sbigottiti per le sue disavventure queste sì, paradossali.
Ora, non me ne vogliano gli sceneggiatori o i genetisti, ma davvero quanto raccontato da John è possibile? No, perchè arrivando dalla lettura di un capolavoro come Middlesex, le mie sopracciglia si sono inarcate come non mai.
Ma va bè, lasciamo alla fantascienza e al poco tatto dei medici queste questioni, e proseguiamo con l'arruolamento di John che porta a una verità che... dovrebbe essere un colpo di scena, ma che colpo di scena non è.
Non contenti di questa svolta tecnicamente improvvisa, ma facilmente intuibile, ci si piazza un'altra e poi un'altra sorpresa, in modo da ingarbugliare ancora di più il tutto non rendendolo però né verosimile (per quanto lo possa essere un poliziotto temporale, lo so) né così d'effetto.


Ethan Hawke dimostra quindi di saper fare tanto bene le veci dell'attore feticcio di Richard Linklater, quanto di non saper scegliere prodotti altrettanto interessanti senza l'amico, finendo per l'ennesima volta in un film né sale né pepe.
Certo, lo si scusa visto che il film è datato 2014 e solo ora è uscito nei nostri cinema, e lo si scusa visto che a livello di regia lo stile di Predestination non è così male, con l'ambientazione ben studiata a livello di abiti e carattere, e con scelte di montaggio e fotografia accattivanti, facendo dei salti nel tempo delle correnti d'aria ben piazzate.
Se la stessa cura fosse poi stata data al reparto trucco (povera, povera Sarah Snook) e alla sceneggiatura probabilmente più avvincente su carta (è tratta da Tutti voi zombie, del 1959 di Robert A. Heinlein) che su grande schermo, allora non saremmo qui a lamentarci.
Perchè di film film su viaggi nel tempo, su paradossi temporali, finali a sorpresa e con Ethan Hawke non ce ne sono mai abbastanza, forse bisognerebbe solo mescolare con più attenzione questi ingredienti.


15 commenti:

  1. L'ho trovato buttato lì, impossibile e insensato - qual era il punto? - ma cavolo se mi aveva divertito.
    Un girotondo pazzesco dal finale clamoroso, con Hawke bravo al solito (visto Paradiso Perduto, del Cuaròn dei primi tempi?) e una Snook rivelazione.

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    1. Di Ethan preferirò di certo recuperarmi i suoi primi tempi, qui davvero non sense, mi sono più soffermata sui buchi di sceneggiatura che non sui paradossi temporali, ed è tutto dire.

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  2. Siamo d'accordo un po' su tutto. Trucco da uomo tremendo e sceneggiatura incasinata male, senza giustificazione.
    Comunque di Howke, che mi piace molto come attore, non ho amato nemmeno le scelte di film con Linklater. Mi ha convinta solo Before Sunrise.

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    1. Per me il binomio Hawke-Linlater è sinonimo di bellezza: ogni loro film è stato un gioiellino!
      Senza di lui, purtroppo, fa scelte troppo confuse, soprattutto ultimamente: lo scorso anno a Venezia era con due film, uno peggio dell'altro :(

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  3. Io invece l'ho trovato uno dei migliori film sul Tempo degli ultimi anni, forse secondo solo a Questione di tempo.
    Senza contare che, essendo uno sci-fi, concentrarsi così tanto sulla logicità dei passaggi secondo me è relativo.
    Come il Tempo. ;)

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    1. Sarebbe relativo, vero, ma quel cambio di sesso proprio non lo mando giù: che senso aveva?
      Questione di tempo tutto su un altro livello, non li accosto nemmeno :)

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  4. I viaggi nel tempo e i paradossi ci sono. Il finale a sorpresa invece proprio no...
    Un film finto intricato, ma basta aver già visto anche soltanto un'altra pellicola del genere e tutto è facilmente prevedibile.

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    1. Sono riuscita ad anticipare praticamente tutti i colpi di scena, io che in queste cose facilmente mi perdo. No, direi che non ci siamo proprio.

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  5. mi sono già espressa e sono completamente d'accordo con te. Hawke è bravo ma non salva il film. Povera Sara Snook veramente. E poi la parte sul cambio sesso l'ho trovata trattata in modo così grossolano e illogico da renderla meno verosimile dei viaggi nel tempo! boccioooooo! ;-)

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    1. Infatti, pensa che avevo finito giusto il giorno prima Middlesex che il tema del cambio di sesso lo tratta in modo così profondo e vero che vedere il medico così tranquillo e senza pensieri mi ha fatto cadere qualunque cosa.... come si fa?

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  6. Concordo in generale (lo trovi anche dalla mie parti) questo soggetti in mani più esperte poteva uscire molto meglio di così, è godibile ma non diventa memorabile ;-) Cheers!

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    1. Il buon materiale di base c'era, e con ogni probabilità anche solo su carta andava benissimo!

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  7. Da fan dei viaggi del tempo mi ha convinto. Certo il finale è davvero inverosimile ma ricco di colpi di scena :)

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    1. Il finale per me è la parte minore, come hai letto :) Da fan dei viaggi nel tempo non ne sono rimasta così convinta..

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  8. A me è piaciuto abbastanza invece a dir la verità. L'unica pecca veramente grossa: avevo capito tutto dopo una ventina di minuti, ed in effetti è piuttosto prevedibile.

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