Amélie da quando è nata, vuole diventare giapponese.
Lei che, in Giappone c’è nata, c’ha vissuto fino all’età di 5 anni, ma questo non basta a renderla giapponese.
No, perché Amélie è belga, e in Belgio è tornata all’età di 5 anni, con il sogno, tutto da realizzare, di diventare giapponese, per l’appunto.
Una volta cresciuta, una volta finiti gli studi, è arrivato il momento di realizzarlo questo sogno, di trasferirsi a Tokyo, di imparare per bene la lingua, di integrarsi, anche se questo significa vivere in un minuscolo appartamento.
L’occasione per sostenersi è data proprio dalla sua lingua madre, Amélie si offrirà come insegnate e tutor di francese, e fortuna vuole che il suo primo allievo sia un appassionato della Francia, e arrivi da una famiglia facoltosa.
Rinri si dimostra l’alunno perfetto, ma anche qualcosa di più. La porterà in giro per la città, a conoscere tutti i suoi luoghi preferiti, night club compresi, e pian piano, qualcosa nascerà.
Ma fermi, no, non è un amore convenzionale quello che sta nascendo tra loro, o meglio, per Rinri Amélie potrebbe essere la sua futura sposa, nonostante tutta la sua indipendenza, il suo mostrarsi senza veli (in tutti i sensi) nonostante il suo volersela cavare sempre da sola, anche dispersa tra le montagne giapponesi, ma Amélie, proprio per questa sua indipendenza, proprio per un sogno fatto così tante volte che ora che accade non ha la stessa magia, tentenna.
Affascinata da un mondo di cui ha sempre voluto far parte, ora si sente stretta, non sa nemmeno lei come sentirsi.
A metà tra un boy meets girl e un racconto di formazione, Il fascino indiscreto dell’amore ci affascina con il suo fascino per niente discreto.
Tratto dal romanzo di Amélie Nothomb dal titolo Né di Eva né di Adamo (valli a capire i titolisti italiani), ne racconta la storia, quel suo amore verso una terra tanto lontana che per quanto l’abbia accolta, non le ha permesso di integrarsi.
Se la prima parte del film scorre infatti liscia, divertente e facendo sognare con quegli incontri sempre più intensi fra due protagonisti all’apparenza tanto diversi –lei vivace, buffa e aperta, lui timido e misterioso- più si va avanti con il film più quel senso di fascino si perde.
Rimaniamo infatti confusi come la protagonista di fronte ai suoi sentimenti e alle sue scelte tra l’incoerente e il poco comprensibile, con i tentennamenti tipici dell’età, con quell’amore che sembra non sbocciare davvero, anche se sembrava di sì.
Questa confusione è un peccato, perché appesantisce un film che aveva il brio giusto: merito di una protagonista altrettanto briosa come Pauline Etienne, quei colori sgargianti, da lei indossati, dall’uso sempre apprezzato della voice over a farci da narratrice, quel mondo tutto nuovo da scoprire con lei.
Ma anche questi colori, anche questo brio sfumano, e si scontrano con una realtà che significa Tsunami, quello tsunami, le cui immagini dolorosamente belle ci accecano, per poi cullarci sulle note di una bellissima versione di Big in Japan.
L’errore sta forse nel non aver caratterizzato altrettanto bene il personaggio maschile, o nell’aver voluto quasi interamente poggiare la riuscita del film sulle loro spalle, o nell'essersi dilungati tanto all'inizio, poco all'evoluzione.
Sta di fatto che Il fascino indiscreto dell’amore affascina, e non poco, ma non fa innamorare.
Io ho molto apprezzato la prima parte, ma dal punto in cui lei si ritira sul monde Fuji (?) in poi mi sono annoiato a morte. Pesante, troppo, per essere una lieve commedia in lingua francese.
RispondiEliminaMi é successo lo stesso, tutta la leggerezza iniziale sfumata, facendo di lei, poi, un personaggio un po' troppo confuso per i miei gusti...
EliminaAmore totale no, però una cottarella sì. :)
RispondiEliminaUna cottarella che finisce in fretta purtroppo, i presupposti per qualcosa di più profondo c'erano ;)
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