14 gennaio 2017

Blue Jay

Andiamo al Cinema su Netflix

Una giornata.
Due persone.
Tante parole.
Basta poco per fare bei film, basta poco per fare i film che piacciono a me.
Quelli, appunto, di parole, di dialoghi che diventano fiume, di giornate che sembrano non finire, passate a scrutare i volti, le espressioni, gli occhi, di quelle persone.
E finire per conoscerle davvero, per amarle, per sentirne la mancanza.
Entrando in sintonia con loro, anche quando sembrava impossibile.
A spaventarmi, di Blue Jay, era la presenza di Mark Duplass, dalla faccia da sberle, dal fare artistoide che non mi piace.
Qui, in veste di protagonista e produttore, irrita per i primi minuti, con quella barba posticcia che continua a toccare, poi, ci si perde, ci si immerge, in questa giornata a due, in questa giornata di ricordi.



Lei è Amanda, che da quella cittadina in mezzo al nulla se n'è andata da un po', crescendo, maturando, anche in sofisticatezza. Sposata, insta-mamma, con figli non suoi on-off nella vita. Tornata per una sorella che un figlio lo sta per avere.
Lui è Jim, che in quella cittadina ci tornerebbe, ora che non ha più legami con nessuno, ora che non ha un lavoro e potrebbe fare di quella casa dove è cresciuto un nuovo lavoro.
Si incontrano, si rincontrano, dopo anni lontani, dopo anni passati assieme. I fidanzatini che sembravano inseparabili, destinati al matrimonio, alla famiglia, alla noiosa perfezione della felicità, anche nei loro sogni.
Si rincontrano e li separa una vita, vera.
E allora partono i ricordi, gli scherzi, inframmezzati da titubanze, da sguardi indagatori, da lacrime che scendono senza volerlo.
Si passa dal negozio di fiducia, si arriva in quella casa che conserva ogni loro memento e profumo, e ci si immerge in loro, in un continuo chiedersi, ma mai ad alta voce, cosa è successo, perché non è così?


Una giornata.
Due persone.
Tante parole.
Sono i film che piacciono a me, certo, sono i film solo all'apparenza semplici ma in realtà i più difficili da realizzare.
Cosa si può dire di nuovo, dopo le lunghe camminate di Jesse e Celine, dopo la notte folle di Pete e Abby?
Si può dire ancora tanto, se ci si mette in gioco con onestà, e Alex Lehmann lo dimostra.
Basta poco, sì, ma ci vuole una sceneggiatura senza sbavature, che non disdegna l'improvvisazione, ci vuole un bianco e nero che rende il tutto ancora più romantico, più indie, ci vuole una fotografia che in quel bianco e nero mostri un calore inatteso, una note di blue, di malinconia.
A fare il resto, sono gli attori, a fare il resto è la perfetta sintonia tra Sarah Paulson -bella e magnetica come non mai- e Mark Duplass -timidamente romantico, a sorpresa- che scaldano ancor più il cuore, e non li si distingue quasi più da Amanda, da Jim.
Sono un tutt'uno, che ballano tra le note di Annie Lennox, che si guardano negli occhi, che si fanno le smorfie ridendo ma non fermandosi, che fanno scendere lacrime che sono anche le nostre, le mie.


Regia Alex Lehmann
Sceneggiatura Mark Duplass
Cast Mark Duplass, Sarah Paulson
Musiche Julian Wass
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6 commenti:

  1. È su netflix pure questo?bene bene

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  2. Film che, come ti dicevo, mi ha molto commosso.
    Dolce, recitato ad arte, malinconico. Felice che ti sia piaciuto (ma tra la Paulson, il b/n, i lunghi dialoghi, in fondo lo sapevo già). Altro potenziale gioiellino su Netflix, Other People: non il solito cancer movie, anche se qualcosa gli manca. :)

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    1. Non posso che segnare anche questo visto il gioiellino che mi hai fatto scoprire. Causa Duplass, lo avrei snobbato alla grande.

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  3. Mi ritrovo alla perfezione nelle tue parole.
    Questi sono anche i film per me e pure io all'inizio nutrivo un certo timore a causa di Mark Duplass che, invece, mi ha stupito in positivo.
    Un gioiellino che è la dimostrazione di come per fare un bel film bastino due personaggi interessanti e dei bei dialoghi. E zero effetti speciali, azione, inseguimenti o altre cacchiate.

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    1. Basta poco, ma neanche così poco, questione di chimica e parole. Sì, qui mi ci ritrovo al 100%.

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