13 ottobre 2015

Show Me a Hero

Quando i film si fanno ad episodi.

Dopo Veep, anche oggi rimaniamo all'interno della politica americana.
Ma se già si ha qualche problema a capire e interessarsi davvero a quella nazionale, quando si passa al particolare, a sindaci di  cittadine e distretti per la precisione, le cose non cambiano. Il fatto è che se non si parla di scandali o di piani machiavellici, l'attenzione cala, e le dispute a cui si assiste rimangono circoscritte ad un pubblico mirato, e per lo più, ovviamente, americano.
Così è anche con questa miniserie prodotta dalla HBO, che si avvale di Oscar Isaac -magnifico, in parte e magnetico, con un accento irresistibile- per portare su piccolo schermo una vicenda e una storia, per quanto ancora attuale, poco esportabile.


Mostratemi un eroe e vi scriverò una tragedia.
Così disse Francis Scott Fitzgerald.
Così avviene, almeno per la parte della tragedia, qui.
Perchè l'eroe, francamente e checché se ne dica, è difficile ritrovarlo in Nick Wasicsko.
Deputato prima, sindaco più giovane degli Stati Uniti poi a Yonkers, Wasicsko dovette soccombere al gravoso problema della costruzione e dell'assegnazione di case popolari nella sua città confinante con il violento Bronx di New York, e alle rumorose contestazioni dei suoi cittadini.
Nei suoi due anni al potere, il caparbio Wasicsko subì dimostrazioni, fischi, urla, sputi, per una decisione che non si poteva non prendere: dare dignità e un tetto degno di questo nome a bisognosi, perlopiù di colore o emigrati, costretti a vivere in palazzi in cui la droga e la delinquenza dilagavano, in cui crescere figli era impossibile. Le aeree scelte per costruirle erano però quelle dei bianchi borghesi, con i loro giardini perfetti, la loro vita perfetta che non voleva essere disturbata, soprattutto se da neri con cui (non che troppo sia cambiato) la convivenza sembra impossibile.
E così, in contemporanea con l'ascesa e la caduta di Wasicsko, seguiamo le vicissitudini di più donne, costrette a vivere e sopravvivere in situazioni precarie, rimanere incinta, invecchiare, dividere la propria vita con criminali, cercare rifugio più che una casa, e seguiamo le ragioni senza logica di chi protestava rumorosamente.


Se il vero protagonista resta Wasicsko, i veri eroi sembrano invece altri: quelle donne che a fatica tirano avanti, che sperano e alla fine vengono premiate con una casa come si deve, colui (Oscar Newman) che decise un piano edilizio e residenziale intelligente e pratico, che univa l'utile e il dilettevole risparmiando denaro nella costruzione e nella manutenzione, diminuendo allo stesso tempo la criminalità e la possibilità che spazi comuni dà a questa di sorgere, o quella donna, tanto caparbia, che messa alle strette da un intelligente stratega, conosce una nuova realtà, ne resta colpita, cambia.
Questi sembrano quindi i veri eroi, ognuno con la propria personale tragedia, mentre Wasicsko non lo si capisce, non lo si accetta, lui che cerca in tutti i modi di tornare sulla cresta dell'onda dal quale è rimasto travolto ma che ha cavalcato senza troppa convinzione inizialmente, e che tenta una nuova scalata politica ad ogni elezione.
E quindi, quella sua tragedia finale, lascia freddi, per quanto sia triste da ammettere.
A livello tecnico, Show Me a Hero, non ha nulla da eccepire, dalla fotografia storica alla colonna sonora che strizza l'occhio al boss Springsteen fino ai tanti grandi nomi che si celano dietro un look anni '80 quasi da caratteristi (Jim Beluschi, Alfred Molina, Winona Ryder, Jon Bernthal).
Tutto scorre liscio, ma altrettanto liscia non scorre una sceneggiatura piuttosto pesante, soporifera, che avanza negli anni finendo per coprirne ben sette in soli sei episodi.
Il vero problema è così il tema di per sé, quella politica che ammoscia, anche quando mostrata al suo meglio e da due come Paul Haggis e David Simon.


7 commenti:

  1. Immaginavo. Mi incuriosisce per Isaac, che è bravissimo, assai meno per il tema.
    Seguo a stento i telegiornali sulla nostra politica, figuriamoci i serial sulla politica degli altri.
    A malincuore, passo. :)

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    1. Per quanto ben fatto e interpretato, se già sai che certi temi annoiano dopo pochi minuti puoi passare senza rimorsi... É stata dura!

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  2. me l'ero segnata questa, mi ispira soprattutto per Isaac che trovo bravissimo :-)

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    1. Isaac qui é davvero bravissimo! Il suo personaggio però si capisce meno...

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  3. Grande, avevo visto il trailer, ma mi ero dimenticata il nome, oh me tapina! Grazie per avermelo rammentato, pare una bomba!

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    1. Ma di niente! É una bomba non troppo esplosiva però, se le vedi fammi sapere come lo hai trovato :)

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  4. In realtà la consiglio fin là... Essendo un tema ostico non appassiona abbastanza i non americani, secondo me.

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