31 ottobre 2016

Il Lunedì Leggo - Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino

L'ho già detto, io dai titoli mi faccio fregare.
E con un titolo così, sono passata sopra all'antipatia che dai tempi della scuola Calvino mi suscitava, quel suo Barone Rampante letto a stralci, quel Visconte Dimezzato che sì, probabilmente letti oggi (e li leggerò) sapranno darmi molto di più di quanto potevano fare alle elementari o alle medie, in cui la mia passione erano i gialli, i thriller, e quelle storie strane, tragicomiche, erano ancora fuori dalle mie corde.
Se una notte d'inverno un viaggiatore, invece, mi ha inseguita per anni, quale poesia nascondeva, dietro, quale storia avvincente si apprestava ad affrontare quel viaggiatore, di notte, in inverno?



La sorpresa più bella è stata scoprire che il protagonista del libro, non era quel viaggiatore, ero io, lettrice, il Lettore, descritto al suo meglio. Dall'entrata in libreria, alla scelta di comprare l'ultimo Calvino, alla fantastica avventura di iniziare a leggerlo l'ultimo Calvino, scoprendo però un errore di tipografia, forse, un finale troncato, un altro inizio nella pagina a fianco, un'altra storia che porta ad un'altra storia ancora, e un'altra subito dopo, mentre quel Lettore si mette alla ricerca di una spiegazione, di un finale.
È un metalibro Se una notte d'inverno un viaggiatore, un libro che parla di libri, del leggere, di emozionarsi.
Dentro, tante, bellissime storie, con uno stile diverso, pur sempre unico: dal giallo, al romantico, al filosofico, all'erotico, anche, tante storie, in cui quel Lettore, in cui io lettrice, ci si imbatte.
E lo si fa con il sorriso sulle labbra, per una struttura geniale che scopro tardi -tardissimo- ma che in 37 anni non ha perso un grammo di fascino, di modernità.
Le peripezie di quel Lettore, alla ricerca del libro perduto, che incappa in altre storie che fanno dimenticare, accantonare quel viaggiatore di notte, nasconde poi un finale altamente poetico, in cui tutto si intreccia, lasciando felici, soddisfatti, estasiati.
Ed è come ritornare dalle parti di Melasia, alla ricerca della Storia più bella del mondo che racchiude in realtà Mille e una Storie, è come leggere un Pennac e la sua Ecco la Storia, senza bisogno di un autore che esprima il suo intento.
Calvino si diverte, è ovvio, ci diverte, camuffandosi dietro voci e dietro stili, dietro generi che sembrano non appartenergli ma che invece gli riescono benissimo.
Ed è come ritrovare Baricco in City, anche lì, tra western, cronaca di pugilato e città futuristiche, più voci, più racconti si intrecciavano a formarne uno solo, emozionante, magico, indimenticabile.

8 commenti:

  1. Il problema è che Calvino andrebbe scoperto al di là delle mura scolastiche. Ricordo che a 16 anni il mio prof di lettere mi diede da leggere Marcovaldo per le vacanze estive, e io vidi quelle deliziose novelle raccolte in stagioni come una noia (e considerai pure Marcovaldo un povero sfigato, sì, mi sto vergognando ad ammetterlo!). Poi con il passare degli anni (e gli studi in lettere, sarà stato il karma? :-D) ho cominciato ad apprezzarlo, superando l'antipatia che hai provato anche tu leggendo Il barone rampante. Questo libro ammetto nella mia ignoranza di non conoscerlo, ma come dici tu è un libro che rimane moderno dopo 37 anni, perché comunque Calvino era avanti per i suoi tempi. ;-)

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    1. Calvino era troppo avanti per i suoi tempi e anche per noi, poveri studenti che non eravamo pronti a leggerlo. Prossimamente spero di far pace anche con Baroni, Marcovaldi e Visconti, intanto, aver scoperto questo gioiellino mi fa stare bene. Straconsigliato!

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  2. Stesso rapporto, con Calvino. Le letture imposte alle scuole medie non me l'hanno reso simpatico. Questo, come Alessandra, non lo conoscevano. Mi straconsigliano anche (per cambiare idea su di lui) Il senteiro dei nidi di ragno, che ha un titolo altrettanto affascinante. :)

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    1. I nidi di ragno sembra però più serio e serioso, neorealista, e non so perchè lo associo ad un film visto all'università che credevo fosse tratto dal libro e invece no, che mi ha fatto addormentare all'istante.
      Il viaggiatore è invece qualcosa di sorprendente, dalla prima all'ultima pagina l'ho letto col sorriso, intelligente e moderno.

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  3. Io con Calvino sono rimasto all'antipatia, per non dire odio, dai tempi della scuola.
    E non so se mi riprenderò mai da ciò... :)

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    1. Con questo libro potresti dargli una chance, pure lui cambia stile, si reinventa, ad ogni capitolo... neanche fosse un Pensieri Cannibali ;)

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  4. ...ma lo sai che non ho mai letto Calvino?
    alle medie non ci siamo arrivati, e alle superiori la mia profe non l'aveva decisamente in simpatia, ergo l'ha saltato a piè pari...
    tu da che inizieresti fossi in me?

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    1. Partirei da questo, anche perchè è l'unico che ho letto per intero. Il Calvino della scuola era a stralci e racconti, e probabilmente anche questo non mi ha aiutato a capirlo. Qui ci trovi tanta bellezza, e un discorso diretto a noi Lettori.

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